La
scena che ci vedrà testimoni della morte di Siegfried (ah già, la Siegfrieds Tod!) si apre paradossalmente
con il Grido di nozze ghibicungo: non
dimentichiamo che Siegfried è fresco sposo di Gutrune e che i due devono avere
appena passato la prima – e unica(1), come pare essere destino del nostro eroe!
- notte del loro matrimonio. Il tema è suonato in DO da un corno posto dietro
le quinte e gli risponde in orchestra un altro corno con il motivo della
seconda minore di Hagen (REb-DO) ripetuto dopo il richiamo (“Hoiho!”) del
mezzosangue, che sta evidentemente sopraggiungendo con Gunther e gli altri.
Ancora il Grido di nozze, due volte
da lontano, intercalato da quello (in FA) del corno di Siegfried con la prima
sezione del suo Grido. Il quale tema
esplode completamente subito dopo.
Ascoltiamo
ora uno scambio di richiami (“Hoiho! Hoiho!”) che intercorre fra uomini di
Hagen (LA-MI, quinta ascendente) e Siegfried (SOL-DO, quinta discendente)
chiusi da un “Hoihe!” del nostro eroe che scende dal DO acuto al FA#, un bel tritono... (che Siegfried si sia
adeguato alla volgarità del linguaggio di Hagen ce lo confermerà lui stesso tra
poco).
La
scena che segue è sottolineata da continui salti di tonalità che bene danno
l’idea del trambusto e dell’eccitazione che caratterizza questa specie di
rimpatriata fra rudi guerrieri-cacciatori. Gli archi bassi ora rimuginano due
volte il tema del Grido di Siegfried,
mentre lui risponde a Hagen (che gli chiede dove si fosse cacciato) invitando i
ghibicunghi a scendere fino da lui, al fresco sulla riva del fiume, mentre i
corni sommessamente – e modulando a LAb - riespongono la sezione ascendente del
tema acquatico del Grido di allegria
delle ninfe.
Ora
ecco iniziare una strepitosa polifonia, che mirabilmente evoca lo scenario che
ci circonda: tre temi si accavallano alle nostre orecchie: quello del Grido di Siegfried negli archi (prima i
bassi, poi via via gli alti) in MI maggiore (enarmonia LAb-SOL#); quello del Grido di nozze, pure in MI, nei corni; e
infine quello del Grido di allegria,
in LA maggiore, nei legni! Hagen invita i suoi a fermarsi presso Siegfried per
il pranzo. Ancora il Grido di Siegfried,
tornato a FA e il Grido di nozze (DO)
riempiono l’aria, mentre Hagen ordina di por mano alle borracce del vino.
Adesso
è il solo tema del Grido di Siegfried
che tiene banco nell’intera orchestra: una vera apoteosi, quasi orgiastica, che
attacca in MI maggiore, modula arditamente per terze maggiori scendendo a DO,
quindi a LAb per tornare a MI, fino a concludersi però con un sinistro rullo di
timpano, su pesanti cadute (tritoni
FA-SI, tipici di Hagen) nei fiati e, soprattutto, sugli incisi (semicroma-croma)
della seconda sezione del tema dell’Assassinio!
Ecco qua: un ragazzo ingenuo ed entusiasta che si avvia incoscientemente alla
propria rovina! E Hagen, di essa artefice, ora ipocritamente invita i suoi ad
ammirare chissà quali straordinarie prede avrà Siegfried da mostrare, della sua
caccia.
E
invece il nostro, che è a mani vuote, ci fa proprio la figura del pirla,
costretto ad elemosinare un boccone dalle prede altrui! Ed infatti il tema dei Ghibicunghi accompagna le sue scuse e la
(finta?) meraviglia di Hagen. Siegfried confessa di aver perso l’orientamento e
di avere incontrato solo degli uccelli acquatici (le ninfe, di cui risuona
ancora il Grido di allegria) che gli
hanno pronosticato la sua fine, oggi stesso! Canta ciò sulla seconda minore REb-DO
tipica di Hagen (la Schiavitù) mentre
subito i corni e i fagotti espongono il truce tema del Patto di vendetta, sul quale il figlio di Alberich si permette di
ironizzare (ma con piena cognizione di causa): sarebbe proprio una bella
caccia, quella dove un cacciatore senza preda venga abbattuto da un animale
selvatico!
Siegfried
(che pure non dovrebbe essere troppo spossato, avendo preferito alle fatiche
della caccia l’incontro galante con le tre ninfe) chiede da bere con un... tritono (RE-SOL#) avendo ormai
irrimediabilmente assunto l’idioma di Hagen. Il quale non aspetta altro per
riempirgli di vino il corno e chiedergli se è vero quanto si dice di lui, che
cioè sappia interpretare il linguaggio degli uccelli(2) (non a caso il
clarinetto intona due incisi del tema dell’Uccellino
del bosco, seguito da uno squittio dell’oboe). Siegfried minimizza,
asserendo di essersi ormai scordato di quella sua facoltà (gli archi ricordano
invece il Grido di allegria delle
ninfe!) e - accompagnato da spezzoni del Grido
di nozze e dei Ghibicunghi -
offre da bere al cognato.
Il
quale è in preda a cupi pensieri: l’Espiazione
nei corni e il Patto di vendetta in
fagotti e archi bassi, poi la Schiavitù
nei tromboni evocano alla perfezione lo stato d’animo dissociato di Gunther,
che evidentemente sta cominciando a rimpiangere l’assenso dato la sera prima alla
sentenza di morte per Siegfried. Per convincerlo a brindare con lui, Siegfried
mescola allegramente il suo vino con quello del cognato, spargendolo per terra.
Qui troviamo un inciso di uno dei temi di Loge, quello dell’Incantesimo (cosa vorrà dirci qui
Wagner? che Siegfried sta giocando col fuoco?) a contrappuntare i temi
ghibicunghi (Gutrune inclusa) mentre
Gunther sospirando sembra compatire quell’eroe allegro ed ottimista, del tutto
ignaro di ciò che lo attende.
É
Brünnhilde che lo preoccupa? chiede Siegfried a Hagen. Il quale torna ancora
alla carica con la faccenda del canto degli uccelli (certo, se lui la
comprendesse come tu i pennuti...) ed ancora Siegfried risponde sul tema del Grido di allegria delle ninfe, che
trascolora in quello dell’Uccellino:
perfetta immagine dei mutati interessi del nostro, che da quando ha rapporti
con le donne ha scordato i volatili! Ma Hagen insiste: un tempo ne comprendevi
il canto, vero?
E
finalmente Siegfried si offre di cantare a Gunther e ai presenti le sue
avventure giovanili. In orchestra serpeggia qualcosa che ci richiama il tema
dei Nibelunghi (corni) insieme all'Educazione di Mime (violini) e fra poco scopriremo
perchè. Intanto, tutti si sdraiano ai piedi di Siegfried e Hagen gli dà
l’attacco...
___
Note:
1. Come abbiamo più sopra ipotizzato,
è possibile (e drammaticamente suggestivo) che anche l’unione (la prima e
genuina!) con Brünnhilde abbia coperto una sola notte, quella che separa
Siegfried da Götterdämmerung.
2.
Come fa Hagen ad avere una simile informazione? Qui abbiamo una logica
risposta: la cosa gli è stata riferita indubbiamente dal padre che, non
dimentichiamolo, stazionava a Neidhöhle nelle ore in cui Siegfried uccideva il
drago e poi parlava con l’Uccellino, e deve avere visto ed ascoltato proprio
tutto: di certo lui non può aver compreso il canto del volatile, ma poteva
perfettamente dedurre dalle parole e dalle successive azioni di Siegfried che
quest’ultimo era in qualche contatto con il pennuto. Piuttosto: la cosa che
sorprende, ancora una volta, è la dabbenaggine (mista a una discreta dose di
presunzione) di Siegfried, cui non passa nemmeno per l’anticamera del cervello
l’interrogativo di come faccia Hagen a conoscere un simile particolare!
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