Orbene,
torniamo adesso dal nostro giovane eroe, che ha appena deciso di “passare dalle
parole ai fatti”… e così si china sul volto di Brünnhilde, anzi chiude gli
occhi e vi si lascia letteralmente cadere, a corpo morto, stampando le sue
labbra su quelle della bella addormentata.
Un’orchestra
ridotta all’osso accompagna quel gesto, dapprima reiterando (viole e
violoncelli) il motivo della Rinunzia, poi (clarinetto basso) intonando una
variante del tema di Freia; tema che – dopo un’esalazione dell’Enigma del
destino nel trombone - su un tappeto dei fiati si trasferisce ai violoncelli,
poi agli oboi. Qui Brünnhilde apre gli occhi, sbattendo le palpebre e facendo
rimbalzare indietro, in piedi, uno stupefatto Siegfried.
Ancora
il tema di Freia dilaga adesso nelle viole, nei violini, nei violoncelli e
infine ancora nei violini, che lo innalzano, su un mirabile crescendo
orchestrale, fino ad un SI armonizzato sulla settima di dominante di MI
maggiore. Brünnhilde ora si è rizzata sui gomiti, e contempla lo spettacolo della
natura che torna a nutrire il suo sguardo.
E
qui abbiamo il celebre, straordinario, Saluto
al mondo! Il SI toccato poco prima si armonizza ora (con SOL e MI) a MI
minore, nei soli fiati, e da lì sale al DO maggiore. I due accordi sono retti
da una dinamica opposta: il MI minore
parte forte e poi diminuisce; il DO
maggiore parte pianissimo e poi
cresce fino al forte, dove entrano le
sei (!) arpe, e poi recede al piano, per far posto alla cadenza dei primi violini,
divisi a 3, che trillano sul FA# acuto e poi salgono su fino al MI sovracuto. Ci
sembra proprio di avere quella sensazione di semi-accecamento che si prova
riaprendo gli occhi, dopo un lungo sonno, in fronte al sole!
Brünnhilde
adesso ha alzato le braccia verso la terra e il cielo, a salutare il suo
ritorno alla realtà. Lunga pausa, poi ancora l’accordo di MI minore, nel soli
fiati, che stavolta vira al RE minore: anche qui dinamica analoga alla
precedente, con l’ingresso delle arpe e poi dei violini che salgono fino al FA
sovracuto.
Altra
pausa e, partendo ancora dal SI (del MI minore) nei fiati, una velocissima
scala ascendente di tutti gli archi ci riconduce a DO maggiore, dove udiamo il resto
del tema del Saluto, esposto dai violini: MI-FA-SOL-SOL-FA, con stasi sul FA in
tremolo, poi MI-FA-LA, fortissimo, sulla settima di dominante, da cui si scende
fino al MI sottostante per risalire, nei soli violini, al SI.
Fermiamoci
un attimo a considerare questo tema: come si è visto, tocca tutti i sette gradi
della scala diatonica di DO (dal SI iniziale al LA sovrastante, passando per DO,
RE, MI, FA e SOL) e si configura in sostanza come una mirabile allegoria
musicale della Natura; allegoria analoga a quella che Wagner ci aveva proposto
nel Preludio del Rheingold, là nel “mitologico” MIb, qui nel “laico” DO.(1)
Adesso
la figurazione dei quattro accordi (MI minore – DO maggiore e poi MI minore –
RE minore) e la seconda sezione del tema del Saluto si ripetono quasi identiche
a prima, ma ora a sostenere il canto di Brünnhilde: “Heil dir, Sonne!” (MI
minore – DO maggiore) con la voce che dal MI scende al SI, sale al DO e poi
sprofonda di un’ottava. “Heil dir, Licht!” (MI minore – RE minore) con la voce
che scende dal MI al SI e poi sale al RE. “Heil dir, leuchtender Tag!”, dove i
violini espongono il tema, mentre la voce scende di un’ottava (MI-MI) poi torna
sul MI sovrastante, scende a RE-DO e risale al SOL, con il violini che
completano il tema del Saluto. Un momento di grandissima emozione ed
esaltazione!
“Lang
war mein Schlaf”, fu lungo il mio sonno(2), esclama Brünnhilde, cantando sul motivo
dell’Enigma del destino, e poi si chiede: chi è l’eroe che mi ha risvegliata?
___
Note:
1. MIb e DO sono le tonalità
tradizionalmente evocanti la Natura.
2. Brünnhilde
ha dormito (nella penna di Wagner) per circa… 12 anni. Ma in termini di tempo
scenico (cioè il tempo dei drammi del Ring) anche di più: precisamente tanto
quanta è l’età di Siegfried! Il quale fu concepito (nel primo atto di Walküre)
la notte precedente a quella in cui Brünnhilde fu addormentata da Wotan.
Orbene, se a Siegfried dobbiamo dare almeno 16 anni, su per giù (le sue
“imprese” e le sue prerogative psico-sessuali escludono che sia più giovane) e ne
diamo come minimo altrettanti alla Brünnhilde che avevamo lasciato al termine
di Walküre, la conclusione è che Brünnhilde adesso ha abbondantemente passato
la trentina, ed avrebbe un’età precisamente doppia
di quella dell’innamorato! Però ci si può porre una domanda: gli anni di sonno
vanno conteggiati come vita biologica o no? Se no (supponendo che il letargo, a
mo’ di un’ibernazione, le abbia bloccato totalmente l’attività biologica) Brünnhilde avrebbe ancora 16 anni, la stessa età di Siegfried… Di cui è in ogni caso “ziastra”,
in quanto sorellastra (figlia di stesso padre, Wotan, e di madri diverse) di
sua madre Sieglinde.
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