Chi arriva ora davanti alla tana di Fafner? È il primo corno ad
annunciarlo, esponendo uno dei temi della fusione
della spada, precisamente quello della terza strofa, nella sua originale
tonalità di RE minore: ne udiamo la prima sezione, che Siegfried aveva cantato
sulle parole ”Des Baumes Kohle, wie brennt sie kühn”, seguita da un inciso del
tema dell’Esuberanza di Siegfried, qui trasposto in minore (come affaticato…) e
poi dalla seconda sezione del tema della fusione, quella che aveva supportato
il verso “In springenden Funken sprühet sie auf”. In sottofondo, crome puntate
dei violoncelli sembrano evocare il passo trotterellante di qualcuno: insomma,
sono Siegfried – spada al fianco - e Mime che hanno camminato tutta la notte e
finalmente hanno raggiunto la loro meta.
Anche qui Wagner introduce un episodio apparentemente dilatorio
dell’azione (che porterà all’uccisione di Fafner) facendoci assistere ad un’appendice
dei battibecchi fra Siegfried e Mime di cui eravamo stati diretti spettatori
all’inizio del dramma. Ma la cosa ha più senso di quanto non appaia. Intanto
serve a dare un tocco di realismo (che sempre deve essere alla base di ogni
allegoria) alla scena: i due hanno girovagato per l’intera notte per raggiungere
Neidhöhle e non sarebbe naturale se Siegfried – così, sui due piedi – andasse a
sfidare Fafner a duello. Un po’ di riposo non guasta (e vedremo quante
straordinarie novità porterà con sé quello di Siegfried, tra non molto) e poi
ci sono le ultime, interessate e pelose raccomandazioni di Mime al ragazzo e le
ultime domande di questi, prima di prepararsi ad imparare la paura… E così
anche la musica di questa prima parte della scena ricorda quella della scena
iniziale del dramma.
Siamo arrivati, dice Mime. Siegfried, stendendosi sotto un gran
tiglio(1), chiede: È qui che dovrei imparare la paura? Prima delle parole di
Mime e poi di quelle di Siegfried cosa udiamo in orchestra? Il motivo del
Sonno, armonizzato sinistramente, per ricordare la paura, come accaduto nel
primo atto. Ancora due volte lo udiamo, sfigurato, dopo le parole di Siegfried,
ma poi si quieta su un dolce MI maggiore, appoggiandosi sulla sensibile(2).
Il ragazzo vorrebbe dare il ben-servito a Mime: ora il tutore non
gli serve più, e se lì imparerà la paura, bene, altrimenti se ne andrà comunque
da solo a cercare un posto dove impararla.
Mime, adulante, gli assicura che la paura non potrà impararla che
lì, davanti a quella caverna dove giace un orribile drago, di cui ora
descriverà le terrificanti doti. Ed ecco puntuale il tema dei Giganti,
suddiviso fra i rintocchi dei timpani (prime tre note, sul FA) e il pizzicato
dei contrabbassi (ultime due note, SI-FA, il tritono). Il tema è sempre
preceduto dalla salita di biscrome (l’annientamento): poiché Alberich è lì
nascosto nei paraggi ad osservare e maledire, e soprattutto perchè ormai è
chiaro che per Fafner sta arrivando il redde-rationem,
il momento di pagare dazio alla maledizione. Prosegue Mime: attento che il
drago ti potrebbe ingoiare in un sol boccone! E su queste spaventevoli parole
il tema dei Giganti sale al DO-FA#, reiterato cinque volte.
Siegfried: ma io gli chiuderò la gola, e non mi offrirò di certo
alle sue zanne.
Mime allora prova ad impaurirlo descrivendogli la bava velenosa
del drago, che può letteralmente sciogliergli carne ed ossa.
Siegfried ha sempre il rimedio pronto: vuol dire che mi sposterò
di fianco al drago, per evitarne lo sputo.
Mime ancora ha da raccontare dell’enorme coda del drago, capace di
stritolare come vetro le ossa del malcapitato che ne venga avvolto; e il tema
dei Giganti è qui esposto dai timpani, SI-FA, con una reiterazione delle ultime
due note, ad evocare il cuore animalesco della bestia, ma anche quello della
vittima, che batte all’impazzata, per la paura.
Siegfried promette che si terrà lontano dalla coda. Poi, mentre i
legni intonano il tema dell’Eroismo dei
Wälsi (chè lui si sta apprestando ad un’impresa degna di suo padre
Siegmund) chiede a Mime se il drago abbia un cuore.
Il tema dei Giganti (tritono LAb-RE) è ora esposto dai fagotti,
che ne reiterano la coda innumerevoli volte, sulla risposta di Mime (“un cuore
duro e feroce”) e sulla successiva domanda di Siefried (“si trova dove l’hanno
anche uomini ed animali?”)
Mime annuisce e domanda a Siegfried se per caso stia cominciando a
provare un po’ di paura.
La risposta gliela dà l’accordo FA-DO#-LA, che già avevamo udito durante
il processo di ricostruzione della spada, e che ora accompagna la baldanzosa
promessa di Siegfried: Nothung (ottava discendente, FA-FA) gli pianterò nel
cuore! E sarebbe questa la paura? Sul tema della sua esuberanza, irride il nano
e lo invita ad allontanarsi, di lui non sa che farsene, e ormai è convinto che
lì la paura non l'imparerà di certo!
Mime le prova tutte: aspetta a parlare dopo che avrai fatto
l’esperienza; e magari ti sentirai mancare il fiato, il terreno ti oscillerà
sotto i piedi e il cuore comincerà a tremarti nel petto. Il motivo dei Giganti
(il tritono qui è MI-SIb) si ode martellante, proprio di un cuore in preda al
panico, nei timpani. I temi di Loge (fuoco) a folate negli archi, e del Sonno
nei fiati accompagnano (come nel primo atto) questi patetici tentativi di Mime
di metter paura al ragazzo(3). Ecco,
allora mi ringrazierai per averti portato fin qui, e lo canta, il nano, sulla
sua esasperante cantilena, sentita mille volte nel primo atto…
Non voglio il tuo amore, sbotta Siegfried; sono nauseato dai tuoi
modi petulanti e untuosi… e queste sue parole (Das ek’lige Nicken und
Augenzwicken) sono cantate proprio sullo stesso inciso, tonalità inclusa, che
avevamo udito nel primo atto su parole analoghe (…und nicken, mit den
Augenzwicken) mentre, come là, il motivo accorciato
dei Nibelunghi sottolinea le qualità negative del nano.
Il quale ancora è prodigo di (inutili?) consigli: ora io mi stendo
a riposare vicino alla fonte, tu resta pure qui, ragazzo, ma bada che quando il
sole sarà alto, il drago uscirà dalla tana e passerà di lì per scendere ad
abbeverarsi. Wagner sottolinea queste ultime parole di Mime – che descrivono
uno scenario naturale (il sole, la fonte) - con una sottilissima quanto
mirabile transizione: dallo sbifido tema accorciato e puntato dei Nibelunghi ad un dolce motivo ondeggiante di crome, che
si muove per seconde e terze minori, anticipando chiaramente il celebre tema
del Waldweben (il mormorio della
foresta) che la farà da padrone fra poco, avvolgendo Siegfried e penetrandogli
fino al midollo…
Per ora è solo un anticipo, quasi un messaggio subliminale per il
nostro cervello, e infatti è subito interrotto dalla beffarda quanto rude
risposta di Siegfried: ma bravo furbo, Mime, mettiti proprio lì dove verrà il
drago, così lascerò volentieri che ti sbrani (nei fiati, atroce sberleffo, ecco
il motivo completo dei Nibelunghi!)
prima di farlo secco. Quindi ti consiglio di startene lontano, anzi di
andartene proprio via del tutto, fuori dalla mia vita!
Ma Mime è disposto a sopportare qualunque maltrattamento, talmente
importante e vitale per lui è la prospettiva che gli sta di fronte. Così, accompagnato
ancora dal dolce movimento degli archi, si offre a Siegfried di ristorarlo dopo
la dura lotta che avrà sostenuto col drago: rapidissime semicrome puntate discendenti
(in violini e viole) e ascendenti (nei violoncelli) ci mostrano un primo gesto
di repulsione di Siegfried; il nano insiste: chiamami pure, se hai bisogno di aiuto
(!) ancora respinto bruscamente dall’inciso di violini, viole e violoncelli; e
infine: e se ti prendesse la paura? Qui Siegfried si alza da terra e sbotta
proprio alla grande, come ci testimoniano le semicrome puntate dei violini, che
intonano una versione davvero truce del tema della sua esuberanza.
Tema che sfocia in quello, accorciato, dei Nibelunghi, che udiamo
per due battute, poi trascolorando ancora in quello ondeggiante delle viole, mentre il
nano vanesio sogna la conclusione più straordinaria – per lui – dell’imminente lotta
fra Siegfried e Fafner: che si ammazzino a vicenda!
___
Note:
1.
Questo albero è carissimo a tutta la tradizione musicale (ma in generale alla
cultura) tedesca.
2.
In effetti, dopo una notte passata camminando,
Siegfried ha anche diritto ad avere un po’ di sonno…
3. Come
vedremo, Siegfried non avrà alcun timore del fuoco (che circonda la rupe di Brünnhilde)
e in compenso imparerà cosa sia la paura solo dopo aver risvegliato la
Valchiria dal suo sonno.
Nessun commento:
Posta un commento