Dunque,
Siegfried ha preso Grane per le briglie e si incammina giù per il pendio, scomparendo
alla nostra vista, per andarsene finalmente - come aveva dichiarato di voler
fare fin da quando lo avevamo conosciuto da ragazzino selvaggio – a scoprire il
mondo. È accompagnato appropriatamente da due temi: quello del suo Grido
(urlato da oboi, clarinetti e corni) contrappuntato (in tromba bassa e terzo
trombone) da quello della Cavalcata, chè lui ora possiede un mezzo di
locomozione equino. Essi sfociano, sempre in fortissimo
e con piena consequenzialità, in quello della Libertà(1), con nuove sporadiche
apparizioni (in tromba bassa e prima tromba) di quello della Cavalcata.
Brünnhilde
ha seguito Siegfried fin sull’orlo del pendio ed ora la vediamo (anzi…
ascoltiamo attraverso l’orchestra) osservare l’eroe che si allontana: allacciandosi
al RE (sensibile del MIb che caratterizzava Siegfried) ecco che il suo tema
adulto si slancia in alto di un tritono (!) arrivando al LA maggiore, dove passa
da una sezione all’altra dell’orchestra, fino a quando Siegfried sembra scomparire
anche alla vista della donna amata.
Sì,
perché ormai sta arrivando in basso, forse scorge in lontananza la sponda del
Reno: con una brusca modulazione a FA maggiore, ecco risuonare nel corno il tema
inconfondibile del suo Grido. Ancora un fugace inciso di Brünnhilde che ormai
lo sta perdendo di vista e gli lancia un ultimo saluto, dopodichè in orchestra
esplode in tutta la sua pienezza il motivo della Decisione d’amare, che i due avevano intonato alla chiusa del Siegfried.
Un motivo che, al di là della chiara valenza spirituale, richiama
irresistibilmente anche l’atto materiale di scendere a balzelloni, e con
temporanee risalite, lungo un crinale scosceso. Qui Wagner prescrive che il
sipario cali bruscamente, e non per nulla: dobbiamo infatti prepararci a…
traslocare in un nuovo mondo.
È
il viaggio di Siegfried, il Rheinfahrt,
a preparare l’approdo a quello che scopriremo essere un ambiente falsamente
accogliente, in realtà un luogo di perdizione! È una vera e propria “rapsodia
renana”, costruita fondendo in mirabile simbiosi e con orchestrazione
lussureggiante i vari temi legati in qualche modo al grande fiume, comparsi fin
dal Rheingold, con quelli di Siegfried.
La
prima parte del viaggio vede Siegfried ancora in fase di discesa dalla rupe di Brünnhilde,
come ci precisa la comparsa, accanto al
tema del Grido, adesso divenuto più tranquillo e disteso (il tratto più scosceso
del crinale è stato evidentemente superato) del motivo del fuoco di Loge, che
tuttora avvolge i piedi della roccia di Brünnhilde: per Siegfried ormai dev’essere
uno scherzo attraversarlo, almeno a giudicare dalla languida forma che il tema
ha assunto.
Finalmente
siamo sulla sponda del grande fiume. Che musica ci accoglie qui? Pare di essere
tornati al Preludio del Rheingold: l’Elemento primordiale in tutti i fiati
contrappuntato dall’Ondeggiamento negli archi; però la tonalità ha di nuovo
virato al LA maggiore, che si trova ancora una volta a distanza di un malefico tritono
dal MIb della Vigilia! Ed è quasi per ribellarsi a questa specie di eresia che
Wagner introduce una disperata modulazione al MIb, proprio mentre il tema dell’Elemento
primordiale sfuma temporaneamente in quello speculare del Crepuscolo, prima di
riprendere il suo corso in MIb. (Quanti significati, quanti concetti, quante
allegorie si annidano in poche battute di musica!)
Adesso
all’Elemento primordiale segue il Canto delle Figlie del Reno, ma ancora una
volta nella sua versione dolente, quella cantata dalle tre ninfe desolate alla
fine del Rheingold; per di più contrappuntata nei fagotti e violoncelli da cupi
incisi del Grido di Siegfried, poi da quelli dell’Oro, nelle trombe. Altro
chiaro indizio di malessere, di instabilità, altre nuvole che si addensano su
uno scenario che pareva presentare tutte le caratteristiche del trionfo e della
felicità.
Ma
non è finita: compare anche il tema dell’Anello, nella forma in cui
originariamente lo avevamo ascoltato dalla voce di Wellgunde, sui versi “Der
Welt Erbe gewänne zu eigen…” (Il retaggio del mondo a
sé conquisterebbe…); poi qui (come là) sfocia in quello della Rinunzia, due
volte, seguito da due sinistre apparizioni del tema dell’Oro, prima nel corno,
poi nella tromba bassa(2).
Insomma, dobbiamo cominciare a pensare che il buon Siegfried si stia
pericolosamente inoltrando in un mondo poco raccomandabile? Ahilui, pare
proprio di sì, almeno a giudicare dalla rabbrividente presenza del tema della Schiavitù
e dal torvo Grido di dominazione nibelungico che accompagnano l’alzata del
sipario sul… nostro mondo.
___
Note:
1. Psicologicamente interessante qui
il richiamo alla (apparente?) contraddittorietà dei concetti di amore coniugale
e libertà dell’individuo (del maschio, in particolare!) In fin dei conti, e considerati
pure tutti i mutatis-mutandis del
caso, il rapporto di Siegfried con Brünnhilde, ancora fresco-fresco, non pare però
incamminarsi su una strada troppo diversa rispetto a quella, non propriamente
commendevole, percorsa da nonno Wotan con Fricka!
2. Pensiamo a quale effetto ci
farebbero (o non ci farebbero) questi
temi se noi li udissimo esclusivamente e per la prima volta qui, senza avere
alle spalle le giornate precedenti, dove avevamo imparato a conoscerne i più
profondi significati.
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