Anche il tema che caratterizza
Gutrune è catalogabile fra quelli volutamente decadenti - parigini in senso deteriore, si potrebbe dire - che Wagner impiega
per presentarci, additandolo al nostro ludibrio, insieme al degrado della
civiltà ghibicunga anche quello della musica del suo tempo. Un motivo che
contiene cadute di quinta, tipiche
dei Ghibicunghi, dalla dominante RE alla tonica SOL e poi dalla mediante SI
alla sesta MI, seguite da risalite che nel seguito diventano cromatiche, quindi
sdolcinate, appiccicose: insomma, questa Gutrune ha una personalità
meschinella, e poco conta che sia a suo modo sincera. Il suo canto poi è quanto
di più affettato e musicalmente mediocre si possa immaginare, vestendo le sue
parole di benvenuto con due salti di ottava discendente e poi con la chiusa
(quinta discendente SI-MI e risalita alla tonica SOL).
E il suo tema, negli archi e nei
fiati, persiste noiosamente per altre 9 battute, proprio a mostrarci la
donnicciuola in ansiosa attesa che Siegfried, afferrata la coppa e tenutala
pensierosamente davanti a sé per qualche istante, si decida finalmente a
trangugiarne il contenuto. Qui però avviene uno dei soliti miracoli wagneriani,
in fatto di transizioni di atmosfera: la tonalità trascolora dal SOL al MIb
maggiore e il tema di Gutrune si trasforma mirabilmente in… Brünnhilde! E di
seguito ascoltiamo una sequenza emozionante di temi, a cominciare da una
reminiscenza dei suoni che Siegfried aveva udito affacciandosi sull’altura dove
la fanciulla ancora dormiva; che introduce il Saluto d’amore, accompagnato dal clarinetto; quindi muta nell’Eredità del mondo; e infine sfocia nel
tema del Saluto al mondo, mentre
Siegfried beve alla sua donna(1) e – parole sue, letterali (zu treuer Minne) –
all’amor fedele!
Ironia della sorte, tra pochi
secondi quello diventerà il saluto del tradimento!
Dunque, Siegfried ha bevuto, proprio
tutto d’un fiato, il contenuto del corno offertogli da Gutrune (ma preparato
dall’alchimista Hagen…) E cosa udiamo in sottofondo, nei corni? Beh, una chiara
variante del tema del Tarnhelm, già conosciuta poco fa (allorquando Hagen aveva
spiattellato la sua proposta ai fratellastri) qui a indicarci la magìa, il
sotterfugio, in definitiva l’inganno di cui il nostro ingenuo eroe è ormai
caduto vittima. E non si sbaglia di certo a vedere in ciò un’allegoria delle
trappole e degli inganni messi subdolamente in atto dall’establishment musicale
di quei tempi ai danni dei soggetti innovatori (dei quali Wagner si credeva
narcisisticamente la punta di diamante).
Ecco, la micidiale pozione di Hagen
fa immediatamente il suo effetto(2)… musicale: riportando in primo piano, in
SOL maggiore, e insinuando nella cervice di Siegfried, il tema di Gutrune (in
flauti e oboi, strumenti per definizione suadenti)
mentre la donna abbassa pudicamente gli occhi. Cosa che Siegfried le
rimprovera, mentre il tema di Gutrune dilaga prima nei violini e poi nei legni
e lei, su un’ultima apparizione di questo, alza gli occhi, tutta rossa in
viso(3), su quello che è divenuto ormai il suo idolo.
Il quale adesso – la tonalità vira a
DO minore - sbotta improvvisamente, in preda ad un vero e proprio colpo di
fulmine: le parole “Ha, schönstes Weib!”, donna
bellissima! (e ciò che segue) che rivolge a Gutrune non sono poi tanto
dissimili da quelle (“Durch brennendes Feuer fuhr ich
zu dir!”, Tra l'ardente fuoco son venuto da te) con cui aveva
focosamente manifestato la sua passione a Brünnhilde, dopo averla risvegliata! Ed
anche la musica ci ricorda quei momenti di esaltazione e di bruciante desiderio.
Gunther, come si chiama tua sorella?(4)
Tornando a SOL maggiore, e sostenuto dal tema di Gutrune, il fratello ne
comunica il nome a Siegfried. Il quale se ne compiace (con un gioco di parole:
Gutrune = gute Runen, buoni auguri) e poi le offre esplicitamente i suoi
servigi, al che la donna, ancora seguita dal suo tema, ma anche dagli incisi di
quello di Hagen, che le ha dato un’occhiata d’intesa, si ritira nella sua
camera.
Mentre Siegfried la segue con lo
sguardo, due corni, con sordina ma forte,
innalzano il tema della maledizione!
___
Note:
1. La didascalia è inequivocabile,
specificando che Siegfried pronuncia il nome dell’amata a bassa voce. Quindi, anche qui è evidente come il nome della donna
non arrivi alle orecchie dei fratelli Ghibicunghi. In caso contario, tutto il
piano infernale di Hagen verrebbe irrimediabilmente compromesso.
2. Si potrebbe pensare ad una
spiegazione plausibile – certo, assai poco… magica! - per questo così rapido
effetto. Da quanto tempo Siegfried non dorme? Nel dramma precedente l’avevamo
visto continuamente sveglio dalla mattina del primo atto fino a quella del
terzo (due giorni dopo!) e in mezzo c’erano state fatiche mica da nulla:
forgiatura della spada, viaggio notturno verso Fafner, la lotta col drago, poi
un altro viaggio notturno verso la roccia di Brünnhilde, lo scontro con Wotan,
l’attraversamento del fuoco e infine l’incontro con la fanciulla. Come possiamo
immaginare che lui abbia passato la successiva notte dormendo? Brünnhilde
ricorderà benissimo quella notte: una notte d’amore! Al mattino successivo
(come abbiamo ipotizzato più volte) Siegfried si arma e parte verso le sue
nuove avventure. Insomma, questo povero ragazzo sarà pure superdotato, ma
accidenti, c’è il caso che sia al quarto giorno consecutivo senza aver mai
riposato decentemente! Meraviglia che i suoi riflessi siano un tantino
appannati e che un po’ d’alcool gli faccia perdere la trebisonda?
3. Abbiamo anche qui la conferma che
Gutrune è una zitellina timida e pure un po’ bigotta. Ed anche assolutamente in
buona fede: lei non sta per nulla fingendo, né tantomeno facendo la civetta per
sedurre Siegfried (a quello ci ha pensato la droga...)
4. Evidentemente Siegfried ha perso
solo parte della memoria: in caso contrario non potrebbe ricordare che Gutrune
è sorella di Gunther, come ha appreso subito prima di ingoiare il filtro. Il
cui effetto, lo sappiamo, è selettivo:
Siegfried si scorda esclusivamente di Brünnhilde. Ciò peraltro comporterà nel
seguito alcune incongruenze piccole e grandi nello svolgersi degli avvenimenti.
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