L’acciaio è ormai liquefatto e Siegfried ancora invoca il nome
dell’invidiabile spada: “Nothung! Nothung! Neidlisches Schwert!” sempre
sull’ottava discendente FA-FA seguita dal ritorno sulla tonica RE. La polvere
del tuo acciao è fusa, aggiunge, mentre contemporaneamente Mime, in disparte e sempre
fregandosi le mani, comincia addirittura a sfottere (“ti paio uno sciocco,
eh?”) il Viandante – il cui tema balena nei fiati - che gli aveva pronosticato
disgrazie! Ora Siegfried prosegue “Im eignen Schweisse schwimmst du nun“ – Nel
tuo stesso sudore ecco, tu nuoti – ripetendo il motivo del primo verso della
sua precedente canzone (“Zu Spreu nun
schuf ich die scharfe Pracht”), accompagnato dal motivo discendente della
stessa, in fagotti ed archi bassi, e da quello comparso all’inizio dell’ultima
strofa sul verso “Des Baumes Kohle”, nei corni. Detto ciò, versa l’acciaio fuso
dal crogiolo in una forma che modellerà la nuova Nothung.
Accucciato in disparte, mentre il tema nibelungico fa capolino nei
corni, Mime contemporaneamente continua il suo sfottò verso il Viandante: “Come
ti piace ora la mia fine arguzia? Mi son ben trovato rimedio e riposo?”
Il tema ampliato della
spada (è stato anche etichettato come tema del Custode della spada, quello che dopo aver raggiunto la mediante fa
ancora un salto sulla soprastante dominante) esplode in RE maggiore in trombe e
tromboni, mentre Siegfried grida, salendo a sua volta fino al LA acuto: “Bald
schwing' ich dich als mein Schwert!” - Presto ti brandirò quale mio brando! – dando
così luogo al completamento della fase di fusione della spada: il primo
raffreddamento in acqua per consolidarne la forma e temprarne l’acciaio.
Semicrome e poi crome in tremolo negli archi e poderosi accordi discendenti nei
fiati ci danno precisamente l’idea del vapore e dei sibili provocati dal tuffo
della forma incandescente nel secchio d’acqua; Siegfried commenta: un flutto di
fuoco è calato nell’acqua, dalla quale esce rabbiosa collera! Lo canta accompagnato da crome discendenti nei fiati e
violini, contrappuntate da altrettante crome ascendenti negli archi bassi, che
provocano propriamente un’atmosfera di vortice, di movimenti opposti, della forma
che scende nell’acqua e del vapore che ne sale gorgogliando.
La forma progressivamente si raffredda, l’orchestra smorza le sue
sonorità, mentre Siegfried poeticamente descrive ciò che è appena accaduto:
l’acciaio che è scorso nell’acqua, offendendola, ora è fermo e indurito. Trombe
e tromboni accennano una fanfara, che si farà largo fra poco, anticipando il
tema etichettato della Gioia di vincere
(di Siegfried, ovviamente): croma seguita da terzina di semicrome. E
sull’apparire del nuovo tema, dapprima esposto in LA maggiore da trombe e tromboni,
sulle parole “ma un caldo sangue presto ne fluirà!“ ecco il tema della spada,
in RE maggiore salire nei fiati e poi incupirsi sulla sensibile DO#, mentre
torna il motivo della chiusa delle tre strofe della fusione, poiché ora
Siegfried, infilata la forma fra le braci, ricomincia ad azionare il mantice.
Mime, sempre più ringalluzzito, comincia ad armeggiare con vasi,
erbe e pignatte, per preparare il narcotico con cui ha progettato di far secco
il ragazzo, a tempo debito. Siegfried invece procede imperterrito nel suo
lavoro: “Ed ora ancora una volta suda, ch'io ti tempri” canta sull’incipt della
sua canzone che accompagnava la fusione dell’acciaio. E chiude con l’ennesima
invocazione “Nothung, neidliches Schwert!”, questa volta in RE maggiore.
Il tema della sua gioia
risuona ora in questa tonalità (su cui si chiuderà l’atto) con i caratteristici
salti tonica-dominante seguiti da una scaletta saltellante ascendente, che ben
rappresenta il suo stato d’animo esaltato. Ed ha anche tempo, il ragazzo, di osservare
le mosse del nano e di commentarle: che fa quell’imbranato? mentre io sciolgo
l’acciaio, lui cuoce qualche intruglio? E qui Wagner ci stupisce ancora per la
straordinaria maestrìa con cui dipinge il nano, che è allegro come Siegfried
(per i turpi motivi che sappiamo). Ed ecco che la sua risposta, come sempre
untuosa e ipocrita (“visto che il maestro è stato soppiantato dall’apprendista,
non può che fargli da cuoco…”) è sostenuta in orchestra dallo stesso tema della
gioia di Siegfried, ma tutto storpiato e imbruttito (sul tempo mutato a 2/4)
come si addice a quel fetentissimo essere!
Il tempo torna a 3/4 mentre Siegfried continua a commentare fra sé
l’incapacità e la stupidità del tutore: quel ciabattone che si credeva artista
(e il tema dei Nibelunghi mugugna ancora in oboi e viole) e a cui ho distrutto
tutte le spade, adesso si è riconvertito in cuoco! Ma di certo le sue brodaglie
nemmeno le assaggerò(1).
Adesso scale discendenti nei fiati sottolineano l’estrazione della
forma dalla brace e poi la fanfara della sua Gioia accompagna Siegfried che, liberato l’acciaio dalla forma, si
appresta alla fase finale del processo di ricostruzione della spada, ancora disprezzando fra sé il nano che vorrebbe
insegnargli la paura.
Il tempo cambia a 4/4 e inizia la nuova canzone con cui Siegfried accompagna la sua opera di modellazione
della spada, con incudine e martello. E veri e propri colpi di martello
accompagnano il suo canto: di norma, colpo fortissimo sul primo tempo della
battuta, colpi meno forti, o deboli sugli altri(2). La tonalità oscilla fra FA
maggiore e RE minore. Questa specie di aria è suddivisa in due parti quasi
identiche, ciascuna seguita da un’esternazione di Mime.
E ciascuna delle due parti ha una ben precisa struttura: le
esclamazioni Hoho! Hoho! Hohei! seguite
dall’invocazione “Schmiede, mein Hammer, ein hartes Schwert!“ e da altre
esclamazioni Hoho! Hahei! Hoho! Hahei!
Seguono poi sei versi e una nuova esclamazione Heiaho, haha, haheiaha! Quindi altri sei versi e l’esclamazione
conclusiva Heiaho! Heiaho! Heiahohohohoho!
Hahei! Hahei! Hahei! Queste esclamazioni (sono leggerissimamente variate
fra la prima e la seconda apparizione) con cui il ragazzo accompagna la sua
fatica sono dagli archi spalleggiate con figurazioni che mirabilmente
richiamano l’alzarsi e l’abbassarsi del martello sulla lama posata sull’incudine:
croma, quartina ascendente di biscrome e poi sei crome in staccato su intervalli discendenti (terza, quarta e quinta) per
ogni battuta.
Nella
prima delle due strofe Siegfried parla alla spada, rifacendone la storia: da
quando il suo colore azzurro venne coperto dal rosso del sangue, ad ora che il
fuoco l’ha ancora arrossata per renderla malleabile al martello. Nella seconda il
ragazzo si compiace del lavoro di forgiatura e chiede alla spada di abbandonare
il rosso pudore per divenire fredda e dura. La strofa si chiude con
le allegre scalette ascendenti negli strumentini e un’apparizione del tema
ampliato della spada, “temprato” anche lui(3), in DO maggiore!
Mime
ora fa la sua prima esternazione, mentre gli archi continuano a sottolineare il
lavoro di Siegfried: lui costruisce la spada che abbatterà Fafner, ma io ho
preparato un intruglio ingannevole che farà secco lui… Vittoria e bottino saranno
miei! Ma il cupo cromatismo che accompagna il suo canto ne svela tutta la
falsità e la malafede. E tanto per dire della meticolosità con cui Wagner tratta
questo intervento: siccome ore è Mime in primo piano, ecco che i colpi di
martello di Siegfried li sentiamo sullo sfondo, con intensità ridotta!
Ora
arriva la seconda strofa di Siegfried. La melodia non è diversa dalla prima, ma
l’accompagnamento dell’orchestra è assai più robusto: dopo un inizio, per così
dire, timido, adesso il ragazzo batte forsennatamente il suo martello sull’acciaio,
che pian piano si sta indurendo e richiede quindi più forza nei colpi! Poi lo
immerge nuovamente nel secchio d’acqua e ride al sentire i vapori che ne escono,
accompagnato dalla fanfara e dal motivo ascendente della sua Gioia.
Ora
il tempo passa subitaneamente a 6/8, e alla tonalità distante di LA maggiore: è Mime che già pregusta il trionfo! L’anello
che il fratello foggiò sarà mio, e a me dovranno tutti obbedire e me tutti fare
ricco! In sottofondo udiamo ancora il martelletto di Siegfried che dà gli
ultimi ritocchi alla Nothung. Ma su quale ritmo? Ebbene, contrappuntato dalla
scaletta ascendente del tema della Gioia
di Siegfried, su quello dei Nibelunghi! (Solo Sigmund Freud spiegherà, anni e
anni più tardi, un fenomeno del genere!) Si torna a RE minore sulla chiusa
della farneticante esternazione del nano, quasi lui stesso incredulo rispetto
alla (fallace!) prospettiva che la sua stupidità gli ha costruito.
Adesso
le voci di Siegfried e Mime si alternano in una specie di stupefacente botta-e-risposta.
O meglio, sono le rispettive emozioni che si intrecciano e che Wagner
mirabilmente ci descrive in musica. Prima è Siegfried, che ha appena finito di
fissare all’elsa la lama della Nothung, e che adesso impugna, ancora
invocandola con l’ottava discendente (FA-FA) Nothung, Nothung, neidlisches Schwert! Dopo l’appogio sul RE
(minore) si sale per un momento al FA maggiore, sulle sue parole “Jetzt haftest du wieder im Heft”, di nuovo sei fissata nell’elsa.
Mime interviene, con le sue certezze; sempre sulla scaletta ascendente
storpiata della Gioia di Siegfried
esclama: adesso non dovrai più faticare! Siegfried ancora (sul RE minore): eri
spezzata in due, ma ora ti ho nuovamente forgiata e nessun colpo ti potrà infrangere!
(passaggio a RE maggiore). E Mime, sempre accompagnato dalla Gioia del ragazzo: gli altri mi daranno il
tesoro eterno.
Siegfried: al padre l’acciaio fu spezzato, il figlio lo ha
ricostruito ed ora la sua lama tagliente gli sorride (si ripassa a FA maggiore).
E Mime esplode: Mime, l’audace, Mime diventa Re, principe degli elfi, signore
del mondo! Il tema della Gioia sale
al LA, dominante del RE maggiore (che ora si instaura stabilmente fino alla
fine) su cui Siegfried grida per l’ultima volta il suo saluto alla spada, una
terza al di sopra rispetto alle invocazioni precedenti (LA-LA): Nothung, Nothung, neidlisches Schwert! Il
tema della spada esplode nella tromba, mentre Siegfried esclama: come giacevi
morta, in frantumi… ma adesso, attenzione! il tempo subitaneamente passa a 3/4,
sulle parole di Siegfried: ora riluci augusta e baldanzosa!
Ma Mime approfitta dell’atmosfera di giubilo per urlare: “Hei,
Mime! Wie glückte dir das!”, guarda come ti è andata bene! Ancora Siegfried: ai
ladroni mostra il tuo fulgore… e Mime: chi l’avrebbe mai detto? Siegfried:
colpisci i falsi, uccidi i traditori!
Ed ora il momento culminante: guarda Mime, o fabbro (dei miei
stivali, verrebbe da pensare!) come taglia la spada di Siegfried! È il tema del
lavoro (qui semiminima, semiminima
puntata e semicroma) a farsi largo, mentre Siegfried cala il fendente sull’incudine,
che si apre come una
zucca!(4) mentre Mime casca per terra come un sacco di patate.
Il più
rapido possibile annota Wagner in partitura per le ultime 31 battute dell’atto
primo. Sono i temi del lavoro e del grido di Siegfried a contrappuntarsi in
questo orgiastico finale, chiuso da tre perentori accordi di RE maggiore.
___
Note:
1. E Siegfried infatti si guarderà
bene dal farlo, quando Mime, nel secondo atto, proverà a buggerarlo.
2. A Bayreuth Wagner chiedeva di tenere in questo
brano proprio una ritmica ferrosa!
3.
Tratteremo fra poco (nel terzo atto, al momento dell’incontro fra Siegfried e
Wotan) gli aspetti peculiari del rapporto fra la Nothung e la lancia del dio.
4.
Anche questo particolare viene dalle saghe, dove Sigurd infrange sull’incudine
due spade “farlocche” costruite da Regin, e poi spacca in due la medesima
incudine con la Gram, forgiata sempre da Regin, ma a partire dai frammenti del
brando di Sigmund.
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