La
sera sta avanzando e il calar della luce
diurna rende sempre più visibili le lingue di fuoco che sfiorano la sommità
della rupe di Brünnhilde, immancabilmente accompagnate dal relativo tema dell’Incantesimo del fuoco, in forma
allargata (proprio come lo avevamo udito in occasione della prima scalata di
Siegfried). Brünnhilde commenta il fenomeno (“Abendlich
Dämmern deckt den Himmel“, Crepuscolo di sera ricopre il cielo) con
incantata serenità, in un sognante LAb maggiore, salito dal SOLb del tema dell’Incantesimo.
Ma
ecco che le fiamme si fanno più vive e alte del solito, ormai superano la
sommità del monte; l’orchestra ribolle delle quartine di crome dei legni e di
quelle in semicroma degli archi; adesso le semicrome in staccato degli archi alti sono sempre più frenetiche e su esse si
erge, improvviso, solenne, grandioso(1), sfociante in SIb, il tema di
Siegfried! Brünnhilde, quasi sconvolta, ne urla il nome, mentre anche il tema
del Grido del fanciullo della foresta,
in FA maggiore, sempre nel corno dietro la scena, esplode in maniera davvero
colossale.
Sotto
il profilo della logica e del realismo, la cosa sembrerebbe a prima vista avere
pochissimo senso: perchè mai Siegfried dovrebbe “farsi annunciare” in musica così
platealmente, visto che sta arrivando lì sotto le mentite spoglie di Gunther?(2)
Un senso preciso invece lo ha, e come: basta spostarsi, da quella materiale, verso
la prospettiva psicologica. In effetti qui la musica di Wagner non ci sta
evocando la realtà esteriore (Siegfried in carne ed ossa che sopraggiunge,
fatto cui già avevamo assistito, anche musicalmente, nella giornata precedente,
in occasione della sua prima scalata alla rupe fiammeggiante) bensì le
sensazioni provate da Brünnhilde. Il cui subconscio evidentemente, nel momento
in cui lei percepisce l’avvicinarsi di qualcuno alla sua dimora, identifica
questo qualcuno – per definizione, e in modo del tutto automatico – con
Siegfried, nessun altro che lui! E quindi lei si prepara - emozionatissima - a
festeggiare il ritorno, forse ancora inatteso, certo imprevisto(3), dell’amato.
Perciò
corre col cuore in gola verso l’orlo della rupe per abbracciare il suo dio
(sic!) mentre ancora risuona il tema di Siegfried
nel corno, subito spalleggiato dalla tromba che ripete quello del Grido, poderoso quanto mai. Ma il FA che
lo chiude si schianta drammaticamente su un terrificante accordo a piena
orchestra: l’individuo che in quel preciso momento si è affacciato sull’altura
non è per nulla (o quanto meno non appare essere…) Siegfried!(4)
Brünnhilde
può solo gridare: tradimento! E non a caso le strappate sonore che si odono in
orchestra , chiuse da enormi intervalli discendenti, tutti superiori all’ottava
o a due ottave (DOb-FA, MIb-FA e LAb-FA) degli archi bassi e dei fagotti ci
immergono in atmosfere chiaramente… ghibicunghe, anzi ci ricordano precisamente
l’ideatore del vile tradimento: Hagen.
Alla
domanda della donna costernata (chi è arrivato presso di me?) prima di Gunther
rispondono i corni, esponendo in
sequenza i temi del Tarnhelm e dell’Inganno, quanto mai fra loro parenti(5):
e l’inganno di Siegfried è stato reso possibile da un altro inganno, quello di
Hagen, perpetrato tramite la magica pozione. Inganno che ha portato Siegfried a
prendere le sembianze di un ghibicungo, e non a caso è il caratteristico tema
puntato dei ghibicunghi (negli
ottoni, ma qui in tono minore e quasi dimesso, come Siegfried ancora non fosse
ben calato nella parte…) che introduce la sua risposta alla domanda della
donna.
Con
voce camuffata(6) in modo da sembrare proprio Gunther, Siegfried le
annuncia: un eroe ti ha raggiunto (ancora Tarnhelm
e Inganno, nei corni). Poi,
nuovamente sul motivo lento e dolente dei ghibicunghi:
ora tu mi dovrai seguire, per essere mia moglie. Preceduto dal semitono
discendente della schiavitù, che
accompagna la nuova domanda di Brünnhilde (chi è l’uomo che ha potuto compiere
ciò che è riservato solo al più forte?) è ancora il motivo del Tarnhelm che introduce la nuova risposta
di Siegfried, sul tema dell’Inganno:
un eroe, che ti sottometterà, se tu cercassi (qui ancora il tema dei ghibicunghi) di resistergli.
Brünnhilde
si dispera: sul motivo della schiavitù
si domanda se quell’essere non sia per caso uno spirito maligno, un’aquila
arrivata lì per dilaniarla. E chiede all’intruso, sul tema del Tarnhelm: ma tu sei davvero un uomo o
vieni dall’inferno? Ed è ancora l’Inganno
che anticipa significativamente la risposta di Siegfried: sono un ghibicungo, a
nome Gunther, e due intrusioni, nei violoncelli, del tema dell’annientamento, precedono la sua
intimazione (sorretta dal tema dei ghibicunghi):
donna, tu mi devi seguire!
Brünnhilde
a questo punto sbotta come una disperata, con un’undicesima discendente (LA-MIb): se la prende con Wotan, insinuando
che tutto ciò sia opera del padre, che deve aver evidentemente deciso di
punirla ancora, ed in modo davvero atroce. Sulle parole “Nun erseh' ich der Strafe Sinn“ (Ora io scorgo il senso
della punizione) ecco comparire nel suo canto un nuovo tema: quello della Follia della vendetta, che rende proprio
l’idea di una mente disturbata, incapace di raziocinio (tema che tornerà nel
second’atto, quando la vendetta si materializzerà contro Siegfried). E mentre i
legni fanno udire il tema della schiavitù,
lei impreca contro la vergogna in cui il padre l’ha di nuovo cacciata.
Un secco tritono, tipicamente ghibicungo, la zittisce, mentre l’annientamento introduce Siegfried, che reclama – accompagnato
dal motivo del Tarnhelm - il suo
diritto di preda, che intende subito esercitare, ordinando (tema dell’Inganno) alla donna di condurlo nella
sua grotta per essere lì sua moglie.
Brünnhilde,
in un disperato tentativo di difesa, gli oppone l’anello, il cui tema cerca
di imporsi, ma senza mai trovare la risalita, quindi per definizione risultando
inefficace. A nulla vale una fugace apparizione della chiusa del Grido di dominazione. Siegfried vanta il
suo diritto di maschio: l’anello deve andare necessariamente a Gunther. Lei
tenta ancora di opporsi, fidando nel potere dell’anello e sfidando quell’uomo
che lei considera un prepotente e un ladro(7).
Siegfried(Gunther)
si vede allora costretto ad agire con la forza: ed è il tema della Maledizione che sostiene le sue ragioni!
Quello della schiavitù invece
sottolinea l’inizio di un vero quanto brutale corpo-a-corpo fra i due, con lei che cerca di sfuggirgli e lui che
finalmente la immobilizza. Udiamo qui quasi affastellati, proprio in lotta fra
loro, i motivi della Cavalcata,
persino quello dell’Amore eroico (!)
ancora della Maledizione, dell’annientamento, della schiavitù e ovviamente dell'Anello, che Siegfried strappa(8) alla
donna e si infila al dito(9), come pegno di nozze.
Sembra
uno sberleffo atroce, ma mentre gli sguardi dei due si incontrano fugacemente,
i clarinetti hanno il coraggio di esalare il tema di Siegfried erede della potenza del mondo! Tocca subito dopo al corno
inglese accennare mestamente, in minore, al tema adulto di Brünnhilde; poi ancora il Tarnhelm chiude la disgraziata vicenda.
Il
tema dell’Inganno è a questo punto il
più appropriato per accompagnare le parole di Siegfried: ora sei mia, concedimi
la tua alcova. Ma è l’annientamento
che tiene banco, nei violoncelli! Poi il clarinetto basso ancora emette
flebilmente il tema adulto di Brünnhilde,
ormai sconsolata e rassegnata al peggio; e mentre lei entra nella sua stanza,
lo strumento reitera il tema della Follia
di vendetta, quasi una premonizione per ciò che accadrà fra non molto, in
quel di Gibichheim.
A
questo punto, improvviso, esplode in tutta l’orchestra il tema della Fedeltà, subito seguito da quello del Patto: Siegfried e Brünnhilde si
preparano infatti a passare la notte insieme ma – a differenza del primo
incontro, alla fine della seconda giornata del Ring - qui Siegfried, rimanendo
perfettamente fedele al patto con Gunther, di cui ha solo temporaneamente
assunto le sembianze, pone fra sé e la ex-Valchiria la propria Nothung, a far
da “custode della castità” della donna che dovrà andare in moglie al sodale,
del quale lui potrà così impalmare la sorella.
Ecco
perciò i due motivi che evocano il patto
scellerato di Siegfried con i ghibicunghi: quello di Gutrune, che incastona con due repliche quello della fratellanza di sangue, sul quale
Siegfried e Gunther avevano brindato con vino mescolato al loro sangue. La
tromba interviene nell’atmosfera di SI maggiore esponendo, nel suo canonico DO
maggiore, il tema della Spada, che Siegfried deporrà fra il suo corpo e quello
di Brünnhilde.
È
il motivo del Tarnhelm, lo strumento
che ha materialmente reso possibile tutta la squallida sceneggiata, che si
incarica di aprire la cadenza conclusiva di tutta l’orchestra. Lo segue,
brutalmente reiterato, quello dell’Inganno,
poi ecco per due volte farsi largo, prima negli archi, poi nei legni, quello di
Brünnhilde adulta. Un ultimo schianto
del motivo della Fedeltà, e poi è
ancora il Tarnhelm a dire l’ultima
parola. Ecco, la frittata è fatta!
___
Note:
1. Se
un solo corno (posto in lontananza, sulla scena) non basta a fornire un suono
sufficientemente imponente, dovrebbe essere rinforzato da una tromba! (nota di
Wagner in partitura).
2. Così
ci informa la didascalia, ma non è ben chiaro peraltro in cosa consista di
preciso il camuffamento, come noteremo fra poco.
3. Se
analizziamo i tempi tecnici della vicenda, dobbiamo constatare che questo
incontro fra (il mascherato) Siegfried e Brünnhilde avviene la sera stessa del
giorno che si era aperto con la seconda scena del Prologo. Ammesso – come
abbiamo già più volte ipotizzato - che questa segua immediatamente il finale
del Siegfried, potremmo quindi concludere che questo nuovo incontro avvenga a
36 ore di distanza dal primo: da un mattino inoltrato alla sera del giorno
successivo!
4. Siegfried,
ci dice Wagner, ha in testa il Tarnhelm, che gli lascia scoperti solo gli
occhi, quasi fosse un passamontagna. Naturale che Brünnhilde deduca a prima
vista trattarsi di un estraneo: soltanto in una farsa, o in uno scenario
goliardico (lontano le mille miglia da quello presente) e per farle una
sorpresa scherzosa, l’amato le si potrebbe presentare davanti conciato a quel
modo!
5. E
la faranno proprio da padroni, nel seguito della scena.
6. Il
tenore che impersona Siegfried si deve qui adattare (per simulare Gunther) alla
tessitura di basso-baritono.
7. Questa
è una comprensibile reazione della donna ad un fatto per lei funesto: ma per il
momento lei non avrebbe alcun elemento di prova – al di là di un generico
sospetto - per giudicare truffaldina l’azione di quell’uomo che la sta
conquistando.
8. Siegfried
si (re-)impossessa dell’anello con maniere non meno brusche di quelle impiegate
a suo tempo da “nonno Wotan” per sfilarlo dal dito di Alberich e poi da Fafner
per strapparlo a Fasolt! Anche questo è un chiaro effetto della “nuova”
personalità di Siegfried: adesso è diventato addirittura prepotente e ladro,
mentre a Neidhöhle aveva raccolto l’Anello con bambinesca ingenuità e assoluto
disinteresse. E fra poco lo troveremo addirittura nelle vesti del bugiardo!
9. Wagner
in effetti non ci dice che Siegfried si mette l’anello al dito proprio in
questo momento (glielo vedremo, con gli occhi di Brünnhilde, nell’atto
successivo).
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