11 apr 2012

4.1.3.2 Siegfried, Atto I, Scena III - Mime e Siegfried - la nuova Nothung.


Siegfried (è pur sempre un sempliciotto e, pur disprezzandolo cordialmente, è sempre pronto ad abboccare all'amo di Mime) è inebriato dalla prospettiva di provare questo nuovo piacere, chiamato paura: e lo canta ("sehnend verlangt mich's der Lust!" di codesto piacer mi strugge il desiderio) quasi anticipando l'atmosfera della foresta del second'atto, con una stupenda frase musicale, in SI maggiore, che sale dalla dominante FA# alla mediante RE#, quindi si attarda su MI-RE#-DO# per poi spiccare il volo verso la sesta (SOL#) e finalmente appoggiarsi alla dominante FA#. Ma tosto la musica si riporta al mesto, poiché il ragazzo si domanda come farà quell'incapace di Mime ad istruirlo.

E il nano prontamente gli notifica di aver sotto mano un metodo didattico infallibile: condurre Siegfried a Neidhöhle e metterlo in contatto con tale Fafner, un tipo che ha già sbranato molti curiosi! Il risultato è garantito. Si noti ancora qui come il tema del sonno (che per Mime in realtà rappresenta l'incubo=paura) accompagni il canto del nano sempre in forme storpiate, mentre supporti quello di Siegfried nella sua forma più pura.

Bene, esclama il ragazzo, allora portami laggiù, e poi, imparata questa benedetta paura, me andrò via nel grande mondo. Quindi dammi la spada che mi hai promesso! E il tema dell'esuberanza imperversa, mentre Mime non sa come giustificarsi per non aver adempiuto la promessa. E sapendo anche che solo chi non conosce paura potrà riuscire nell'impresa. 

Siegfried non ne può più di tutto questo tergiversare: in malora il ciabattone, a me i pezzi della spada! E il tema della spada ricompare qui in trombe e tromboni (DO maggiore) nella stessa forma ampliata (e in 6/8) con cui l'avevamo udito (là in SIb) nel preciso momento in cui Mime ne aveva mostrato per la prima volta i frammenti a Siegfried. Il cui tema incalzante del grido precede quello (adesso) canonico della spada, che il ragazzo si appresta personalmente a ricostruire(1)!

Il processo di ricondizionamento della spada è scomponibile musicalmente - così come tecnologicamente – in tre macro-fasi(2): dapprima l'accensione del fuoco della fornace e lo sbriciolamento dell'acciaio dei frammenti, tramite limatura e raspatura, che avviene su un tempo prevalente di 6/8; poi la fusione della polvere d'acciaio in crogiolo (con grande uso del mantice per alimentare il fuoco della fornace), la colata dell'acciaio fuso nella forma e il raffreddamento in acqua (tempo 3/4) e da ultimo la modellazione di fino della spada e il montaggio dell'elsa, con forgia, martello e incudine (tempo 4/4, poi 2/4). Magistrale è il trattamento che Wagner fa, in parallelo con quelli di Siegfried, dei movimenti (e interventi o pensieri, o macchinazioni) di Mime, il quale passerà pian piano dallo sconforto più nero alla vanesia felicità della prospettiva di mettere nel sacco il mondo intiero (Wotan, Alberich, Fafner e Siegfried!) e diventarne quindi il padrone. 

L'inizio della prima fase del processo vede l'ingresso, negli archi, di un nuovo tema, in 6/8, costruito con croma, croma puntata e semicroma e intervalli di quinta aumentata ascendente seguita da una terza giusta discendente. La cellula si ripete ogni volta salendo di un semitono, e dà proprio l'impressione di una frenetica quanto incessante attività dei magli in una fucina; qui in realtà rappresenta il lavoro (da cui il nome del tema): è Siegfried che sta preparando la sua strepitosa impresa tecnologica. 

Mime, che ha appena finito di ammettere la propria impotenza e incapacità di rimettere in sesto la spada, ha adesso la faccia tosta – minuziosamente sottolineata da oboi e corni con un frammento del tema nibelungico! - di rimproverare a Siegfried la sua scarsa propensione all'apprendimento dell'arte di forgiare metalli(3) e il ragazzo giustamente lo rimbecca, con stringente quanto elementare logica: se il maestro è un incapace, cosa mai avrebbe potuto insegnare all'allievo? Togliti di mezzo, se non vuoi finire anche tu al forno! E il tema del suo grido risuona prima negli archi e poi nei fiati, mentre il ragazzo ammucchia legna e carbone nel forno, come ci sottolinea il tema del lavoro, che riprende incessante negli archi.

Mime osserva - fra l'impaurito, lo scettico e l'interessato(4) - il ragazzo che comincia a limare i pezzi della spada, per ridurli in polvere d'acciaio. Stupito, cerca di suggerirgli la sua vecchia tecnologia (una rozza saldatura fatta con pasta-salda, che a poco servirebbe) e Siegfried lo manda al diavolo, col trillo degli strumentini sul verso "mit Pappe back'ich kein Schwert!" - con la pappa non cuocio una spada - che ha proprio l'aria di una pernacchia!

Ancora Mime si lamenta, mentre sono sempre gli archi a ritmare il tema del lavoro: così mi distruggi la lima e la raspa, come pensi di tritare l'acciaio? E, mentre il tema del lavoro passa dagli archi ai fiati, Siegfried conferma le sue intenzioni: ridurre in polvere i frammenti della spada. Il suo grido risuona ancora trionfante nell'intera orchestra, che poi riprende negli archi, ora accompagnati da una scala cromatica discendente in tremolo dei fiati, il tema del lavoro

Il povero Mime è letteralmente allibito. Mentre spezzoni del tema del lavoro e di quello del grido di Siegfried risuonano in orchestra, il nano comincia a rendersi conto che lo sciocco ragazzo potrebbe anche farcela, come il Viandante aveva profetizzato. Siegfried nel frattempo ha attizzato un gran fuoco, e il tema dell'Incantesimo ce lo comunica, comparendo in 6 battute, prima nei flauti e poi nell'ottavino. 

Il nano non crede ai suoi occhi(5) (canta "und hab' nicht so was geseh'n!", mai ho visto qualcosa di simile, arrivando a toccare il SI acuto) e il tema del grido viene ripetuto dagli archi e sottolineato – col solo incipit, che richiama quello del lavoro – dai corni, mentre Siegfried finisce di ridurre in limatura i frammenti della spada.

Sul ritorno del tema del lavoro, negli archi, adesso Mime si mette in disparte e comincia (a modo suo, visto che udiamo nel corno inglese il tema della sua furbizia!) a ragionare. Ha intuito che Siegfried sta per riuscire nell'impresa, il che per lui significa – hai detto nulla! - la perdita della testa! A meno che Fafner non insegni la paura all'audace ragazzo (il cui tema sottolinea le parole di Mime). Sì, ma se ciò accadesse, come potrebbe poi Siegfried ammazzare il drago (il cui tema i fagotti continuano a brontolare!) e procurargli l'anello (il cui motivo balena invece nei clarinetti e poi rimugina negli altri strumentini)? Insomma, un rompicapo (Wagner usa il termine morsa) apparentemente insolubile… a meno di non inventare qualcosa di furbo per mettere nel sacco quell'impavido!

Il quale ha nel frattempo completamente ridotto in briciole l'acciaio della spada e lo ha versato in un crogiolo che mette sulle braci, nel forno, per la fusione. Come si chiamava la spada di mio padre? chiede al nano (mentre il tempo cambia da 6/8 a 2/2). La tromba ne espone a piena voce il tema, prima che Mime risponda: Nothung (FA-FA, un'ottava discendente(6)) così si chiamava l'invidiabile ferro, come mi rivelò tua madre.

Inizia ora la seconda fase del processo, e il tempo muta a 3/4 (una passacaglia!) in RE minore, con i fiati che mirabilmente (minima - croma puntata) evocano le compressioni-espansioni del mantice azionato da Siegfried. Il quale, sulla quinta soffiata di mantice, esplode a sua volta il nome della spada chiedendosi perché una volta si era dovuta infrangere. L'emozione che ci prende nel riudire, dopo tempo immemorabile, quello stesso nome - Nothung! - e quello stesso canto (FA-FA) intonato una volta dal padre di Siegfried, è una delle più alte di tutta la Tetralogia, e forse di tutto il teatro musicale!

La sottofase di fusione è articolata in tre strofe musicali – quasi una vera e propria aria!(7) - che si ripetono (sia pure con continue variazioni e accrescimenti) così strutturate: esposizione, ritornello e coda. La prima è la più breve, constando di soli tre versi: su un accompagnamento orchestrale piuttosto smagrito, sale da dominante LA a tonica RE ("Zu Spreu nun") e poi ridiscende per toni interi alla dominante ("schuf ich die scharfe Pracht,"), quindi ancora da dominante a tonica e discesa di un'ottava ("im Tiegel"), infine ("brat' ich die Späne.") risalita da dominante a tonica sulla scala maggiore e discesa alla tonica sottostante. Il ritornello, caratterizzato da interventi in trillo degli strumentini, dal motivo del lavoro nei fagotti e da veloci biscrome ascendenti dei violini, è formato dalle esclamazioni "Hoho! Hoho-Hohei! Hohei-Hoho!" che si muovono da dominante a sopratonica e chiudono sulla dominante superiore (LA). La coda, sui versi "Blase, Balg! Blase die Glut!" (è il mantice che soffia sul fuoco) scende per due volte da sottodominante a dominante, con i corni e i fagotti ad accompagnarla con crome discendenti e poi ancora con i corni a suggellarla con tre poderose discese (semiminima puntata seguita da tre crome) che dalla tonica portano alla sottostante dominante.

La seconda strofa ripete inizialmente la prima ("Wild im Walde wuchs ein Baum,") poi la varia, poiché dalla dominante LA sale alla sopratonica MI ("den hab' ich im Forst gefällt:"); qui la frase si allunga, rispetto alla prima strofa, con un passaggio ("die braune Esche 
brannt' ich zur Kohl',") che dalla settima (scala minore) sale alla terza minore (FA) e poi, sulla parola Esche cade al MIb e da qui - con effetto straniante - sulla sensibile maggiore (DO#) per poi tornare alla tonica RE. Da qui ("auf dem Herd nun liegt sie gehäuft.") sale da tonica a mediante, poi scende da sopratonica a dominante e infine risale, sulla scala maggiore, alla tonica RE. Il ritornello – con gli Hoho Hohei – è identico al precedente nel testo e quasi identico nella musica, come pure la coda, che presenta in più le strette figurazioni degli strumentini.

La terza ed ultima strofa apporta ulteriori piccole variazioni melodiche rispetto alla seconda, già dai primi versi ("Des Baumes Kohle, wie brennt sie kühn;") con la caratteristica figurazione croma puntata – semicroma – semiminima puntata che dà un tocco di verve al canto di Siegfried (la risentiremo molto più avanti…): si parte e si arriva sempre sulla dominante LA, con tre picchi della citata figurazione (su Baumes, Kohle e brennt) che toccano rispettivamente la mediante, sopratonica e tonica. Poi il procedimento si inverte ("wie glüht sie hell und hehr!") salendo da dominante a sopratonica; quindi ("In springenden Funken sprühet sie auf:") si sale con una terzina fino alla dominante, per poi calare sul MIb (come in precedenza) e da qui salire alla mediante FA. Adesso c'è un'interpolazione del grido "Hohei! Hoho! Hohei!" che saltella su alla dominante e poi scende di un'ottava: quindi la strofa chiude con "Zerschmilzt mir des Stahles Spreu." con il solito motivo che va da tonica a mediante, scende alla dominante e risale per scala maggiore al RE. Ancora il ritornello – con gli Hoho Hohei – praticamente identico alle precedenti apparizioni, seguito dalla coda, che questa volta, sul verso finale "Blase die Glut!" invece di scendere da sottodominante a dominante, scende con perfetta cadenza dalla dominante e si appoggia sulla tonica RE, chiudendo, per così dire, questa sottofase del processo.

Ora l'obiettivo del regista – potremmo dire – si sposta di lato per scoprire che sta facendo Mime. Mentre l'accompagnamento orchestrale si smagrisce assai, riducendosi a crome discendenti delle viole e degli archi bassi, il nano si è ormai reso conto che Siegfried riuscirà a temprare la spada e ad uccidere il drago. Ma come mi guadagnerò la partita, si domanda, mentre spezzoni del motivo dell'anello vagano nei legni. Poi, con i secondi violini che espongono la forma compiuta del tema nibelungico, il rincuorato Mime comincia a progettare il suo machiavellico piano. Mentre anche i corni sparano il tema nibelungico e si ode ancora il grido Hoho! Hoho! Hoho-Hohei! Hohei! di Siegfried che tira il mantice, il nano sciorina il suo programma: dopo che avrà lottato per uccidere il drago (di cui trombone contrabbasso e tuba rimuginano il tema) il ragazzo sarà stanco morto; io lo ristorerò con una bevanda narcotizzante (tema della magìa del sonno) e lo farò secco con la spada che lui si sta riforgiando (il tema della spada emerge nella tromba, contrappuntato da quello dell'astuzia di Mime!) 

L'anello e il tesoro saranno miei! E come si frega le mani, il bieco individuo!
___
Note:
1. Come già anticipato, in entrambe le Edda è Regin che forgia per Sigurd la spada Gram con cui abbattere Fafnir. Wagner invece vuole mettere in risalto la superiorità tecnica, oltre che psicologica, di Siegfried sul meschino Mime e creare i presupposti logici, filosofici e… tecnologici del successivo prevalere della nuova Nothung sulla lancia di Wotan. Sul piano strettamente musicale poi, Wagner ha qui modo di costruire un finale d'atto strepitoso quanto pochi altri. 
2. Wagner doveva essere informato di quanto avveniva nell'industria siderurgica dei suoi tempi.
3. Il particolare viene dalla già ricordata Thiðrekssaga, dove si narra del un fabbro Mimir che cerca invano di istruire Sigurd nella professione, ma il ragazzo si mostra svogliato al punto tale che Mimir decide di ucciderlo…
4. Mime ancora non ha ben chiaro un piano per risolvere i suoi problemi. Non riesce tuttora ad immaginare come Siegfried possa riuscire a rimettere in sesto la Nothung. Quando se ne renderà conto, comincerà seriamente ad architettare il suo criminale disegno.
5. Sta assistendo - e noi con lui – ad un'autentica rivoluzione tecnologica, quella che oggi si definirebbe un breakthrough nei processi di produzione siderurgica.
6. Curiosamente Wagner fa cantare a Mime il nome della spada sulle stesse note usate da Siegmund nella Walküre, e che riudiremo subito dopo in bocca a Siegfried.
7. Benedette queste libertà che Wagner si è preso, derogando dalle stesse regole musicali auto-impostesi!

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Helle Flammen scheinen in dem Saal der Götter aufzuschlagen. Als die Götter von den Flammen gänzlich verhüllt sind, fällt der Vorhang.
(Chiare fiamme sembrano prorompere nella sala degli dèi. Come gli dèi sono dalle fiamme totalmente avvolti, cade il sipario.)
(Götterdämmerung – L’ultima immagine del Ring)
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fram sé ec lengra um ragna röc (da lontano scorgo il destino degli dèi)
(Edda Poetica – Völuspá - Profezia della Veggente)
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orð mér af orði orðs leitaði (parola da parola mi condusse a parole)
(Edda Poetica – Hávamál – Píslir og rúnir, Discorso Runico di Odin)
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Il principio degli esseri è l'infinito… in ciò da cui gli esseri traggono la loro origine, ivi si compie altresì la loro dissoluzione, secondo necessità: infatti reciprocamente scontano la pena e pagano la colpa commessa, secondo l'ordine del tempo... (Anassimandro, 600 A.C.)
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L'"intento" degli dèi sarebbe compiuto quand'essi giungessero ad annullarsi nella creazione dell'uomo, quando cioè essi si spogliassero d'ogni influsso immediato sopra la libertà della coscienza umana. (RW: Abbozzo in prosa del 1848)
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La tetralogia L'Anello del Nibelungo può considerarsi un'epopea cosmogonica la cui prima e la cui ultima parola è l'elemento assoluto manifesto e pensabile come «acqua» ed esprimibile come «musica» cioè suono del beato silenzio: è l'enorme pedale in MI bemolle, di cui la tonica isolata è sostenuta per molte battute, al principio della prima Giornata del dramma, L'Oro del Reno, ed è la frase finale di due battute sull'accordo di terza di RE bemolle, al termine dell'ultima Giornata, Il Crepuscolo degli dei. (Augusto Hermet 1889-1954 - “La Parola Originaria”)
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…musica che è già in sé drammaturgia assoluta e autosufficiente, e chi ha un barlume di intelligenza sa che la musica è prima del mondo, e che è il mondo a modellarsi sulla musica… (Quirino Principe)

Perchè Wagner va studiato

Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi (in buona misura) si possono godere senza particolari prerequisiti (studi di musica o musicologia): un buon “orecchio” e un minimo di predisposizione sono più che sufficienti per apprezzare le loro opere e godere delle infinite “perle musicali” che contengono. Poi, lo studio servirà certamente ad approfondire i particolari delle composizioni, i retroscena, i nessi causa-effetto, e in fin dei conti ad apprezzare ancor più e meglio quelle opere.

Con Wagner la cosa non funziona proprio, così come difficilmente funziona – nel campo della musica strumentale – con Mozart o Beethoven o Bruckner, per fare solo qualche nome. È francamente difficile poter comprendere ed apprezzare fino in fondo una sinfonia di Beethoven, se non si ha un minimo di conoscenza delle forme musicali, del linguaggio sinfonico e, soprattutto, del “programma interno” che sta alla base della composizione. Senza di questi, si potrà magari godere una frase musicale particolarmente accattivante (come accade, per dire, ascoltando un balletto di Ciajkovski o un walzer di Strauss) ma difficilmente si potrà raggiungere quella particolare condizione di piena e completa “conoscenza-coscienza” di quell’opera d’arte.

Le opere di Wagner (parlo qui delle sette ultime, Ring, Tristan, Meistersinger e Parsifal, ma in qualche misura ciò vale anche per Lohengrin) sono un insieme inscindibile di poema, musica e didascalie di scena, insomma: tutto ciò che troviamo scritto sulla partitura. E quindi: limitarsi ad ascoltare la musica, senza comprendere le parole che vengono cantate (o declamate) fa correre il rischio di non capir nulla (come minimo) e di annoiarsi, quando non addirittura di cadere in uno stato di esasperazione e maledire Wagner per il resto dei propri giorni, rifiutando ogni e qualunque successivo contatto. Sì, perché Wagner non scrive “musica che si serve di parole (più o meno pertinenti) per manifestarsi”; ma si esprime in parole-musica, un insieme del tutto inscindibile. Allo stesso modo, per un regista o scenografo, ignorare – o, peggio ancora, contraddire – le didascalie poste da Wagner in partitura, significa ignorare o addirittura stravolgere le intenzioni dell’autore, e distorcerne totalmente il pensiero e il messaggio artistico.

Il Ring (“L’Anello del Nibelungo”, detto volgarmente “Tetralogia”, essendo costituito da quattro opere) è certamente l’esempio più completo e palpabile della wagneriana “Gesamt-Kunst-Werk” (Opera d’Arte Totale).

daland

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