Abbiamo
lasciato Siegfried, tronfio e sicuro di sè, avviarsi alla festa di nozze, mentre
Hagen, Gunther e Brünnhilde sono rimasti davanti al palazzo, in un’atmosfera da
funerale (ovviamente un funerale... piacevole per lo sbifido Hagen). Brünnhilde
ha seguito con lo sguardo e con dolore la principessa ghibicunga andarsene
abbracciata al suo Siegfried e il tema di Gutrune
è risuonato ancora dolcemente in orchestra, ma subito zittito da due motivi che
testimoniano dello sfacelo che si è prodotto nella mente della ex-Valchiria: quello,
protervo e minaccioso, quanto appropriato (perchè conseguenza del possesso
cosciente dell’Anello!) della maledizione;
e quello della rinunzia a ciò che più
amava. Su rabbrividenti figurazioni sincopate degli archi, due ritorni della schiavitù anticipano, nei clarinetti,
una reminiscenza (quanto lontana, ormai!) dell’amore eroico, prima che si oda, due volte in corni e fagotti, il
protervo tema dell’espiazione, originariamente
introdotto a stabilire la pena per la rottura del patto Siegfried-Gunther, ma
qui assolutamente applicabile a Brünnhilde, colpevole dell’atto di superbia
compiuto al momento di tenersi l’Anello.
Intanto
siamo entrati praticamente in una specie di camera di consiglio di un
tribunale, dove tre giudici – Hagen, Gunther e Brünnhilde - sono riuniti per
decidere la sorte di Siegfried, imputato del reato di tradimento: nei confronti
di se stessa (agli occhi di Brünnhilde) e nei confronti di Gunther e Gutrune(1)
(agli occhi dei due ghibicunghi).
Dal
punto di vista strettamente musicale questa scena conclusiva dell’atto secondo
presenta una fittissima rete tematica, in cui spiccano motivi prevalentemente
cupi, minacciosi, carichi di valenze negative: la schiavitù, l’annientamento,
l’assassinio, la follia della vendetta, l’inganno, l’espiazione, la rinunzia.
Soltanto qua e là vi compaiono, come raggi di luce che squarciano le tenebre,
motivi che ricordano momenti felici, ma di un tempo ormai irrimediabilmente
perduto.
Mentre
Gunther se ne sta tutto solo in disparte, immerso in cupi pensieri, si affaccia
il motivo dell’annientamento che fa
da sfondo a due ritorni di quello della schiavitù
e poi introduce, nei fiati, quello dell’assassinio, che compare due volte, ad incastonare le prime parole
di Brünnhilde: in realtà la sua più che una requisitoria è un’amara
imprecazione contro la sorte che le è stata riservata, cui lei non sa proprio
dare spiegazione. Ma già il suo canto “Welches
Unholds List liegt hier verhohlen?“ (L'astuzia di qual demone sta qui nascosta?)
e poi “Welches Zaubers Rat regte dies auf?” (La potenza di quale incantesimo
s'è qui esercitata?) la
dice lunga su ciò che alberga ormai nel suo animo: la follia della vendetta!
Gli
archi, e poi la voce di Brünnhilde, ricordano a noi la schiavitù e l’enigma del
destino. Ma come! lei aveva trasmesso a Siegfried tutta la sua sapienza (nell’oboe
udiamo l’eredità del mondo, che però
si ferma un semitono sotto la dominante, poichè ormai sta inesorabilmente sfumando)
ed ora si ritrova da lui tradita (su Schmach, vergogna, va a toccare il SIb
acuto) e usata come merce: qui il tema dell’amore
eroico assume davvero i caratteri di un’atroce disillusione.
Ed
allora a Brünnhilde non resta che una scelta estrema: è l’orchestra che ce ne
anticipa la natura, con tre reiterazioni del tema dell’assassinio, la terza delle quali pesante e definitiva, precipitando
come una frana che tutto seppellisce. La povera ex-Valchiria chiude la sua esternazione
chiedendosi come potrà uscire da un simile incubo: chi mi darà la spada
vendicatrice? E lo canta, raddoppiata nei fiati ed accompagnata negli archi
bassi dalla follia della vendetta, sulla
seconda minore discendente di Hagen(2).
Il quale non perde certo tempo nel candidarsi a solutore del problema: sul tema
del giuramento le assicura che lui la
vendicherà.
Brünnhilde
lo smerluzza alla grande: tu? guarda che Siegfried ti potrebbe incenerire con
un sol sguardo, quello che mi colpì anche quando lui mi si presentò sotto
mentite spoglie(3). Qui due temi chiariscono il concetto: l’incipit di Siegfried erede della potenza del mondo
che sfuma nell’inganno! Ancora uno
spezzone del tema del grido del fanciullo
della foresta (nel corno) accompagna la minaccia di Brünnhilde: il tuo
coraggio si muterebbe in angoscia!
Sempre
sul tema del giuramento Hagen
ribatte: ma la mia lancia ha raccolto il suo spergiuro, quindi lo devo punire. Allora
vedi di trovare qualcuno meno pavido di te, se vuoi sfidarlo! E il tema di Siegfried
sale nel corno, subito seguito però dall’incalzare, nei violoncelli, dell’annientamento.
Hagen
mostra di saper incassare tranquillamente anche le offese, e torna alla carica,
impiegando invece le blandizie: mia cara Brünnhilde, allora perchè non me lo suggerisci
tu il sistema più appropriato con il quale io ti possa vendicare? Anche qui due
motivi sintetizzano mirabilmente il concetto: l’assassinio e (nelle viole) una variante dell’astuzia di Loge!
Brünnhilde
si dispera per aver ricevuto da Siegfried un simile trattamento, e si rammarica
per averlo immunizzato(4): in orchestra si ode il motivo dell’estasi d’amore, che ricorda i bei tempi
felici passati con l’amato (di cui la tromba fa sentire il tema) che ora non
può essere ferito in battaglia. Hagen, accompagnato dal ritmo sincopato del
tema dell’annientamento e poi da
quello dell’assassinio, chiede ancora
se proprio nulla possa nuocere a Siegfried.
Lei,
sempre incalzata, ora negli archi bassi, dalle quartine ascendenti di biscrome dell’annientamento, rivela che Siegfried (il
cui tema risuona nei corni e poi nella tromba) non può essere ferito in alcun
modo, a meno di non colpirlo alle spalle, dove lei non ha pensato a proteggerlo,
sicura che mai e poi mai lui avrebbe voltato le terga ad un nemico (e qui è il
motivo della spada, nel suo DO
naturale, a farsi largo nella tromba, seguito da una ricomparsa di quello dell’estasi d’amore).
Ecco,
ora Hagen sa come far secco Siegfried (?!)(5) Va quindi a scuotere dal suo
torpore Gunther, invitandolo ad avvicinarsi alla sua nobile sposa, e i motivi della
follia della vendetta e della schiavitù, ancora sovrapposti,
accompagnano il suo sbrigativo richiamo, cantato sulle note dell’espiazione, più proterve che mai. Ma il
fratellastro è sempre in preda allo sconforto (“O Schmach”, che vergogna, sul
tema della schiavitù) sentendosi
screditato agli occhi del suo popolo. Ancora sotto l’agitarsi dell’espiazione, il poveretto si
autodefinisce (sul tema della rinunzia!)
il più sventurato fra gli uomini. Il motivo della follia della vendetta torna per accompagnare le parole di pelosa
comprensione di Hagen, ma soprattutto la successsiva, sprezzante liquidazione
di Brünnhilde, che rincara la dose: tu sei un pusillanime, ti sei servito di un
eroe per conquistarmi; e ancora, dopo un’ennesima comparsa dell’assassinio: tutti voi ghibicunghi siete
una miserabile schiatta di rammolliti!
Il
motivo della follia della vendetta ha
ormai contagiato anche Gunther, sempre più disperato: si sente tradito (da
Siegfried) ma sa di essere anche lui traditore (nei confronti di Brünnhilde). Sul
tema dell’espiazione (clarinetti,
corni e violoncelli) chiede aiuto a Hagen, perchè difenda il suo onore e
quello della loro madre (tema della rinunzia).
Il fratellastro per tutta risposta lo incalza brutalmente, con la follia della vendetta che letteralmente
imperversa, passando dalla voce ad una sezione e poi all’altra dell’orchestra:
basta vittimismi, una sola cosa adesso ti è utile, la morte di Siegfried! E qui
ancora si aggiunge il tema della schiavitù,
nei tromboni, poi nei corni. Gunther, dopo che i corni ci hanno pesantemente
ricordato il tema dell’amicizia, lamenta
che lui e Siegfried si giurarono fratellanza di sangue. Ma è ancora il motivo
dell’espiazione, reiterato, a sostenere
la pronta ribattuta di Hagen: sì, però lui è venuto meno al patto di fedeltà e
ti ha tradito!
Brünnilde
ha ora una prima esplosione di collera: su feroci e secchi incisi di tromboni e
contrabbassi esclama: Siegfried ti ha tradito, ma voi tutti avete tradito me! E
non basterebbe il sangue del mondo intero per espiare le vostre colpe. Gli
archi bassi reiterano la follia della
vendetta, mentre Brünnhilde prosegue: per questo mi basterà la morte di uno
soltanto! Lo grida sul tema dell’assassinio,
e subito le rispondono, atrocemente, i primi violini, esponendo il suo tema adulto! Perciò: che muoia Siegfried
(ancora l’assassinio) ad espiazione
delle colpe sue e insieme delle vostre(6)!
Per
convincerlo ad approvare l’idea di togliere di mezzo Siegfried, Hagen –
sostenuto dal suo inciso discendente e dall’annientamento
- sussurra a Gunther: tu ti conquisterai l’anello – il cui tema compare in
clarinetti e fagotti - che ti darà potere illimitato!(7) Ma prima che si oda
uno spezzone del grido di dominazione,
è il tema della rinunzia che chiude
l’argomentazione di Hagen (che di certo saprebbe come fare a strappare poi l’anello
al fratellastro!)
Gunther è ancora dubbioso: dovrà quindi
Siegfried morire? Sì, replica Hagen, la sua morte giova a noi tutti, e lo
ribadisce sulla combinazione dei due motivi della schiavitù e della follia
della vendetta. Ma Gunther ha una nuova esitazione: si preoccupa della
sorella (udiamo infatti il tema di Gutrune) che verrebbe privata del tanto
agognato marito. Con quale faccia potremo ancora presentarci a Gutrune (di cui
l’oboe chiude il tema) dopo che proprio io le avevo concesso Siegfried in
sposo?
Brünnhilde
qui ha una nuova folgorazione, tanto che fa un balzo selvaggio, domandandosi
perchè non fosse arrivata prima a capire che era Gutrune l’incantesimo che le
aveva rapito lo sposo (!?)(8) E non a caso è la sezione finale del tema di Gutrune
– prima stravolto selvaggiamente, poi quasi implorante, sul ricordo di
Siegfried – che pervade tutto il suo canto, chiuso dall’imprecazione: che angoscia
la colga!
Hagen
ha la risposta pronta per Gunther: accompagnato da spezzoni storpiati del tema
di Gutrune, propone ipocritamente al fratello: visto che la cosa la può
turbare, non diciamo nulla del nostro piano alla sorella; domani faremo una
normale battuta di caccia e Siegfried – del quale i corni, poi gli archi
richiamano insistentemente il grido - cadrà ufficialmente vittima dell’incornata
di un cinghiale. La follia della vendetta
suggella questa diabolica richiesta di morte per l’imputato, accompagnata dalla
verità di stato che verrà propinata a
Gutrune.
___
Note:
1. Va
ricordato per l’ennesima volta che, a differenza di Hagen, i due fratelli sono
tuttora all’oscuro del preesistente rapporto fra Siegfried e Brünnhilde e si
sono convinti, dopo la precedente sceneggiata (credendo a Brünnhilde assai più
che a Siegfried) di essere stati entrambi vittime del tradimento dell’eroe, da
lui perpetrato la sera precedente.
2. Va tenuto presente che questa e le
successive esternazioni di Brünnhilde, che presuppongono l’esistenza del suo
legame passato con Siegfried, vengono udite dal solo Hagen (che già conosce –
via Alberich - l’esistenza di quel
legame) e non da Gunther, che deve rimanerne invece all’oscuro per continuare a
convincersi del tradimento di Siegfried (e non della macchinazione del fratellastro).
3. Si deve dedurre che Brünnhilde
avesse quasi riconosciuto Siegfried nel sedicente Gunther che l’aveva
soggiogata: strano che non abbia fatto proprio nulla per smascherarlo
subito.
4. Oltre
che ritrovarsi in Omero (il famoso “tallone d’Achille”) la tradizione della
vulnerabilità parziale e locale di un eroe viene direttamente dalle saghe
nordiche. Che ci raccontano di Balder, figlio prediletto di Odin, ucciso da una
freccia di legno di vischio (l’unica cosa al mondo da cui la madre Frigg non aveva
pensato a proteggerlo) fabbricata dal malvagio e vendicativo Loki.
5.
Per capire che Siegfried potesse essere ammazzato a tradimento – con un colpo
di lancia alla schiena, nella fattispecie – bastava ampiamente la perspicacia
del vigliacco Hagen! Quella dell’immunizzazione di Siegfried da parte di Brünnhilde
è un’idea tanto accattivante quanto gratuita di Wagner: non si spiega infatti
come la ex-Valchiria, ormai ridotta allo stato umano al momento di congiungersi
a Siegfried, mantenesse ancora intatti alcuni poteri soprannaturali, come
quello di rendere invulnerabile un individuo.
6.
É singolare che Brünnhilde si auguri la morte di Siegfried e risparmi dalla sua
vendetta proprio i principali responsabili del misfatto.
7.
Francamente questo argomento di persuasione appare assai debole, e Wagner
avrebbe potuto risparmiarsi la relativa frase di Hagen: per Gunther il possesso
dell’Anello non è assolutamente un motivo sufficiente per decidere la morte di
Siegfried, come lui stesso ci confermerà subito dopo: è il supposto tradimento
(e relativo sputtanamento suo di fronte al mondo intero) che convinceranno
Gunther a concordare con gli altri due sulla sentenza capitale per Siegfried.
8. Ecco
un’altra delle stranezze (chiamiamole così) del testo wagneriano. Che Gutrune
fosse la causa immediata del tradimento di Siegfried nei suoi confronti, Brünnhilde
doveva già averlo capito fin dal suo arrivo a Ghibichheim, al momento in cui
Gunther le aveva presentato la coppia. Perchè scandalizzarsene solo adesso, a
ore e ore di distanza? Invece la spiegazione più logica sarebbe che in realtà
Brünnhilde cominci (comprensibilmente) proprio ora a sospettare della
macchinazione dei ghibicunghi, che hanno strumentalizzato Gutrune, usandola
come esca per... rubarle lo sposo (le brame di Hagen sull’anello le sono ancora
del tutto sconosciute). Ma allora perchè insistere, come farà tra poco, sulla
punizione capitale di Siegfried, invece di concedergli delle attenuanti, e
prendersela con Hagen&C? Non solo, ma Gunther – che non può non averla
udita, se si deve prestar fede alla didascalia - dovrebbe dedurre logicamente
che fra la donna e Siegfried ci fosse stato un precedente legame (ciò che
invece lui scoprirà con raccapriccio solo nel terz’atto, al momento di
apprenderlo dalla viva voce di Siegfried). Conseguentemente Gunther dovrebbe da
subito prendersela con il fratellastro imbroglione e “perdonare” l’incolpevole
Siegfried, invece di mandarlo a morte. Col che però tutto il seguito del dramma
andrebbe a farsi friggere. (Per la verità avevamo già notato nella scena
precedente la scarsa rapidità di comprendonio del sovrano ghibicungo...)
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