Inizia
qui la terza e conclusiva (e più importante, rispetto agli sviluppi successivi
del dramma) sezione della scena prima. Il confronto-scontro fra le Rheintöchter
e Siegfried si sviluppa in modo abbastanza bizzarro, anche se è sostenuto da
una certa qual logica: analizziamone in dettaglio i tratti musicali, riassumendone
il contenuto.
Le
tre sorelle riemergono tosto dall’acqua, accompagnate dalle folate ascendenti
seguite dalle increspature cromatiche dell’orchestra (si passa, al solito,
dalla sopratonica alla sottostante sesta). Dopo una battuta di pausa, ecco una
repentina modulazione a LAb maggiore, sulla quale tonalità le tre ninfe
interrogano Siegfried riguardo al suo manifesto disappunto: le loro domande
vengono sostenute in orchestra dalla riesposizione dell’intera Sezione 1 del
tema del Grido di allegria, ma con le
seguenti varianti: una battuta aggiunta all’inizio con la salita da tonica a
sesta (sul richiamo “Siegfried!”) e la chiusa che invece di salire alla sesta
(FA) scende alla quinta abbassata, un RE che con il LAb produce un bel tritono. Che introduce la risposta del
nostro eroe, pronto a dissimulare il suo disappunto con una battuta salace: se
avete sedotto voi l’orso che ho perso, bene, ve lo lascio volentieri... La
tonalità è ancora subitaneamente mutata a RE maggiore e l’orchestra, sul tema
dello sguazzare, accompagna le ninfe
che ridono di gusto alla risposta di Siegfried.
Ora
le sorelle, accompagnate dal chiacchiericcio del loro Motteggio, gli domandano cosa lui sia disposto ad offrire se loro
gli procurano la preda. Siegfried ribatte di essere al verde e le invita ad
avanzargli una richiesta. L’orchestra, che aveva quasi taciuto, esplode nei
fiati il Canto delle Figlie del Reno
(LA-SOL) mentre la tromba bassa fa udire in DO l’inconfondibile tema dell’Oro. Però attenzione: il LA (dei primi
flauti, oboi e clarinetti) è accompagnato dal RE# (ancora un tritono!) dei secondi strumenti, oltre
che dal SI naturale dei terzi e dal SOL dei corni. Insomma, un’atmosfera assai
poco rassicurante (che si potrebbe facilmente scambiare per quella della schiavitù...) che prelude alla comparsa,
sempre negli strumentini, del tema dell’anello,
che si spegne significativamente su quello della rinunzia. È infatti all’anello che gli brilla al dito che le ninfe
chiedono a Siegfried di rinunciare! Siegfried ribatte che esso è per lui troppo
prezioso (gli è costato una lotta con un pericoloso drago(1), di cui si avverte il tema negli strumenti gravi) e che
non lo scambierebbe di sicuro con una zampa d’orso.
Allora
le ninfe lo canzonano, accusandolo di avarizia, spilorceria e scarso galateo
verso il gentil sesso. I loro sbeffeggi sono accompagnati da spezzoni del tema
del Grido di allegria, qui modulante
a LA maggiore, e del Motteggio.
Siegfried ribatte – sempre sulle increspature dell’inciso cromatico del tema
conduttore della scena - che se lui facesse loro un simile regalo, la sua donna
non la prenderebbe bene. Loro – sul cicaleccio del Motteggio, chiuso dallo sguazzare
- lo canzonano ancor più, ridendo quasi sguaiatamente mentre insinuano che la
sua donna lo tratti come uno zerbino e che lui ne abbia una paura fottuta. Al
che lui pensa di chiudere il discorso, con un secco rifiuto ad accogliere la
loro richiesta.
Ma
non sa quanto loro siano esperte nella tecnica dell’adescamento, per non dire
della pura carogneria(2). E infatti - la tonalità è tornata a FA maggiore – lui
deve incassare i loro sberleffi: su spezzoni della Sezione 2b e 2c del tema
principale (si notino le seste reiterate) le ninfe lo adulano e allo stesso
tempo lo offendono senza ritegno (così bello e amabile... e così avaro!) Ancora
i motivi dello sguazzare e del Motteggio accompagnano le ninfe che se
ne tornano sott’acqua.
Siegfried
si sente toccato nel vivo – il Motteggio
delle tre creature acquatiche sembra ancora perseguitarlo - e per mostrare la
sua superiorità pensa nientemeno che di liberarsi dell’anello(3): così, sulla
Sezione 1a e 1b del tema principale, ora virato a LA maggiore, chiama le ninfe
e glielo offre. La sua frase si chiude (sulla parola “Ring”) con un FA
naturale, seguito in violini e viole da una scalata in tremolo che sbocca in un
LA (sesta di DO, momentaneamente subentrato) sinistramente armonizzato. Il
quale degrada cromaticamente al FA# (sesta del LA che ritornerà presto) mentre
Flosshilde rifiuta l’offerta di Siegfried, almeno fino a quando lui non sarà
informato di ciò che l’anello nasconde; ed è la tromba bassa a chiarire di che
si tratta, esponendo il motivo dell’Oro sinistramente storpiato: SOL-SI-RE#-SOL.
È il tema dell’anello adesso ad
entrare con prepotenza, mentre le tre sorelle promettono a Siegfried la
serenità conseguente alla liberazione dalla maledizione che grava sull’oggetto
che lui porta al dito: e la chiusa del loro avvertimento è cantata
significativamente sul tema della rinunzia.
Siegfried
allora chiede di esserne reso edotto. I violini rispondono dapprima con il tema
dell’anello, poi ribadiscono quello della
rinunzia, mentre le tre ninfe
raccontano succintamente a Siegfried tutta la storia dell’anello e della
relativa maledizione che porta immancabilmente la morte al suo possessore. Iniziano
con un triplice richiamo (“Siegfried!”) su altrettante comparse del tema della schiavitù (FA-MI, FA-MI, SOL-FA#)
accompagnato dalle biscrome, poi semicrome ascendenti dell’annientamento. “Schlimmes wissen wir dir”
(ti notifichiamo sciagure) proseguono, su un sinistro tritono (FA#-DO). Ancora il tema dell’anello imperversa in orchestra, con una comparsa di quello dell’Oro nel corno, sul ricordo di come esso venne strappato al Reno per farci l’anello, poi perduto da chi lo aveva
forgiato. Adesso si fa strada, protervo, nelle voci e in oboe e trombe, il tema
della maledizione, poichè le ninfe
ricordano come l’anello fu, appunto, maledetto e con lui tutti i suoi
possessori o aspiranti tali. Quindi le ninfe ammoniscono Siegfried: anche tu
verrai abbattuto, come tu abbattesti il drago; e oggi stesso (ancora la maledizione, nelle trombe).
Adesso
torna il tema della schiavitù,
contrappuntato in violoncelli e viole da quello inconfondibile dei Nibelunghi, mentre le ninfe aggiungono:
se vuoi salvarti, rendici l’anello, perchè venga restituito alle acque del
Reno. E i corni ci ricordano mirabilmente quella variante del Canto delle ninfe che avevamo udito alla
fine del Rheingold proprio sulle parole “Gebt uns das Gold” (restituiscici
l’oro) con le quali le tre sorelle sconsolate avevano implorato Wotan! Poi
concludono: “Nur seine Flut sühnet den Fluch!”
(Il suo flutto soltanto estinguerà la maledizione!)
e qui torna quello straordinario arco melodico costituito dall’ascesa dell’Elemento primordiale seguita dalla
discessa del Crepuscolo. I tromboni
si incaricano di suggellare il tutto con un ultimo, misterioso, perchè? (l’Enigma del destino).
Siegfried
non crede una parola di ciò che ha udito: sulla sezione cromatica del Canto di allegria risponde di essersi
convinto che le tre sorelle, dopo le lusinghe e le canzonature, siano passate a
inventarsi assurde minacce pur di ottenere da lui ciò che desiderano. Loro, su
due nuove ricorrenze della schiavitù
(“Siegfried! Siegfried!”, FA-MI e SOL-FA#, inframmezzate dall’annientamento) rincarano la dose,
tirando in ballo anche le Norne (tema del Crepuscolo)
e il loro filo del destino. Un intervento perentorio del Patto negli archi bassi anticipa la presuntuosa esternazione di
Siegfried, mentre in orchestra si agita ancora l’anello: la mia Nothung ha saputo spezzare una lancia, così saprà
recidere d’un sol colpo – e qui la tromba bassa fa udire il tema originale di Siegfried - anche la fune del destino. E
la prima tromba esplode allora (in SI) il tema (ampliato) della Spada!
Quanto
alla maledizione, già un drago me ne avvertì (timpani e contrabbassi ricordano
il tema dei Giganti) ma senza
riuscire ad insegnarmi la paura(4) (tema della rinunzia, nei legni).
Ecco ora i fiati esporre due ricorrenze (in MIb) del Canto delle Figlie del Reno: perchè mai? Qui il riferimento
immediato è all’oro e all’anello, che Siegfried sta ora contemplando, ma forse
c’è dietro anche un richiamo criptico e subliminale: avevamo (nel Siegfried)
udito quel tema in riferimento a Brünnhilde; orbene, fu proprio la fanciulla ad
insegnare a Siegfried la paura!
Dopo
uno schianto orchestrale sul MIb armonizzato in sesta minore, Siegfried espone
la sua discutibile filosofia riguardo all’anello e alla vita in generale: su un
cupo ritorno del tema del Walhall
afferma che, gli potesse pure procurare l’intera eredità del mondo,
quell’anello lui lo cederebbe volentieri in cambio di... amoroso favore (!) Se
mi darete piacere (“Lust”!) lo avrete, canta su spezzoni del tema del Grido di allegria(5)... Viceversa, se
vengono minacciati il suo corpo e la sua vita, allora mai lo cederà. Ed è una
reminiscenza nientemeno che del tema del Grido
di dominazione a suggellare il proclama! Perchè lui, della sua vita è il
solo e unico signore, e la può gettare in qualunque momento, come fa con una
zolla raccolta lì per lì da terra (gli archi percorrono una salita e una
discesa di semicrome che ben rappresentano quel gesto)!
Accompagnate
da una variante sinistra del loro sguazzare,
le tre Figlie del Reno, allibite, abbandonano Siegfried, deprecandone
vanagloria e stupidità(6). Lungo cinque folate ascendenti di violini e viole
mutuate dalla Sezione 1a del tema principale della scena, le tre sorelle
cantano (“Eide schwur er”) - scendendo da sopratonica SOL a sesta RE (sempre
questi due gradi...) e da qui alla sottodominante SIb - la loro accusa:
Sigfried ha fatto giuramenti che poi non ha mantenuto. Altre cinque folate
degli archi, un tono più in alto (SOL) come a rincarare la dose, ed ecco la
nuova accusa: Siegfried conosce le leggi ma non le rispetta!
Qui
una nuova modulazione (da SOL a REb, un tritono...
che fa pensare proprio a uno scenario agli antipodi(7)) ci conduce al tema di Brünhhilde donna (poi ripreso nella
sottodominante SOLb). Sì, perchè le ninfe rammentano che un bene preziosissimo
era stato affidato a quel disgraziato di Siegfried che manco sa, poveraccio, di
averlo buttato alle ortiche! E per cosa poi? Per curarsi di un oggetto che lo
porterà alla perdizione: inutile dire che qui il tema dell’anello imperversa a lungo nei legni, mentre le sorelle salutano lo
stolto Siegfried, sicure che fra poche ore una superba donna ne raccoglierà la disprezzata
eredità e soddisferà il loro desiderio.
La
tonalità vira dapprima a LAb e da qui torna al FA maggiore con la ripresa del
tema del Grido di allegria: a parte
alcune varianti di orchestrazione, vengono qui esposte precisamente le stesse
20 battute (2 strumentali + 18 di canto) che avevano accompagnato il precedente
“Weiala leia” delle ninfe, che si sono rituffate in acqua. Ma ora, a partire
dalla battuta 9 del canto delle sorelle, ecco intervenire in contrappunto
Siegfried, che si compiace narcisisticamente della sua capacità di resistenza a
lusinghe e minacce provenienti dal sesso
debole! Rimarchevole anche qui l’intuizione di Wagner: Siegfried canta
sempre nel canonico FA maggiore, ma in quasi continua asincronia rispetto alle
armonie (dettate dalla sesta e sopratonica) del tema conduttore: è un modo
esteticamente splendido (e musicalmente economico: una sorta di politonalità
ottenuta con l’impiego di una tonalità sola!) di sancire l’ambiguo rapporto di vicinanza-lontananza
che lega l’eroe alle ninfe.
Il
canto di Siegfried procede per 14 misure oltre quello delle acquatiche sorelle,
delle quali si continua ad udire lo sguazzare,
oltre a un ultimo “Lala!”, a cavallo del quale il nostro (davvero corrotto)
eroe si lascia andare ad una nuova esternazione (sulla Sezione 2b del tema
principale) degna di un qualsiasi dongiovanni da strapazzo: non fosse che sono
legato a Gutrune, una di queste zoccole me la sarei fatta volentieri! Lo sguazzare
prosegue ancora un po’, mentre le ninfe scompaiono nei flutti. Due ricorrenze
dell’inciso cromatico del tema principale ed altrettante varianti dello sguazzare paiono evocare i piccoli
vortici che si chiudono sui tre corpi ormai inabissati. Ecco, la missione è
compiuta: Siegfried porta ora al dito, oltre all’anello, anche la tremenda maledizione che ad esso si accompagna: è
il primo trombone ad esporne l’inconfondibile quanto spaventevole motivo.
___
Note:
1. Per come la racconta Siegfried,
sembrerebbe che lui, nel combattere il drago, avesse come obiettivo la
conquista dell’anello. Sappiamo che le cose andarono assai diversamente:
Siegfried affrontò il drago per scoprire (invano) la paura e solo a drago
ucciso, e su invito dell’Uccellino, si impadronì dell’anello, di cui prima di
uccidere Fafner manco conosceva l’esistenza.
2. Abbiamo conosciuto nel Rheingold
queste qualità... non proprio edificanti delle tre ondine.
3. Altra dimostrazione di instabilità
psicologica del nostro.
4. Come abbiamo fatto notare a suo
tempo nel Siegfried, Fafner (che parla genericamente di oro maledetto) mette in
guardia il ragazzo dalla macchinazione di Mime, non già dalla maledizione di
Alberich.
5. Ancora un Siegfried
irriconoscibile! E contraddittorio: ha appena affermato (e la ribadirà fra
poco) fedeltà alla sua donna, e adesso sarebbe disposto a tradirla per una sveltina con una donna di... fiume!?
6. Una sezione del loro canto, in
canone stretto, anticipa qualcosa delle future, parsifaliane, Fanciulle-fiore.
7. Sulle implicazioni di questo tritono (SOL-REb) si dovrà tornare
proprio alla fine della Tetralogia.
Nessun commento:
Posta un commento