11 feb 2014

5.1.2.5 Götterdämmerung – Prologo (II): in viaggio verso il mondo.

Dunque, Siegfried ha preso Grane per le briglie e si incammina giù per il pendio, scomparendo alla nostra vista, per andarsene finalmente - come aveva dichiarato di voler fare fin da quando lo avevamo conosciuto da ragazzino selvaggio – a scoprire il mondo. È accompagnato appropriatamente da due temi: quello del suo Grido (urlato da oboi, clarinetti e corni) contrappuntato (in tromba bassa e terzo trombone) da quello della Cavalcata, chè lui ora possiede un mezzo di locomozione equino. Essi sfociano, sempre in fortissimo e con piena consequenzialità, in quello della Libertà(1), con nuove sporadiche apparizioni (in tromba bassa e prima tromba) di quello della Cavalcata.

Brünnhilde ha seguito Siegfried fin sull’orlo del pendio ed ora la vediamo (anzi… ascoltiamo attraverso l’orchestra) osservare l’eroe che si allontana: allacciandosi al RE (sensibile del MIb che caratterizzava Siegfried) ecco che il suo tema adulto si slancia in alto di un tritono (!) arrivando al LA maggiore, dove passa da una sezione all’altra dell’orchestra, fino a quando Siegfried sembra scomparire anche alla vista della donna amata.

Sì, perché ormai sta arrivando in basso, forse scorge in lontananza la sponda del Reno: con una brusca modulazione a FA maggiore, ecco risuonare nel corno il tema inconfondibile del suo Grido. Ancora un fugace inciso di Brünnhilde che ormai lo sta perdendo di vista e gli lancia un ultimo saluto, dopodichè in orchestra esplode in tutta la sua pienezza il motivo della Decisione d’amare, che i due avevano intonato alla chiusa del Siegfried. Un motivo che, al di là della chiara valenza spirituale, richiama irresistibilmente anche l’atto materiale di scendere a balzelloni, e con temporanee risalite, lungo un crinale scosceso. Qui Wagner prescrive che il sipario cali bruscamente, e non per nulla: dobbiamo infatti prepararci a… traslocare in un nuovo mondo.

È il viaggio di Siegfried, il Rheinfahrt, a preparare l’approdo a quello che scopriremo essere un ambiente falsamente accogliente, in realtà un luogo di perdizione! È una vera e propria “rapsodia renana”, costruita fondendo in mirabile simbiosi e con orchestrazione lussureggiante i vari temi legati in qualche modo al grande fiume, comparsi fin dal Rheingold, con quelli di Siegfried.

La prima parte del viaggio vede Siegfried ancora in fase di discesa dalla rupe di Brünnhilde,  come ci precisa la comparsa, accanto al tema del Grido, adesso divenuto più tranquillo e disteso (il tratto più scosceso del crinale è stato evidentemente superato) del motivo del fuoco di Loge, che tuttora avvolge i piedi della roccia di Brünnhilde: per Siegfried ormai dev’essere uno scherzo attraversarlo, almeno a giudicare dalla languida forma che il tema ha assunto.

Finalmente siamo sulla sponda del grande fiume. Che musica ci accoglie qui? Pare di essere tornati al Preludio del Rheingold: l’Elemento primordiale in tutti i fiati contrappuntato dall’Ondeggiamento negli archi; però la tonalità ha di nuovo virato al LA maggiore, che si trova ancora una volta a distanza di un malefico tritono dal MIb della Vigilia! Ed è quasi per ribellarsi a questa specie di eresia che Wagner introduce una disperata modulazione al MIb, proprio mentre il tema dell’Elemento primordiale sfuma temporaneamente in quello speculare del Crepuscolo, prima di riprendere il suo corso in MIb. (Quanti significati, quanti concetti, quante allegorie si annidano in poche battute di musica!)

Adesso all’Elemento primordiale segue il Canto delle Figlie del Reno, ma ancora una volta nella sua versione dolente, quella cantata dalle tre ninfe desolate alla fine del Rheingold; per di più contrappuntata nei fagotti e violoncelli da cupi incisi del Grido di Siegfried, poi da quelli dell’Oro, nelle trombe. Altro chiaro indizio di malessere, di instabilità, altre nuvole che si addensano su uno scenario che pareva presentare tutte le caratteristiche del trionfo e della felicità.  

Ma non è finita: compare anche il tema dell’Anello, nella forma in cui originariamente lo avevamo ascoltato dalla voce di Wellgunde, sui versi “Der Welt Erbe gewänne zu eigen…” (Il retaggio del mondo a sé conquisterebbe…); poi qui (come là) sfocia in quello della Rinunzia, due volte, seguito da due sinistre apparizioni del tema dell’Oro, prima nel corno, poi nella tromba bassa(2).

Insomma, dobbiamo cominciare a pensare che il buon Siegfried si stia pericolosamente inoltrando in un mondo poco raccomandabile? Ahilui, pare proprio di sì, almeno a giudicare dalla rabbrividente presenza del tema della Schiavitù e dal torvo Grido di dominazione nibelungico che accompagnano l’alzata del sipario sul… nostro mondo.  
___
Note:
1. Psicologicamente interessante qui il richiamo alla (apparente?) contraddittorietà dei concetti di amore coniugale e libertà dell’individuo (del maschio, in particolare!) In fin dei conti, e considerati pure tutti i mutatis-mutandis del caso, il rapporto di Siegfried con Brünnhilde, ancora fresco-fresco, non pare però incamminarsi su una strada troppo diversa rispetto a quella, non propriamente commendevole, percorsa da nonno Wotan con Fricka!
2. Pensiamo a quale effetto ci farebbero (o non ci farebbero) questi temi se noi li udissimo esclusivamente e per la prima volta qui, senza avere alle spalle le giornate precedenti, dove avevamo imparato a conoscerne i più profondi significati.  

Nessun commento:

Powered By Blogger
Helle Flammen scheinen in dem Saal der Götter aufzuschlagen. Als die Götter von den Flammen gänzlich verhüllt sind, fällt der Vorhang.
(Chiare fiamme sembrano prorompere nella sala degli dèi. Come gli dèi sono dalle fiamme totalmente avvolti, cade il sipario.)
(Götterdämmerung – L’ultima immagine del Ring)
*****
fram sé ec lengra um ragna röc (da lontano scorgo il destino degli dèi)
(Edda Poetica – Völuspá - Profezia della Veggente)
*****
orð mér af orði orðs leitaði (parola da parola mi condusse a parole)
(Edda Poetica – Hávamál – Píslir og rúnir, Discorso Runico di Odin)
*****
Il principio degli esseri è l'infinito… in ciò da cui gli esseri traggono la loro origine, ivi si compie altresì la loro dissoluzione, secondo necessità: infatti reciprocamente scontano la pena e pagano la colpa commessa, secondo l'ordine del tempo... (Anassimandro, 600 A.C.)
*****
L'"intento" degli dèi sarebbe compiuto quand'essi giungessero ad annullarsi nella creazione dell'uomo, quando cioè essi si spogliassero d'ogni influsso immediato sopra la libertà della coscienza umana. (RW: Abbozzo in prosa del 1848)
*****
La tetralogia L'Anello del Nibelungo può considerarsi un'epopea cosmogonica la cui prima e la cui ultima parola è l'elemento assoluto manifesto e pensabile come «acqua» ed esprimibile come «musica» cioè suono del beato silenzio: è l'enorme pedale in MI bemolle, di cui la tonica isolata è sostenuta per molte battute, al principio della prima Giornata del dramma, L'Oro del Reno, ed è la frase finale di due battute sull'accordo di terza di RE bemolle, al termine dell'ultima Giornata, Il Crepuscolo degli dei. (Augusto Hermet 1889-1954 - “La Parola Originaria”)
*****
…musica che è già in sé drammaturgia assoluta e autosufficiente, e chi ha un barlume di intelligenza sa che la musica è prima del mondo, e che è il mondo a modellarsi sulla musica… (Quirino Principe)

Perchè Wagner va studiato

Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi (in buona misura) si possono godere senza particolari prerequisiti (studi di musica o musicologia): un buon “orecchio” e un minimo di predisposizione sono più che sufficienti per apprezzare le loro opere e godere delle infinite “perle musicali” che contengono. Poi, lo studio servirà certamente ad approfondire i particolari delle composizioni, i retroscena, i nessi causa-effetto, e in fin dei conti ad apprezzare ancor più e meglio quelle opere.

Con Wagner la cosa non funziona proprio, così come difficilmente funziona – nel campo della musica strumentale – con Mozart o Beethoven o Bruckner, per fare solo qualche nome. È francamente difficile poter comprendere ed apprezzare fino in fondo una sinfonia di Beethoven, se non si ha un minimo di conoscenza delle forme musicali, del linguaggio sinfonico e, soprattutto, del “programma interno” che sta alla base della composizione. Senza di questi, si potrà magari godere una frase musicale particolarmente accattivante (come accade, per dire, ascoltando un balletto di Ciajkovski o un walzer di Strauss) ma difficilmente si potrà raggiungere quella particolare condizione di piena e completa “conoscenza-coscienza” di quell’opera d’arte.

Le opere di Wagner (parlo qui delle sette ultime, Ring, Tristan, Meistersinger e Parsifal, ma in qualche misura ciò vale anche per Lohengrin) sono un insieme inscindibile di poema, musica e didascalie di scena, insomma: tutto ciò che troviamo scritto sulla partitura. E quindi: limitarsi ad ascoltare la musica, senza comprendere le parole che vengono cantate (o declamate) fa correre il rischio di non capir nulla (come minimo) e di annoiarsi, quando non addirittura di cadere in uno stato di esasperazione e maledire Wagner per il resto dei propri giorni, rifiutando ogni e qualunque successivo contatto. Sì, perché Wagner non scrive “musica che si serve di parole (più o meno pertinenti) per manifestarsi”; ma si esprime in parole-musica, un insieme del tutto inscindibile. Allo stesso modo, per un regista o scenografo, ignorare – o, peggio ancora, contraddire – le didascalie poste da Wagner in partitura, significa ignorare o addirittura stravolgere le intenzioni dell’autore, e distorcerne totalmente il pensiero e il messaggio artistico.

Il Ring (“L’Anello del Nibelungo”, detto volgarmente “Tetralogia”, essendo costituito da quattro opere) è certamente l’esempio più completo e palpabile della wagneriana “Gesamt-Kunst-Werk” (Opera d’Arte Totale).

daland

Mani-avanti / Disclaimer

Questo blog non è, nè vuol essere, nè intende diventare, una testata giornalistica. Viene aggiornato senza alcuna periodicità, a mera discrezione dell’autore.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Con l'atto della pubblicazione, l'autore di ciascun commento dichiara la propria esclusiva responsabilità per i contenuti dello stesso, sollevando questo blog ed il suo autore da ogni e qualsivoglia responsabilità.
Tutti i contenuti del blog sono prodotti ai soli fini divulgativi e di analisi critica; nel caso di violazione del diritto di copyright saranno immediatamente rimossi previa comunicazione da parte del titolare.

Any copyrighted material on these pages is included as "fair use", for the purpose of study, review or critical analysis only, and will be removed at the request of copyright owner(s).