Siegfried ha la mente sempre più
occupata da Gutrune, il cui tema vaga in corni e fagotti, mentre lui chiede a
Hagen perché non abbia condiviso con loro il giuramento.
Il losco individuo ammette di avere
nelle vene sangue impuro, che avrebbe infettato quello dei due giuranti. E lo
fa con parole accompagnate da alcuni motivi che ne scolpiscono significativamente
la perversità. Ecco dapprima comparire il tema dell’Espiazione, qui certamente da leggersi per esclusione, come a dire:
non avendo prestato alcun giuramento, io non sarò tenuto a rispondere di
eventuali tradimenti nei confronti di voi due (eh sì, e vedremo che si tratterà
nientemeno che di due omicidi!) Poi, sulla citazione del sangue nobile dei due,
fa capolino in forma dimessa e parodistica addirittura il tema delle mele d’oro di Freia (!) Quindi, sul
riferimento al suo sangue malsano, ecco comparire nei violoncelli il motivo dei
Nibelunghi e in corni e tromboni (eccolo
là!) uno spezzone dell’Anello. Chiude
il tutto il tema della Rinunzia:
insomma, una montagna di ipocrisie, degnamente completata dall’ottava
discendente della Fedeltà!
Gunther invita Siegfried a
disinteressarsi del fratellastro e subito si scatena in orchestra un’agitazione
frenetica, con crome in staccato di
violini e viole e un accenno alla cavalcata
nella tromba bassa, mentre il sempre più smanioso Siegfried si precipita verso
la barca e si prepara a salpare! Ancora la cavalcata,
poi il fuoco accompagnano le parole
con cui indica la meta da raggiungere.
Sul tema dell’Inganno magico (il Tarnhelm, che verrà impiegato per portare a
termine l’impresa) Siegfried avverte Gunther: tu aspetterai una notte in barca,
e l’indomani ti porterai la sposa a casa! Il ghibicungo gli chiede se non voglia
prima riposarsi un po’(1), ma Siegfried è irremovibile: ha una gran fretta di
tornare… e possiamo ben immaginare perché, anzi per… chi. Non a caso il tema di
Gutrune compare in una variante a dir poco euforica e reiterata in tutta
l’orchestra, dopo che Gunther ha affidato a Hagen la custodia della reggia. Cavalcata e fuoco ancora si contrappuntano mentre Siegfried ha spinto in acqua
la barca con a bordo il sodale e si prepara a veleggiare verso Brünnhilde.
Riascoltiamo ora il tema del fuoco come era arrivato alle nostre
orecchie al momento del Rheinfahrt,
mentre Gutrune, affacciatasi dalla sua camera, osserva tremante il suo idolo
che si allontana e chiede a Hagen dove stia andando col fratello. Ad impalmare
Brünnhilde, risponde il fratellastro, e la cavalcata
ancora fa capolino nei corni. Come vedi, è ansioso di conquistarti in moglie! Accompagnata
dal suo timido tema e poi nientemeno che da una reminiscenza sdolcinata di
quello dell’Amore, sospirando
“Siegfried, mio…” la poveretta si ritira di nuovo, “vivamente agitata”(2), in
camera sua.
Ormai la barca che Siegfried, remando
contro la corrente, ha spinto in mezzo al fiume è scomparsa alla vista (ne
rimane solo un lontano sentore del motivo del Grido di Siegfried, che vaga in fagotti e clarinetto basso) e Hagen
comincia la sua veglia, accucciato vicino ad una colonna, proprio come un ragno
che – tessuta per bene la sua tela - attende pazientemente in un angolo che la preda
vi caschi dentro, rimanendovi imprigionata.
___
Note:
1.
Abbiamo già osservato che il ragazzo verosimilmente non dorme da giorni e
giorni: si riposerà (la prossima notte) nel letto di… Brünnhilde!
2.
Altra chiara dimostrazione della sua perfetta buona fede: una sgualdrinella, o
una “civetta”, non avrebbe certo di queste reazioni.
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