Mentre ancora tiene lo sguardo fisso
verso la camera in cui Gutrune si è ritirata, Siegfried, di punto in bianco,
chiede a Gunther se sia maritato(1).
Non ancora, risponde asciutto il
Ghibicungo, e per la verità non credo lo sarò mai, anche perché l’unica donna
che davvero farebbe per me (attenzione: qui il corno, con suono bloccato, fa
udire il tema della cavalcata!) mi
risulta proprio irraggiungibile. Il tema di Hagen suggella la sua risposta, al
che Siegfried, come si addice alla sua natura di eroe un po’ guascone (e
vedremo che in questo caso non sarà neanche disinteressato) subito si offre di
aiutarlo, accompagnandosi nientemeno che con il tema dell’Estasi d’amore!
Ormai l’infernale meccanismo ordito
da Hagen si è messo in moto, e nulla più lo potrà arrestare. Assistiamo subito,
in sole nove battute musicali, ad un incredibile duetto fra Gunther e
Siegfried, dove il primo racconta pochi particolari della donna cui ambirebbe,
e il secondo ripete pappagallescamente tra sé ogni verso del primo, mostrando segni
di sbalordimento, una sensazione di “già visto” e infine chiari sintomi di amnesia.
Proprio imitando alla lettera (anche
nella tonalità di SI maggiore) il racconto che il fratellastro aveva fatto a
lui e sorella nella prima scena, Gunther, accompagnato negli archi dall’Incantesimo del fuoco, spiega (! a
Siegfried!) in una sola battuta che la donna in questione vive su un’alta
roccia (“Auf Felsen hoch ihr Sitz”). Siegfried
trasalisce e, nella seconda battuta, ripete meccanicamente quelle parole. Nella
terza battuta Gunther spiega che il fuoco circonda la dimora della donna (“ein Feuer umbrennt den Saal”) parole ripetute nella quarta
battuta da Siegfried. Ancora Gunther (battute 5-6) afferma che solo chi
irrompe attraverso quel fuoco… (“Nur wer durch das
Feuer bricht”) e sempre Siegfried (battute 6-7) ripete le parole, mentre
nei legni e poi nei corni si ode il tema dell’Uccellino. Conclude Gunther (battute 7-9): …potrà far sua Brünnhilde
(“darf Brünnhildes Freier sein”) accompagnandosi
ancora al motivo dell’Uccellino.
Qui Siegfried, al sentir pronunciare
il nome di Brünnhilde, smette di ripetere fra sé le parole di Gunther e il suo
atteggiamento mostra che lui si è completamente
(così la didascalia) dimenticato della sua donna!(2) Il tema dell’Inganno magico è lì a certificare l’effetto
della droga, anticipando la sconfortata quanto maligna conclusione di Gunther:
non ce la farò mai ad attraversare quel fuoco.
Ma del fuoco di Loge gli archi
riprendono, virando a SIb, il tema variato, che risveglia Siegfried dal suo
torpore; dopo una caduta SOL-SOLb (la schiavitù)
il nostro intona, dal FA e imitando il tema di Loge, la sua offerta: io non
temo il fuoco, libererò la donna, sono tuo servitore e ti regalo il mio
coraggio, così in cambio mi conquisterò per sposa Gutrune! Sul cui motivo canta
l’ultimo verso, ormai completamente plagiato dalla droga.
E sul motivo di Gutrune Gunther lo
rassicura: ma certo che te la concederò! Il tema della cavalcata si sovrappone per due volte a quello del fuoco, mentre Siegfried conferma: ti
porterò Brünnhilde, e ne canta il nome sulla chiusura del tema di Gutrune! Come
farai, chiede Gunther? Semplice: usando il Tarnhelm (il cui tema fa capolino
nei legni) per assumere le tue sembianze(3). Bene, allora impegnati
con un giuramento!
Fratellanza di sangue giuri un
giuramento! Così Siegfried risponde enfatico, scendendo dalla dominante FA alla
tonica SIb, poi salendo alla sopratonica DO e da qui alla sottostante dominante
FA, per poi chiudere sul SOLb. Che enarmonicamente è il FA# da cui partono le
tube per scolpire, tremendo, il tema della maledizione,
subito seguito nei tromboni da quello, altrettanto protervo, del Patto: eccolo qua, dipinto in suoni, il
patto maledetto!
___
Note:
1. Domanda
piuttosto bizzarra, in un simile frangente: ci si aspetterebbe che Siegfried
chieda se è Gutrune ad essere per caso già accasata, avendo ormai lui tutte le
intenzioni di farla sua. Ma ciò vanificherebbe sul nascere il disegno di Hagen,
e con lui quello di… Wagner! E così deve essere proprio Siegfried a porre la
domanda con la quale comincia a scavarsi la fossa.
2. Qui
abbiamo ulteriore conferma dell’effetto selettivo
del filtro. E del resto, solo così si potrebbe riconoscere che tutte le
successive azioni di Siegfried siano fatte, ancora e sempre, in perfetta buona
fede, e senza infrangere la logica (salvo in un punto capitale, come vedremo)
anche se potranno risultare del tutto incomprensibili ed inspiegabili (o
spiegabili con motivazioni sbagliate, comportando altrettanto sbagliate
reazioni) a chi aveva già consuetudine con lui (leggi Brünnhilde): e ciò è
esattamente quello che Hagen vuole che accada, per trarne profitto per sè.
Peraltro, lo stesso Wagner sarà successivamente indotto in piccole o grandi
contraddizioni nella gestione dei ricordi di Siegfried, per necessità legate
allo sviluppo del dramma. E ciò faremo notare di volta in volta. Resta però
aperto un punto di capitale importanza: il tradimento di Siegfried verso Brünnhilde
è davvero un atto inconsapevole, perché commesso “fuori dal possesso delle
proprie facoltà mentali”? Se sì, non si vede allora perché Brünnhilde, alla
fine dell’opera, quando ogni cosa è stata chiarita, ne faccia addebito
all’eroe… se no, allora Siegfried non si meriterebbe più le onoranze che gli
verranno tributate, e tutto il significato dell’opera rischierebbe di venirne
pericolosamente stravolto. Torneremo a suo tempo a discuterne.
3. Anche
qui la plausibilità della trama viene messa a dura prova: se il Tarnhelm di
Alberich è utilizzabile da Siegfried (come lo era stato a suo tempo da parte di
Fafner) perché mai non dovrebbe esserlo ugualmente da parte di Gunther? Ciò
consentirebbe a quest’ultimo di neutralizzare le fiamme che proteggono Brünnhilde
ed evitare tutta la pericolosa manfrina della sua sostituzione con Siegfried:
quindi di prendersi la ex-Valchiria agendo in prima persona, senza bisogno di
un intermediario. Certo, la povera Gutrune non se ne sentirebbe troppo
gratificata! Ma soprattutto Wagner non avrebbe più un Ring da portare avanti!
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