Come
si è potuto constatare, dopo che il primo turno di esternazioni era stato
sufficientemente lungo e ricco di dettagli, il secondo è invece stato assai più
scarno di particolari, e caratterizzato da un crescente stato di agitazione
delle tre Norne.
Ebbene: questo andamento si acuisce vieppiù nel terzo
giro di filatura e di canto(1). Perché le cose, nella storia dell’Universo, sono
andate di male in peggio! Alla presunzione e vanagloria che avevano spinto
Wotan a farsi supremo regolatore delle vicende umane, adesso si è aggiunta la
disperata sete di potere materiale – in cambio del negato amore naturale - da
parte di Alberich.(2)
Sta
avvicinandosi l’alba, e sarà l’alba del giorno che farà precipitare gli eventi
in una spirale inarrestabile di sciagure. La Norna, che ha occhi allenati
all’oscurità, adesso che la notte sfuma comincia a non veder più chiaro neanche
nel passato: il filo del destino si sta terribilmente ingarbugliando nelle sue
mani.
Mentre
lei si dibatte in questa condizione di disagio, sottolineata da sonorità
cangianti e arcane dell’orchestra, improvvisamente ecco i clarinetti esporre,
per due volte, il circolare tema dell’Anello, seguito immediatamente dalla
chiusa di quello della Rinunzia e ancora da quello dell’Oro del Reno, nel primo
corno! E il tema del Canto delle Figlie del Reno subito sottolinea il vago
ricordo della Norna: Alberich che si impossessa dell’Oro (qui Wagner trova
davvero una sublime sintesi musicale di tanti concetti!) Ma altro lei non sa raccontare,
e così, sul tema dell’Enigma, chiama in causa la seconda, lanciandole il filo
del destino.
Mentre
i clarinetti, poi il corno inglese e gli oboi continuano impietosamente a
reiterare – per cinque volte - il tema dell’Anello, la seconda Norna lamenta
che il filo, annodato allo spuntone di roccia, ne è stato irrimediabilmente
intaccato: e il relativo tema sembra quasi contorcersi negli archi.
Dal
bisogno e dall’invidia(3) mi compare dinanzi l’Anello del Nibelungo, lamenta la
Norna. E il tema della Dominazione esplode ora, protervo davvero, a
sottolineare il danno provocato da questo peccato originale: il filo del
destino si sta spezzando sotto la tremenda maledizione che grava sull’Anello e che
da esso deriva!
Sai
tu che ne sarà, chiede alla terza Norna, quella addetta al futuro… e mentre lo
canta si ode, nella tromba bassa, il tema della Spada, nella sua originale
tonalità (DO maggiore) e con il suo energico cipiglio. È forse il segno che la Spada
(di Siegfried) porrà fine al dominio dell’Anello? Ma la chiusa, che invece che
sulla dominante SOL, sale alla sesta LA, trucemente armonizzata dai secondi violini
(MIb e FA#) non ci lascia troppe speranze…
La
terza Norna sembra colta di sorpresa dal filo lanciatole così in fretta; non
riesce a fissarlo, poiché è sempre più ingarbugliato e non si dipana più a
sufficienza. I corni esplodono (in FA) il tema del Grido del fanciullo della
foresta, poi la tromba lo riprende (in SOL). Contemporaneamente la Norna tira con
forza il filo verso di sé, ed ecco il… patatrac!
Il filo si è spezzato.
Domandiamoci
ora: perché mai il filo del destino si rompe al suono del tema del giovane
Siegfried(4)? Qual è qui il nesso causa-effetto? Dobbiamo pensare che Siegfried
sia semplicemente la vittima incolpevole di tutti i peccati che altri hanno
commesso in passato? O che invece sia lui, con la sua beata e scapestrata ignoranza
del mondo e della Storia, e con le sue precedenti(5) e prossime(6) deprecabili
azioni, a portare il mondo alla definitiva rovina?
Tocca
alla tromba bassa suggellare il disastro e spiegarcene la (o la più verosimile)
ragione: intonando il cupo tema della Maledizione! Seguito subito dopo da
quello del Crepuscolo degli dèi, che non fa che confermare le due precedenti
profezie della terza Norna.
Ora
alle Norne non resta che raggrupparsi al centro della scena, legarsi l’una
all’altra con le gugliate del filo spezzato e - ancora inseguite dalla
Maledizione - sprofondare giù, e questa volta per sempre, nel ventre della
terra, a raggiungere la madre-Erda!
Le
accompagna il tema del Sonno(7), seguito per due volte (corno inglese e primo
trombone) da quello – inesorabile quanto ormai abusato(8) - dell’Enigma del
destino.
___
Note:
1. Nella Siegfrieds Tod era questo il primo argomento trattato dalle Norne, cui seguiva il ricordo dei Giganti, quello di Fafner ucciso da Siegfried, poi dal di lui tradimento di Brünnhilde, indi dal perdono di lei e infine da un fugacissimo riferimento a Wotan, con fausti presentimenti.
2. La sequenza dei ricordi delle Norne e il livello di dettaglio degli stessi ci conferma che il peccato originale di Wotan (volto ad acquisire autorità e potere di influenza sul mondo, più che ad ammassare ricchezze sfruttando la schiavitù) maturò in tempi remotissimi, e molto antecedenti a quello di Alberich, evidentemente un peccato più “moderno”, caratteristico precisamente della civiltà e della società contemporanea a Wagner. Va poi aggiunto che leggende e Saghe ci raccontano con gran dettaglio (e dandogli grande importanza) le lotte di potere (fra dèi, nani, giganti, o etnìe diverse) lasciando invece a livello di vicende marginali gli aspetti legati alla sete di ricchezza di singoli individui come il bizzarro Andvari (ispiratore dell’Alberich wagneriano) o i fratelli Fafnir e Regin. A Wagner invece interessava di più mettere in luce proprio questi aspetti tipici della sua (e nostra) società.
2. La sequenza dei ricordi delle Norne e il livello di dettaglio degli stessi ci conferma che il peccato originale di Wotan (volto ad acquisire autorità e potere di influenza sul mondo, più che ad ammassare ricchezze sfruttando la schiavitù) maturò in tempi remotissimi, e molto antecedenti a quello di Alberich, evidentemente un peccato più “moderno”, caratteristico precisamente della civiltà e della società contemporanea a Wagner. Va poi aggiunto che leggende e Saghe ci raccontano con gran dettaglio (e dandogli grande importanza) le lotte di potere (fra dèi, nani, giganti, o etnìe diverse) lasciando invece a livello di vicende marginali gli aspetti legati alla sete di ricchezza di singoli individui come il bizzarro Andvari (ispiratore dell’Alberich wagneriano) o i fratelli Fafnir e Regin. A Wagner invece interessava di più mettere in luce proprio questi aspetti tipici della sua (e nostra) società.
3. Il bisogno è lo stato di
necessità che spinse Alberich – cui fu negato il diritto all’amore - al gesto
peccaminoso; l’invidia attanaglia e rode chiunque altro venga a conoscenza dell’Anello
e dei suoi poteri.
4. Come chiariremo in seguito, questo
tema rappresenta il Siegfried in carne ed
ossa, mentre il Siegfried come ideale
è impersonato dal tema emerso nella Walküre, al momento del suo concepimento.
5. In fin dei conti: fu lui a spezzare
la lancia di Wotan, distruggendo i Patti che reggevano l’ordine cosmico.
6. Ne
saremo testimoni fra poco, in casa ghibicunga.
7. La fine
delle Norne è in fondo la conseguenza inevitabile di quella della madre, che
nel Siegfried, dopo lo scontro con Wotan, aveva di fatto cessato la sua
attività divinatrice. E le figlie, che da lei ricevevano sapienza, ormai devono
a loro volta essere messe… a riposo. Anche questa è una novità della Götterdämmerung rispetto alla Siegfrieds Tod, che finiva con... tout va très bien, Madame la Marquise!
8. Claude Debussy,
che aveva seguito le orme di Nietzsche nel passare disinvoltamente dall’adorazione
ascetica alla condanna senza appello di Wagner, lamentava l’insopportabile
ripetitività di temi come questo, o come quello del Patto. Detto ciò, basterà
osservare come il suo capolavoro assoluto (Pelléas) faccia propri tutti – ma proprio
tutti – i princìpi di Wagner a proposito del dramma musicale, Leitmotive in testa!
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