Consideriamo
le quattro parti in cui si articola l’immenso dramma cosmico, allo scopo di
ipotizzarne le singole durate per poi – facendo altre ipotesi più o meno
credibili sugli intervalli che le separano – cercare di stabilire il lasso di
tempo totale del Ring.
Rheingold si apre con un Preludio che ci evoca in musica nientemeno che la nascita e lo
sviluppo dell’Universo, fino alla comparsa della vita, e che pertanto sarebbe
più stupido che inutile cercare di quantificare in termini di tempo materiale. D’ora
in poi ce ne dimenticheremo. Prima
di occuparci di ciò che vediamo e ascoltiamo in questa Vigilia, val la pena
considerarne gli ipotetici antefatti, cioè accadimenti avvenuti in tempi antecedenti, avvenimenti dei quali veniamo
peraltro a conoscenza. Essi riguardano innanzitutto Alberich e i Nibelunghi:
nella terza scena è Mime a notificarci della vita quasi idilliaca (!?) che si
viveva a Nibelheim prima della presa del
potere da parte di Alberich; il quale pose bruscamente fine a quella specie
di Eden sotterraneo portandovi la schiavitù e il terrore. Ma anche gli dèi,
lassù sulle amene alture, vivevano il loro Eden etereo, godendosi l’immortalità
garantita dall’Amore. Tuttavia, in tempi di sicuro antecedenti all’appropriazione
dell’oro da parte di Alberich, il capintesta Wotan aveva commesso il suo bel
peccatone originale, concludendo con i Giganti il patto truffaldino che
prevedeva lo scambio dell’Amore con il Walhall! Altri antefatti
riguardano i rapporti pregressi fra Loge e Alberich (di cui veniamo a sapere
nella terza scena) e quelli fra Alberich e i Giganti, che è Loge a notificarci
nella seconda scena, così come i ricordi che Fricka ha dei comportamenti
lascivi delle Figlie del Reno. Anche la durata di questi
antecedenti al dramma sarebbe stucchevole cercare di quantificare, perciò
finiamo di occuparcene qui.
È
invece abbastanza chiaro, come abbiamo notato a suo tempo, stabilire nell’arco
di (massimo) una giornata la durata della prima delle quattro scene: essa ci
mostra il fondo del Reno, dapprima in cupa penombra, poi illuminato via via dal
sole e dai riflessi della sua luce, prodotti dall’oro che giace sul fondale, e
infine tornato nel buio più tetro, dopo che l’oro è stato trafugato da Alberich
e il sole è evidentemente tramontato.
Parimenti
sicura è la determinazione della durata delle tre rimanenti scene: si va da un
buon mattino alla sera del medesimo giorno. Ce ne danno conferma tutte le
didascalie e infine l’esternazione dello stesso Wotan al momento di prendere
possesso del Walhall: “von Morgen bis Abend”.
Mentre
risulta chiaro e sicuro dal contesto che la seconda scena sia temporalmente successiva alla prima (e
non, magari, ad essa contemporanea) ciò che è arduo stabilire ed anche
ipotizzare è il tempo che trascorre fra le due. Qui gli indizi che abbiamo sono
assai difficili da interpretare perchè in buona misura contraddittori: proviamo
ad esaminare i più importanti per trarne conseguenze a livello di logica o
di... illogicità.
Innnzitutto
consideriamo il racconto di Loge (seconda scena): il dio del fuoco dice di aver
girato il mondo in lungo e in largo e di non aver trovato traccia di alcuno che
disprezzi la donna e l’Amore, tranne uno: Alberich, che ha rinunciato all’amore
per aver l’oro e la conseguente potenza che quello garantisce. Dal
che si dovrebbe dedurre che dalla prima scena sia passato del tempo (certo non
secoli, ma almeno mesi se non anni): un tempo minimo necessario ad Alberich
almeno per forgiarsi l’Anello e poi impiegarlo per cominciare a costituire il
suo tesoro, che ha già dimensioni consistenti, a giudicare da tutto ciò che
verrà da Loge e Wotan requisito di lì a poco per essere poi girato ai Giganti. Ciò sarebbe
confermato dallo scenario che ci si presenta nella terza scena, giù a
Nibelheim, dove Alberich mostra di governare una vera e propria filiera della produzione del tesoro: con
l’Anello lui individua le vene d’oro nel sottosuolo e costringe i suoi simili
ad estrarlo e poi (nella fucina) a trasformarlo in oggetti preziosi. Pare
evidente che una simile organizzazione abbia richiesto parecchio tempo per
essere messa a punto.
Qui
però abbiamo un’evidente contraddizione con ciò di cui siamo stati testimoni proprio
all’inizio della terza scena: quando scopriamo Alberich venire in possesso - solo
in quel momento e non prima - del Tarnhelm,
un oggetto assolutamente indispensabile al nano per garantirsi un altro
possesso, quello dell’Anello, il quale potrà certamente funzionare da strumento
di imperio sui poveri Nibelunghi, ma che non possiede di sicuro i requisiti che
consentano ad Alberich di trasformare all’istante i suoi connotati, di rendersi
invisibile o farsi teletrasportare. Ma allora domandiamoci: è possibile che
Alberich abbia passato giorni e giorni (o mesi o addirittura anni) sfruttando e
schiavizzando i Nibelunghi senza disporre dell’aiuto di quel fondamentale
strumento, e senza che alcuno abbia potuto approfittare (come insinua Loge) del
suo sonno per sottrargli l’Anello o, ancor più sbrigativamente, per farlo proprio
secco?
Se
viceversa si ipotizza che la fabbricazione del Tarnhelm sia avvenuta a
brevissimo termine dal momento in cui Alberich ha potuto disporre dell’Anello, allora
si dovrebbe concludere che tra la prima e la seconda scena del Rheingold passi un tempo assai limitato,
tale da permettere ad Alberich – ancora privo dell’elmo magico - di rimanere
sempre sveglio e presente a se stesso. Ma ciò, oltre a rendere poco verosimile
la situazione a Nibelheim (che sembrerebbe a
regime da tempo) e a contraddire in buona sostanza la storia raccontata da
Loge, è a sua volta in contrasto con la massa notevole del tesoro già da
Alberich accumulato al momento di disporre del Tarnhelm. Vedremo successivamente
come tempi e vicende del Rheingold influenzino anche lo sviluppo della vicenda
che riguarda la relazione di Alberich con Grimhilde.
Fra
Rheingold e Walküre quanto tempo trascorre? Qui possiamo con certezza assoluta
stabilirne il minimo: che è
rappresentato dall’età dei gemelli Siegmund e Sieglinde. Essi sono stati
infatti messi al mondo (da una femmina umana) sicuramente dopo la chiusura di Rheingold,
quando cioè Wotan si deve essere messo all’opera per realizzare il suo disegno
di recupero dell’Anello, disegno che implica appunto la creazione della stirpe
dei Wälsi. Ora: i due gemelli, quando li incontriamo in Walküre, possono avere
un’età non inferiore a 15-16 anni, per ragioni... biologiche (la possibilità di
procreare). Quanto tempo sia passato dopo il Rheingold e prima del concepimento dei gemelli è cosa ardua da stabilire, anche
perchè (come vedremo) esistono al proposito indizi assai contrastanti, che
riguardano, ancora una volta, il rapporto Alberich-Grimhilde.
Invece
la durata della prima giornata è calcolabile con precisione: si va da una sera
- quella dove Siegmund capita in casa di Hunding-Sieglinde e dove nasce l’amore
fra i gemelli che porta al concepimento di Siegfried - alla sera-notte
successiva, quando Wotan addormenta Brünnhilde. Durante il giorno accadono
tutte le altre vicende: fuga dei gemelli, incontro-scontro Wotan-Fricka,
rivelazioni di Wotan a Brünnhilde, annuncio di quest’ultima a Siegmund, morte
di questi e di Hunding, cavalcata delle Valchirie e punizione di Brünnhilde.
Quanto
tempo trascorre fra Walküre e Siegfried? Qui abbiamo proprio una
certezza praticamente matematica: precisamente l’età che ha Siegfried
all’inizio della seconda giornata! Egli è stato infatti concepito nella prima
giornata e lo incontriamo nella seconda quando ha a sua volta 15-16 anni.
La
durata del Siegfried è di tre giorni:
si apre di buon mattino, al pomeriggio Siegfried forgia la spada e di notte lui
e Mime marciano verso Neidhöhle, dove già stazionano Alberich e Wotan. Durante
la giornata successiva Siegfried ammazza Fafner (poi Mime) e quindi si
incammina verso la roccia di Brünnhilde. La sera Wotan incontra prima Erda e
poi lo stesso Siegfried, il quale di notte scala la roccia infuocata, raggiungendone
la sommità di primo mattino. Dopo il risveglio di Brünnhilde e il dispiegarsi
del rapporto amoroso fra i due, la seconda giornata del Ring si chiude verso
sera.
Fra
Siegfried e Götterdämmerung trascorre un tempo imprecisato. Possiamo perciò fare
un paio di ipotesi: la prima è di natura, come dire, filosofica (ed anche
estetica...) e consiste nell’immaginare che il Prologo della terza giornata si apra proprio durante la notte che
ha concluso la seconda. I due amanti vivrebbero quindi insieme una sola notte,
prima che Siegfried se ne vada per nuove avventure nel vasto mondo. In una
seconda ipotesi, più prosaica, si potrebbe immaginare che Siegfried e Brünnhilde
passino qualche tempo insieme, prima di separarsi magari a fronte della
classica crisi del settimo anno! Cosa
che sarebbe però in contrasto stridente con le effusioni amorose che i due
ancora si scambiano prima di separarsi. Ed è a maggior ragione inconcepibile un
periodo di convivenza più lungo ancora.
Götterdämmerung dura tre giorni pieni, uno per
ciascun atto: dopo la notte delle Norne abbiamo la partenza di Siegfried che
giunge a Gibichheim, fa la disgraziata conoscenza di Hagen&C e la sera
stessa riparte con Gunther per tornare da Brünnhilde e rapirla. Il giorno
successivo vede il ritorno a Gibichheim di Siegfried, poi quello della coppia
Gunther-Brünnhilde, la scena-madre dello scandalo, la sentenza di morte contro
Siegfried e il di lui matrimonio con Gutrune. Al mattino del terzo giorno
Siegfried incontra le ninfe, poi viene ammazzato e la sera stessa il Ring si
conclude.
Ecco
quindi che in totale – ecludendo il Preludio di Rheingold e ipotizzando continuità temporale fra la prima e le
successive scene della Vigilia e fra la seconda e la terza Giornata - il Ring
dura (ma come minimo-minimo) attorno
ai 35 anni... poco più di quanto Wagner abbia impiegato a completarlo!
Nessun commento:
Posta un commento