E
come vien dimostrata una tesi di tale distruttiva portata? Innanzitutto con l'attribuzione (arbitraria quanto tendenziosa) ai principali personaggi del Ring dell'etichetta di appartenenza ai due mondi (o civiltà) che si contrappongono: quello germanico e quello giudaico. Ecco quindi come vengono inquadrati i principali protagonisti della Tetralogia:
·
Alberich è la quintessenza dell’inquinante
semitico(1). È tutto l’opposto, nel fisico come nel morale, del puro germanico. Alberich (d’ora in poi
uguale a semita) rinuncia all’amore e
alla natura e mette al centro della sua cultura l’oro, la materia e il potere,
cercando di invadere con questa contro-cultura quel puro mondo germanico,
votato da tempo immemorabile all’amore per Uomo, Natura e Arte.
·
Wotan rappresenta appunto il mondo
germanico – contemporaneo a Wagner – che è purtroppo ormai già in via di inquinamento: seguendo
l’esempio di Alberich-il-semita, anche lui, dopo averlo perseguito, ha poi
trascurato l’amore (anche se non lo disprezza) per mettere al primo posto il
potere. Conserva poche delle sue qualità native (il sentimento verso
Brünnhilde, ad esempio) ma è chiaramente sulla strada di una irrimediabile corruzione dei costumi. Ha tuttavia
compreso la minaccia di Alberich, e cerca di opporvisi, anche se riconosce di
non avere più l’autorità morale per combatterla in prima persona. Così cerca di
creare le condizioni per il riscatto della sua società, contando sull’opera di
un redentore, impersonato da Siegmund
prima, da Siegfried poi.
·
Mime, fratello di Alberich (quindi: uguale
a semita) è l’incarnazione della
meschinità, dell’impotenza e della stupidità dell’inquinante. Lui non vive la
pura cultura germanica ma, appunto, la mima
(proprio come leggiamo nel Giudaismo!)
e così facendo la corrompe.
·
Siegmund
e Sieglinde
rappresentano la possibile via di riscatto della pura razza ariana e della
cultura germanica: unendo le proprie forze (tramite il rapporto di
consanguineità) essi possono sperare di rinascere (in Siegfried) e di liberarsi
dall’inquinante.
·
Siegfried rappresenta appunto la purezza di razza e cultura
germaniche: il suo DNA, dopo una generazione, ha perso i tratti inquinati presenti in Wotan. Lui può
risollevare le sorti della sua stirpe e della sua cultura! Non a caso, la
seconda giornata del Ring è prevalentemente occupata dalla descrizione
dell’inconciliabile dualismo fra Mime e Siegfried, fra inquinante semita e puro
germanico; e dalla celebrazione dell’apoteosi del secondo, l’ariano che
annichilisce il semita moralmente - e persino tecnologicamente - prima ancora che materialmente, abbattendolo con
la sua Nothung. (Purtroppo l’inquinante, che si annida presso altri germanici in via di inquinamento, infetterà anche
lui.)
·
Hagen, razzialmente sangue misto (quindi: mezzosemita)
impersona il risultato pratico e cromosomico dell’inquinamento: congenitamente e
coscientemente incapace di esprimere (anzi, prima ancora, di condividere in
pieno) i valori della società e della cultura germanica, non gli resta che
ripiegare sulla contro-cultura semitica,
cercando in tutti i modi la neutralizzazione di colui che gli si manifesta come
un invidiabile, ma irraggiungibile e quindi odioso, modello: Siegfried.
·
Brünnhilde, come Siegfried, fa parte della pura
e incontaminata tradizione germanica. Anche lei vuole il sacrificio di
Siegfried, meno per punirne il tradimento, più per far risorgere dall’oblio la
componente femminile (femminista?) di quella tradizione.
La chiusa del Ring, con il sacrificio di Siegfried e l’olocausto di Brünnhilde, avviene sull’idea della Redenzione, cioè della possibilità di purificazione e rinnovamento della cultura e della tradizione germanico-ariana; ma dato che il Ring ha una conclusione - come dire? – un pò troppo criptica, che qualcuno potrebbe magari equivocare, allora ci penserà Parsifal a chiarire del tutto il senso della “soluzione finale”.
La chiusa del Ring, con il sacrificio di Siegfried e l’olocausto di Brünnhilde, avviene sull’idea della Redenzione, cioè della possibilità di purificazione e rinnovamento della cultura e della tradizione germanico-ariana; ma dato che il Ring ha una conclusione - come dire? – un pò troppo criptica, che qualcuno potrebbe magari equivocare, allora ci penserà Parsifal a chiarire del tutto il senso della “soluzione finale”.
E così, poco più di 50 anni più tardi, un fedele discepolo dell’avvoltoio di Lipsia, dopo averlo elevato al rango di sommo profeta, penserà bene di metterne in pratica i suggerimenti, procedendo ad un Olocausto nient’affatto melodrammatico…
___
Note:
1. Gli zelanti (e molto interessati)
sostenitori della tesi Wagner=Hitler si danno un gran daffare a trovare
dimostrazione di tale tesi spulciando (con lenti deformanti, più che di
ingrandimento…) fra scritti, lettere e pamphlet del Nostro. E così scoprono
che, nel Giudaismo nella Musica, si
parla dei musicisti ebrei – Mendelssohn, nientemeno! - come di vermi che
possono prosperare solo dentro un cadavere; e dato che – ohibò – nel Nibelungen-Mythus si descrivono i
Nibelunghi tutti indaffarati a scavare le viscere della terra, proprio come
vermi in un cadavere, ecco che il sofisma è bell’e chiuso: i Nibelunghi sono
gli Ebrei!
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