Ricordate
il finale di Walküre? Quando Brünnhilde, sul punto di venire addormentata da
Wotan, lo implora che solo un eroe libero e senza paura (“…dass nur ein
furchtlos freiester Held…”) la possa in futuro risvegliare? Bene, là aveva
cantato quelle parole sul tema di… Siegfried! Indovinate adesso su quale tema ha
posto la domanda: “Wer ist der Held, der mich erweckt'?”,
chi è l’eroe che mi ha risvegliata?
Tutti
i legni più una tromba si scatenano in un martellante tappeto sonoro (semicrome
alternate ad altre in terzine) sul MI
maggiore, che poi modula a dominante di LA, mentre Siegfried, insieme ai corni
che reiterano, se possibile ampliandolo, il suo tema, si presenta: io ho
attraversato il fuoco; io ti ho strappato le difese; io, Siegfried, son colui
che ti ha svegliata!
E
Brünnhilde a questo punto, accompagnata dagli inebrianti arpeggi di biscrome di arpe e violini, completa il
suo saluto: agli eterni dèi (scendendo di un’ottava, dal LA acuto passando per
MI e DO#) al mondo (dalla dominante sottostante MI al LA al DO naturale) e alla
terra, tornando a DO maggiore e salendo al SOL con successivo appoggio sul FA,
in un gigantesco crescendo
orchestrale. Mentre i violini completano il Saluto al mondo, lei si compiace
che il suo sonno abbia avuto finalmente termine e che il suo liberatore -
Siegfried - stia proprio lì, davanti a lei.
Chiude
la sua perorazione salendo al FA#, sensibile del SOL sul quale, alla faccia di
tutte le pretenziose e pedanti teorie del Wagner pensatore, il Wagner musicista
ci sciorina nientemeno che un primo, strepitoso duetto all’italiana, in piena regola, con tanto di terze parallele, proprio degno di
Bellini o Donizetti: “Heil der Mutter”, evviva la madre che mi (ti) generò,
“Heil der Erde”, evviva la terra che mi (ti) nutrì. È il motivo del Saluto d’amore (tonica, dominante
inferiore, sensibile e discesa alla sopratonica) che supporta queste parole, sfociando
ancora nel DO maggiore della coda del Saluto al mondo. Poi, mentre i due perdono
lo sguardo l’uno nell’altra, estasiati, lascia spazio ad un nuovo motivo, detto
dell’Estasi d’amore, qui esposto
dagli strumentini nel tripudio dell’intera orchestra: mediante-sesta-dominante
e discesa un’ottava sotto, poi risalita a sopratonica, mediante, sopratonica.
Su
quel motivo Brünnhilde inneggia a Siegfried, eroe beato, risvegliatore di vita
e luce vincente… Poi gli confessa, accompagnata dal motivo del Saluto d’amore, di
averlo amato e protetto addirittura prima ancora che lui nascesse! Il tema dell’Eredità
del mondo fa capolino sulle ultime parole di Brünnhilde (“da tanto tempo io t'amo, o Siegfried!”) per poi sfociare,
nei violini, nell’inciso finale del Saluto al mondo.
E
l’ingenuamente raziocinante Siegfried, che nulla conosce degli intricati
retroscena del suo concepimento e delle complesse vicende che ne seguirono, ne
deduce che allora lei dev’essere per forza sua madre, che non è morta come gli
raccontò quel fedifrago di Mime, ma era solo addormentata! Due motivi tornano
qui alle nostre orecchie in modo sbudellante, dolcemente sussurrati dai
violini: quello dei Wälsi e soprattutto quello, proprio appena accennato, di
Sieglinde!
Ora
Brünnhilde, dopo avergli amabilmente smontato (sul motivo dell’Estasi d’amore)
questa idea, lo invita ad amarla, poi gli promette di mettere a sua
disposizione la sua sapienza (qui il tema dell’Enigma del destino ci insinua
qualche sospetto(1) …) e infine, sul tema dell’Eredità del mondo, cerca di spiegargli
perché lei è sapiente solo a causa del suo amore per lui, e lo fa imbarcandosi
– di fronte al ragazzo sempre più sbigottito – nel racconto della sua personale
vicenda col padre Wotan (che però per Siegfried è un autentico carneade,
figuriamoci).
Così,
dopo una fugace apparizione del Saluto al mondo, sul Saluto d’amore Brünnhilde
spiega a Siegfried di averlo amato fin da quando fu messa a parte del pensiero
di Wotan; pensiero di cui mai lei ha potuto parlare (qui il rabbrividente
Presagio di morte si insinua nel clarinetto basso!(2)); pensiero che peraltro lei
ha solo “avvertito” – cioè sentito nel profondo del cuore - e non positivamente
“pensato”; pensiero che però lei ha
perseguito, disobbedendo a colui che lo aveva pensato; venendone così punita (tema
della Punizione) solo per averlo “avvertito”, pur non avendolo “pensato” (qui
il tema della Giustificazione compare a proposito nell’oboe); ma amando
testardamente colui (Siegfried, appunto, sul tema dell’Eredità del mondo) che quel
pensiero avrebbe realizzato(3) …
Anche
se si chiude con una cadenza sul tema del Saluto d’amore, questa esternazione
di Brünnhilde appare proprio come una manfrina esasperante ed insopportabile agli occhi del povero Siegfried, tanto estasiato dalla musicalità della voce di Brünnhilde,
dalle sue labbra, dai suoi occhi, insomma… da tutto il suo corpo(4), quanto interdetto dal significato per lui più che oscuro
di quelle parole.
E
non è quindi un caso che Siegfried le risponda ribadendo – sempre accompagnato
dal motivo del Saluto d’amore - la sua ammirazione, anzi propriamente la sua attrazione (viscerale e naturale(5)) per
lei e al contempo la sua totale incapacità (tema dell’Enigma!) ad afferrare ciò
che lei gli comunica(6).
Il
motivo della Gioia d’amore, reiterato in clarinetti e fagotti, accompagna
adesso l’implorazione di Siegfried alla donna: tutti i miei sensi sono
disperatamente attratti da te, come posso capire dei concetti così astrusi? Tu mi
hai insegnato la paura, mi hai messo addosso questa specie di angoscia!
Poi
conclude (attenzione, sul tema della Rinunzia!) la sua esternazione, con quel “birg meinen Mut mir nicht mehr!” (non soffocare ancora il mio
coraggio): sì, perché lui sta evidentemente interpretando quello sproloquio di
Brünnhilde come un mezzo elegante che la ragazza deve aver inventato lì per lì per…
defilarsi e convincerlo a rinunciare a lei!
___
Note:
1. In Walküre,
atto II, scena II, Brünnhilde era stata ammonita da Wotan di non far parte ad alcuno di quanto il padre era sul punto di rivelarle. Allora avevamo già
insinuato che questo qualcuno altro non potesse essere che Siegfried.
2. Vedi nota
precedente, riguardo l'impegno al silenzio.
3. Brünnhilde
quindi rivela a Siegfried (che nulla ci capisce, peraltro) di essere parte di
un gioco più grande di lui, anche se non gli dice quale. Domanda: sta così contravvenendo
alla promessa fatta al padre?
4. Parliamoci
chiaro, il ragazzo non vede l’ora di accoppiarsi carnalmente con la vergine, e lei per tutta risposta si
mette a raccontargli di fatti e persone a lui totalmente sconosciuti, incomprensibili,
e di cui “nun glie ne pò ‘ffregà ‘dde meno”!
5. Non mi
pare sia una bestemmia apparentare l’atteggiamento di Siegfried verso Brünnhilde
a quello inizialmente tenuto da Alberich verso le Figlie del Reno nella prima
scena del Rheingold: siamo in presenza del naturale
istinto di esseri viventi all’accoppiamento.
6. Il
parallelo con la prima scena del Rheingold vale anche per Brünnhilde: come le
Figlie del Reno, anche lei possiede una sapienza
(e infatti lo ha appena ricordato a Siegfried) che la eleva un gradino al di
sopra della pura e naturale animalità che caratterizza Siegfried, come il primo
Alberich. Questo incidentalmente spiega quanto accadrà tra poco: la sua
riluttanza a concedersi.
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