La
prima scena dell’atto centrale del Siegfried ha come protagonisti due vecchi
nemici, che non si incontravano dai tempi del Rheingold. Allora Wotan aveva
confiscato l’anello al nano e (per poco, fino all’arrivo di Erda) aveva creduto
di essere onnipotente ed eterno. Alberich invece era piombato dalla più grande
euforia conferitagli dal possesso dell’anello alla più cupa disperazione, per
la perdita del massimo strumento di potere.
Da
allora tanta acqua è passata sotto i ponti e la condizione dei due è assai
mutata: Wotan, annichilito dal drammatico confronto con Fricka e dalla dolorosa
rinuncia a Siegmund, sta ormai vagando per il mondo, consapevole del suo
fallimento e dell’inevitabilità della fine, anche se istintivamente continua a
sperare in Siegfried. Alberich invece è più che mai deciso a riappropriarsi
dell’anello e se ne sta nei pressi della caverna di Fafner aspettando il
momento propizio per l’azione: lui sa - evidentemente avendo spiato le mosse di
Mime – che Siegfried arriverà lì per far secco Fafner, e si prepara ad
intervenire(1).
L’incontro
fra i due fornisce a Wagner lo spunto per proporci un altro dei suoi riassunti delle puntate precedenti e
quindi per farci risentire motivi che erano già arrivati alle nostre orecchie
nelle prime due opere del suo quadripartito dramma. Riascolteremo quindi musica
che viene da lontano, dal Rheingold e dalla Walküre.
A
cominciare dal cupo preludio, che mirabilmente ci prefigura lo scenario; benchè
il sipario sia ancora abbassato, noi con l’orecchio già vediamo, nella notte fonda, nei pressi di Neidhöhle(2),
Alberich che, acquattato nella boscaglia davanti alla grotta occupata da
Fafner, osserva, ascolta e pensa. Sul tremolo di viole e violoncelli compare
infatti, rabbividente nei contrabbassi, la quartina ascendente di semibiscrome
(SOLb-LAb-SIb-SI) sfociante sul DO, che
ricorda da vicinissimo Alberich e il suo motivo dell’annientamento, comparso per la prima volta nel Rheingold dopo che
il nano, derubato dei suoi tesori e dell’anello, aveva maledetto chiunque ne
venisse in possesso, cominciando già a covare il desiderio di vendetta!
E
su quel DO cosa compare ora alla nostra vista
auditiva? Il motivo dei Giganti,
nei timpani, che ci dice che Fafner deve trovarsi proprio lì nei pressi. Ma
attenzione, mentre nel Rheingold il motivo si muoveva da dominante a tonica, un
intervallo normale, rispettoso delle buone regole della convivenza… musicale,
così come i Giganti, pur ignoranti e volgari, erano rispettosi di quelle della
convivenza civile, qui invece scende dalla tonica alla quarta aumentata,
DO-FA#, accipicchia: un tritono!
Straordinaria variazione tematica che, nella sua infinitesima dimensione, ci
presenta un concetto di portata colossale: Fafner non è più un essere rozzo, ma
in fin dei conti onesto: adesso è diventato un mostro spaventevole, dopo
essersi macchiato di colpe gravissime, quali l’assassinio e il furto; e il diabolus in musica ne descrive
perfettamente la natura, cosa di cui avremo conferma tra poco, quando udiremo
Fafner letteralmente esprimersi soltanto attraverso tritoni!
Ma
c’è un’altra informazione che la musica del preludio ci trasmette: le fattezze
del drago in cui Fafner si è trasformato. È il contrabbasso-tuba (poi
supportato dai tromboni) a descriverle, intonando il motivo che per la prima
volta avevamo udito nella terza scena del Rheingold, allorquando era stato
Alberich a trasformarsi in drago, per mostrare a Wotan-Loge i poteri del
Tarnhelm. Dapprima lento, poi un poco più mosso, quasi a rappresentarci il
sonno non proprio tranquillo del drago.
Questi
tre motivi sono esposti con un perfetto contrappunto per 31 battute (3/4) in
tempo pesante e strascicato, poi ecco una specie di bagliore che balena – due
volte a breve distanza di tempo - nei fiati: ci riconosciamo il tema dell’anello, che forse Alberich crede di
veder brillare nel buio della grotta di Fafner.
Ma
ora, terrificante pur se sommesso, ecco alzarsi, nei tre tromboni e per due
volte, prima dal FA#, poi dal SOL, il motivo della maledizione, mai così pertinente come in questa circostanza: non
solo perchè Alberich la ripete dentro di sé, ma perché ormai, anche per Fafner,
sta arrivando il momento di pagarle il suo ineluttabile tributo! Ora la
tensione aumenta (il tempo passa a 12/8), il motivo dell’annientamento si fa
sempre più insistente e infine la maledizione esplode in un crescendo che
sfocia in due battute micidiali: dove udiamo, sovrapposti, il tema dei giganti,
quello dell’annientamento e, soprattutto, quello della schiavitù (SOL-FA#). In sintesi: Fafner sta per cadere vittima
della schiavitù dell’anello, e della volontà di annientamento di Alberich!
Il
sipario ora si alza e Alberich ci spiega ciò che la musica già ci aveva
perfettamente anticipato.
___
Note:
1.
Abbiamo appreso da Wotan, nella Walküre, della paternità di Alberich. Il cui
figlio, Hagen, incontreremo però solo in Götterdämmerung. Evidentemente Wagner
non volle, come dire, bruciarsi questa carta anzitempo, anche se obiettivamente
Alberich avrebbe potuto giovarsi dell’aiuto del figlio in una circostanza così
delicata.
2.
L’intera vicenda del Siegfried si svolge nel lasso di tempo di meno di tre giorni: dal mattino alla sera (primo atto); nella notte e nel giorno seguente (secondo atto) e nella notte e giorno ancora successivo (terzo
atto).
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