Tutto
il canto delle Norne non è che l’ennesimo (ma il primo, nella cronologia della
stesura dei poemi del Ring) “bigino di storia cosmica” che Wagner ci propone.
Quando l’artista scrisse la Siegfrieds
Tod, doveva necessariamente premettere all’azione del dramma la descrizione
degli avvenimenti storici (o mitologici o leggendari) che l’avevano preceduto,
primi fra tutti i peccati originali
di cui l’umanità si era macchiata: quello di Alberich che strappa l’oro dal fondo del Reno per farci l'Anello; che gli viene rubato dagli dèi per pagarci i Giganti per la costruzione del Walhall (1). E poi
presentarci i due protagonisti principali del dramma medesimo: Siegfried e
Brünnhilde. E così pensò al Prologo in cui collocare tali doverose premesse.
Però,
una volta completata – più o meno a ritroso – la stesura dei poemi dell’intero
ciclo in cui la Siegfrieds Tod si era evoluta, tale riassunto sarebbe risultato
quasi del tutto superfluo(1), almeno sul puro piano della comprensione della
trama da parte del pubblico. Del gesto compiuto da Wotan per procurarsi lo strumento
del Potere avevamo avuto notizia dalla stessa voce del colpevole, durante il
dialogo con Mime (nel Siegfried) e quello di Alberich era stato oggetto
addirittura di cronaca diretta, all’inizio del Rheingold. Ma Wagner, come non
ci stanchiamo di ripetere, aveva nel frattempo maturato la sua concezione del Wort-Ton-Drama e la tecnica della
variazione dei Leitmotive: e ad esse,
particolarmente alla seconda, il ricordo di fatti e personaggi e la
ricapitolazione di eventi del passato – prossimo e remoto - risultavano
perfettamente funzionali, quindi assolutamente meritevoli di rimanere al loro
posto. E già ne abbiamo avuto pratica conferma nelle due precedenti giornate:
ad esempio con il racconto di Wotan a Brünnhilde e con i botta-e-risposta fra
il Viandante e Mime.
E
proprio poco fa abbiamo sperimentato con grande emozione il ritorno di un
motivo dal Siegfried! E con analoghe motivazioni si spiega anche la nutrita
serie di riprese (mai però stucchevoli ripetizioni degli originali ascoltati in
precedenza!) che compaiono nella successive scene del canto delle Norne e del
risveglio dei due giovani.
Ecco,
le tre Norne: le loro voci sono di contralto, mezzosoprano e soprano, in
precisa e meticolosa corrispondenza con le età (in ordine decrescente) delle
profetesse(2). Stando alle Saghe, la prima è la più anziana ed è depositaria
del passato; la seconda si occupa del
presente e la terza, la più giovane,
del futuro.
La
scena è strutturata in modo assai regolare: un primo breve intervento delle tre
Norne (nell’ordine: prima, seconda, terza, seconda) come per presentarsi allo
spettatore e identificarsi con il tono della propria voce; poi tre turni di
esternazioni, ciascuno su un diverso soggetto ma sempre con la stessa rigorosa
sequenza di interventi: prima, seconda, terza Norna nell’ordine, cioè
riferimenti al passato, presente, futuro; infine la chiusa drammatica (seconda,
prima, poi le tre Norne insieme).
Le
scarne battute introduttive sono dedicate dalle tre Norne alla constatazione di
come sia ancora notte fonda e che i bagliori che si scorgono non siano quelli
aurorali, ma provengano dal fuoco di Loge che avvolge l’altura. Quest’atmosfera
è dipinta dai clarinetti (compreso il basso) che espongono dapprima una
variante del tema delle Norne, in minore e poi in maggiore, quindi richiamano
uno dei temi di Loge, mentre in contrappunto i violini ripetono quello del Filo
del destino. Il corno inglese emette due seconde minori (che non promettono
nulla di buono…) mentre la seconda Norna invita la prima a tessere e cantare.
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Note:
1. In Götterdämmerung Wagner aggiungerà - citandolo per primo! - il peccato di Wotan che ferisce a morte l'Albero del mondo. Inoltre rivedrà la conclusione delle profezie, che originariamente erano sempre rivolte al... bello.
2. In effetti – se si esclude l’accenno al finale incendio del Walhall - nel racconto delle Norne non ci sono fatti e notizie che già non ci siano noti da dirette precedenti esperienze all’interno del Ring, o come minimo da altri racconti già uditi prima (come quelli dell’incontro Mime-Viandante nella seconda scena del Siegfried).
2. In effetti – se si esclude l’accenno al finale incendio del Walhall - nel racconto delle Norne non ci sono fatti e notizie che già non ci siano noti da dirette precedenti esperienze all’interno del Ring, o come minimo da altri racconti già uditi prima (come quelli dell’incontro Mime-Viandante nella seconda scena del Siegfried).
3. Wagner non cita i nomi delle
Norne: Urdr, Verdandi, Skuld che provengono dalla zona dove si trovano il
frassino Yggdrasil e la fonte che vi sgorga e ne bagna le radici.
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