28 dic 2016

5.4.2.5 Götterdämmerung: Atto III – Scena II – Il colossale epicedio.


I timpani, cui sempre è affidato l‘attonito commento ad un lutto, ribattono l’inciso dell’Assassinio, seguiti ancora dal tema della Morte (viole e celli). Quattro corni e le quattro tubette intonano ora il tema dei Wälsi, ripetuto più sommessamente da clarinetti, clarinetto basso e fagotti dopo una reiterazione di Assassinio e Morte.  Ancora l’Assassinio nei timpani, poi una brutale scalata (FA-FA#-SOL) di viole e archi bassi conduce al DO minore con cui si apre il colossale epicedio che l’orchestra dedica a Siegfried, la cui salma viene sollevata e portata a braccia verso la reggia da alcuni guerrieri ghibicunghi, seguiti da Gunther che precede il corteo degli altri uomini.

É la cosiddetta marcia funebre di Siegfried, benchè di marcia abbia soltanto il tempo di 4/4, nulla più, mancandole la principale prerogativa di una marcia: la regolarità e, appunto, la marzialità del procedere. In realtà questo interludio strumentale - che copre il tempo necessario al mutamento di scena, dal Reno alla reggia ghibicunga – si potrebbe più appropriatamente definire in termini musicali come fantasia su temi afferenti a Siegfried. È infatti costituito dalla fantastica giustapposizione di motivi che evocano l’intera esistenza dell’eroe, ne è quasi un riassunto biografico, oltre che un albero genealogico, stupendamente musicato.

È stata giustamente osservata una certa rassomiglianza con il secondo movimento dell’Eroica beethoveniana, che è pure in DO minore, con divagazioni alla relativa MIb maggiore e all’altra relativa DO maggiore.  Ma si tratta di riferimenti assai labili, confinati all’impianto tonale, che peraltro qui è assai più complesso che nell’opera del genio di Bonn.

È importante invece sottolineare il ruolo che vi hanno due motivi conduttori, che ne costituiscono quasi lo scheletro portante: l’inciso finale del tema dell’Assassinio (le due semicrome seguite da semicroma-croma) e il tema della Morte. Tali motivi non solo introducono e intercalano i temi più propriamente riferibili a Siegfried o alla sua stirpe, ma nel corso dello sviluppo sinfonico cambiano letteralmente aspetto, abbandonando progressivamente la loro originaria natura funebre e sinistra per assumere addirittura tratti di splendida e gloriosa retorica, prima di tornare alla loro cupezza congenita. Si noterà anche come – salvo poche battute – l’orchestra sia impegnata a ranghi completi, proprio in modo corale (Wagner stesso definì l’interludio come un coro senza voci).    

Seguiamo ora in dettaglio le 61 battute musicali in cui si articola questo che è uno dei brani più famosi di tutta la produzione wagneriana, spesso e volentieri (e col... permesso dell’Autore) eseguito stand-alone in concerti sinfonici o antologie (un po’ come accade a Vorspiel-Liebestod dal Tristan).

L’inizio è precisamente individuabile sulla partitura, essendo preceduto da una doppia barretta verticale, da una nuova armatura di chiave (tre bemolli) e dall’indicazione agogica Feierlich (solenne). La conclusione invece si stempera in una delle tipiche transizioni wagneriane e solitamente si fa coincidere con la battuta 7 della successiva Scena III. Come detto, ci troviamo l’intera vicenda dei Wälsi, a partire quindi dalle imprese di Siegmund e dalla sua morte; per poi incontrare la figura di Sieglinde, con il suo amore dal quale nacque, al prezzo della morte di lei, Siegfried; e per continuare con la Spada, ricostruita dal nostro eroe, che grazie ad essa sfidò e vinse la morte a Neidhöhle; e ancora con il suo incontro con Brünnhilde e infine con la sua scomparsa, legata a maledizioni provocate a loro volta da peccati originali dei suoi avi.   

Battute 1-3: un poderoso accordo di DO minore accompagna l’inciso dell’Assassinio, seguito dal tema della Morte (viole e bassi); ad esclusione dell’accordo, la figurazione si ripete altre due volte nelle due battute successive.
Battute 4-7: mentre i timpani ancora insistono con l’Assassinio, le quattro tubette, seguite poi dai corni, intonano la prima sezione (DO minore) dell’Eroismo dei Wälsi (Siegmund&Sieglinde, genitori del nostro eroe); alla battuta 7 viole e bassi si producono in una vorticosa salita che porta al successivo...
Battute 8-10: ...poderoso accordo di FA minore che accompagna l’inciso dell’Assassinio, seguito dal tema della Morte; ad esclusione dell’accordo, la figurazione si ripete altre due volte nelle due battute successive.
Battute 11-15: ecco ora in trombe e tubette la seconda sezione dell’Eroismo dei Wälsi (LAb maggiore e ritorno a DO minore); si noti a battuta 14 il rintocco dei timpani sull’Assassinio (tale fu, nei fatti, anche quello di Siegmund).
Battute 15-18: mentre gli archi bassi attaccano (DO minore) il tema dei Wälsi, corno inglese (FA minore) clarinetto (LAb minore) e oboe-corno (FA minore) espongono in sequenza quello di Sieglinde (la madre del nostro eroe) che immediatamente trascolora...
Battute 18-22: ...in quello (LAb maggiore, poi SOL minore) dell’Amore, in forza del quale Siegfried era stato concepito; esso è raggiunto a battuta 21 dal tema della Morte (che colpì Sieglinde nel mettere al mondo il figlio) nei violini.
Battute 22-26: clarinetto basso, fagotti, due tubette e contrabbasso tuba espongono ancora (DO minore) il tema dei Wälsi, mentre i violini reiterano per 5 volte quello della Morte che si sta però via-via trasfigurando, salendo al SIb, poi al SI naturale, sensibile del DO maggiore sul quale...
Battute 26-30: ...la tromba, scortata dall’intera orchestra, esplode il tema della Spada, che raggiunge il SOL, dove...
Battute 30-32: ...anche l’inciso dell’Assassinio si trasforma in un vero e proprio scoppio di potenza vittoriosa, mentre il tema della Morte continua ad accompagnarlo in volute sempre più inebrianti. La terza apparizione dei due temi avviene su dinamica ridotta, quasi un tendere l’orecchio, poichè è in arrivo...  
Battute 32-36: ...il tema di Siegfried! Esposto nella sua prima sezione (DO minore) da quattro corni e dalla tromba bassa, con accompagnamento di tube, arpe e archi. Sfocia sul SOL dove...
Battute 36-38: ...con sottili variazioni si ripetono le battute 30-32, che introducono...
Battute 38-42: ...la seconda sezione (SOL minore) del tema di Siegfried, accompagnata negli archi da ormai innocui spezzoni del tema della Morte.
Battute 42-43: quasi per naturale evoluzione (dal Siegfried-idea al Siegfried-persona) ecco il MIb maggiore dell’Eroismo di Siegfried (la prima sezione) davvero colossale, come si era udita nel Prologo, ma significativamente variata, nella strumentazione (qui le tubette) ed anche nel ritmo, assai più nervoso di quello di allora.
Battute 44-45: sulla dominante SIb ecco ricomparire, trionfante, l’inciso dell’Assassinio, con il tema della Morte sempre più... vivo e vibrante.
Battute 46-47: ecco ora la seconda sezione dell’Eroismo di Siegfried, sempre più nervosa rispetto a quella del Prologo (due battute invece di tre) e che soprattutto presenta rispetto ad essa una sottile, ma significativa differenza, proprio nella chiusa: nella sua forma originale chiudeva con una terzina discendente di crome (SIb-LAb-SOL) seguita da due crome (LAb-SOL) e poi da due semiminime (FA) non legate e con la seconda armonizzata sulla dominante LAb (qui attaccava il tema di Brünnhilde donna). In questa nuova apparizione invece l’intera figura è racchiusa in due terzine di crome (SIb-LAb-SOL/LAb-SOL-FA) cui segue una minima di FA: insomma, là c’era ancora qualche apparente... impaccio, mentre qui tutto fila via a gran velocità, con il suggello...     
Battute 48-49: ...dell’inciso dell’Assassinio (accordi sulla sopratonica FA) e delle folate della Morte.
Battute 50-52: proprio come nel Prologo, al tema dell’Eroismo segue quello di Brünnhilde donna, in clarinetto e corno inglese, dolcemente accompagnati dall’arpa. Ma anche qui, rispetto ad allora, c’è una differenza non da poco: siamo un tono sotto (attacco dal SOLb e non dal LAb): un chiaro segno di... decadenza.
Battute 52-53: decadenza accentuata dal ritorno dell’Assassinio e della Morte alla loro forma originale!
Battute 54-56: siamo entrati ormai nella terza scena e ancora si ripete, variata, la mesta esposizione del tema di Brünnhilde donna.  
Battute 56-57: e ancora seguono, due volte, l’Assassinio e la Morte nella loro forma originale, mentre la dose di mestizia e dolore è rincarata da due apparizioni, nei fiati, della Schiavitù!
Battute 58-60: qui si contrappuntano due motivi invero sinistri: la Maledizione (tromba bassa) e il Grido di dominazione (fagotti e violini poi corno ingese e clarinetto). Come non rapportarli alle trame di Alberich e del figlio!?
Battute 60-61: in un’atmosfera sempre più mesta, ecco i corni esalare dolorosamente l’Eroismo di Siegfried, ormai degradato a luttuoso ricordo, come testimonia la tonalità di quest’ultima apparizione: DO minore.

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Helle Flammen scheinen in dem Saal der Götter aufzuschlagen. Als die Götter von den Flammen gänzlich verhüllt sind, fällt der Vorhang.
(Chiare fiamme sembrano prorompere nella sala degli dèi. Come gli dèi sono dalle fiamme totalmente avvolti, cade il sipario.)
(Götterdämmerung – L’ultima immagine del Ring)
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fram sé ec lengra um ragna röc (da lontano scorgo il destino degli dèi)
(Edda Poetica – Völuspá - Profezia della Veggente)
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orð mér af orði orðs leitaði (parola da parola mi condusse a parole)
(Edda Poetica – Hávamál – Píslir og rúnir, Discorso Runico di Odin)
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Il principio degli esseri è l'infinito… in ciò da cui gli esseri traggono la loro origine, ivi si compie altresì la loro dissoluzione, secondo necessità: infatti reciprocamente scontano la pena e pagano la colpa commessa, secondo l'ordine del tempo... (Anassimandro, 600 A.C.)
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L'"intento" degli dèi sarebbe compiuto quand'essi giungessero ad annullarsi nella creazione dell'uomo, quando cioè essi si spogliassero d'ogni influsso immediato sopra la libertà della coscienza umana. (RW: Abbozzo in prosa del 1848)
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La tetralogia L'Anello del Nibelungo può considerarsi un'epopea cosmogonica la cui prima e la cui ultima parola è l'elemento assoluto manifesto e pensabile come «acqua» ed esprimibile come «musica» cioè suono del beato silenzio: è l'enorme pedale in MI bemolle, di cui la tonica isolata è sostenuta per molte battute, al principio della prima Giornata del dramma, L'Oro del Reno, ed è la frase finale di due battute sull'accordo di terza di RE bemolle, al termine dell'ultima Giornata, Il Crepuscolo degli dei. (Augusto Hermet 1889-1954 - “La Parola Originaria”)
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…musica che è già in sé drammaturgia assoluta e autosufficiente, e chi ha un barlume di intelligenza sa che la musica è prima del mondo, e che è il mondo a modellarsi sulla musica… (Quirino Principe)

Perchè Wagner va studiato

Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi (in buona misura) si possono godere senza particolari prerequisiti (studi di musica o musicologia): un buon “orecchio” e un minimo di predisposizione sono più che sufficienti per apprezzare le loro opere e godere delle infinite “perle musicali” che contengono. Poi, lo studio servirà certamente ad approfondire i particolari delle composizioni, i retroscena, i nessi causa-effetto, e in fin dei conti ad apprezzare ancor più e meglio quelle opere.

Con Wagner la cosa non funziona proprio, così come difficilmente funziona – nel campo della musica strumentale – con Mozart o Beethoven o Bruckner, per fare solo qualche nome. È francamente difficile poter comprendere ed apprezzare fino in fondo una sinfonia di Beethoven, se non si ha un minimo di conoscenza delle forme musicali, del linguaggio sinfonico e, soprattutto, del “programma interno” che sta alla base della composizione. Senza di questi, si potrà magari godere una frase musicale particolarmente accattivante (come accade, per dire, ascoltando un balletto di Ciajkovski o un walzer di Strauss) ma difficilmente si potrà raggiungere quella particolare condizione di piena e completa “conoscenza-coscienza” di quell’opera d’arte.

Le opere di Wagner (parlo qui delle sette ultime, Ring, Tristan, Meistersinger e Parsifal, ma in qualche misura ciò vale anche per Lohengrin) sono un insieme inscindibile di poema, musica e didascalie di scena, insomma: tutto ciò che troviamo scritto sulla partitura. E quindi: limitarsi ad ascoltare la musica, senza comprendere le parole che vengono cantate (o declamate) fa correre il rischio di non capir nulla (come minimo) e di annoiarsi, quando non addirittura di cadere in uno stato di esasperazione e maledire Wagner per il resto dei propri giorni, rifiutando ogni e qualunque successivo contatto. Sì, perché Wagner non scrive “musica che si serve di parole (più o meno pertinenti) per manifestarsi”; ma si esprime in parole-musica, un insieme del tutto inscindibile. Allo stesso modo, per un regista o scenografo, ignorare – o, peggio ancora, contraddire – le didascalie poste da Wagner in partitura, significa ignorare o addirittura stravolgere le intenzioni dell’autore, e distorcerne totalmente il pensiero e il messaggio artistico.

Il Ring (“L’Anello del Nibelungo”, detto volgarmente “Tetralogia”, essendo costituito da quattro opere) è certamente l’esempio più completo e palpabile della wagneriana “Gesamt-Kunst-Werk” (Opera d’Arte Totale).

daland

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