Il
sipario, che era stato abbassato all’inizio del lussureggiante viaggio musicale
di Siegfried sul Reno, si alza ora sulla sala della reggia dei Ghibicunghi, che
sorge proprio sulla riva del grande fiume. Ad accoglierci troviamo
immancabilmente temi che ci presentano gli individui che abitano quel luogo:
due fratelli di sangue reale, Gunther e Gutrune, figli dei defunti sovrani
Gibich e Grimhilde, che potremmo etichettare come la mediocrità al potere; e Hagen, loro fratellastro, nato dall’oscuro
rapporto di Grimhilde con Alberich, che possiamo ben definire come l’intelligenza al servizio del crimine.
Abbiamo
già osservato come Hagen(1) (di cui avevamo sentito vaneggiare già nella
Walküre) sia un personaggio che fa,
proprio come Siegfried, da trade-union fra il mondo mitologico e quello storico.
Ed è di lui che ci parla il Leit-motiv presentato subito dagli archi, in una
tonalità che si muove intorno al FA# minore: un motivo puntato nei violoncelli
e contrabbassi sul quale violini e viole innestano due incisi protervi:
dapprima una terza minore discendente (LA-FA#) e poi una settima discendente
(SI-DO#). Sia il motivo negli archi bassi che gli incisi in quelli alti sono
preceduti da una veloce terzina ascendente, che ci ricorda, accorciato, il
motivo dell’annientamento,
caratteristico del padre di Hagen. Invece il motivo puntato sembra scimmiottare
addirittura il patto (vedremo in
effetti all’inizio dell’atto secondo quale sia il sodalizio fra padre e
figlio).
Al
tema di Hagen si allaccia subito quello caratteristico della schiatta dei Ghibicunghi(2):
anch’esso è puntato, esposto qui in FA# maggiore, che sale per più di
un’ottava, di gradino in gradino fino alla mediante LA#, per poi scendere fino
alla sesta e da lì risalire alla tonica: sembra quasi una parodia dell’elemento primordiale, chiuso da un gesto
di tronfia vanagloria (un po’ anche come il motivo del trionfo del nibelungo…) Questi due temi continuano ad accavallarsi sottolineando
il dialogo fra Gunther e Hagen, aperto dal primo, che pone al secondo una
domanda retorica (oppure stupida): regno io felice sul trono di Gibich? E il suo
tema ampolloso chiude ora una terza maggiore più in basso, sul RE, subito
ripetuto pappagallescamente in eco
dall’orchestra.
Hagen
risponde, accompagnato dal suo motivo puntato: come no! persino nostra madre
Grimhilde me lo ripeteva. Gunther ribatte di aver avuto in dono la
primogenitura, ma non la sapienza, che fu riservata al fratellastro: e perciò a
lui chiede consiglio (il suo tema si sposta ancora in basso, di una terza
minore, sul SI, sempre ripetuto enfaticamente dall’orchestra). La risposta di
Hagen è introdotta da un inquietante inciso, che non promette nulla di buono: proviene
infatti dal tema del grido di dominazione
del nibelungo (!) Poi, accompagnato dagli scatti discendenti del suo tema,
Hagen rivela al fratellastro la natura della principale lacuna che macchia la
sua regale esistenza. Di che si tratti ce lo annuncia subdolamente il primo
clarinetto, esponendo una variante storpiata, in minore, del tema di Freia: caro fratello, ti manca l’amore!
Io vedo te e tua sorella nel pieno degli anni, ma tu ancora sei senza moglie e
lei senza marito…
Gunther
e Gutrune piombano in una muta meditazione (così avverte la didascalia) durante
la quale è il clarinetto basso a farsi vivo con il tema di Freia, prima che Gunther, accompagnato da spezzoni del suo
tema in FA# maggiore, domandi consiglio al fratellastro riguardo a chi scegliere
come consorti, che rechino ulteriore fama e onore alla casata dei Ghibicunghi.
Ecco:
la trappola di Hagen sta per scattare.
___
Note:
1. Hagen figlio
di Alberich è un’invenzione bella e buona (anche se straordinaria!) di Wagner:
nel Nibelungenlied, Hagen è un fido (pur se rude) vassallo che nulla ha a che
fare con i Nibelunghi; nella Völsunga Saga, come in Snorri, è un figlio del re
Gjuki; in ogni caso egli è in qualche modo vittima, non già ideatore e regista,
come invece ce lo presenta Wagner, dell’assurda vicenda che coinvolge Siegfried
e Brünnhilde. Qualcuno vede nell’ascendenza nibelungica di Hagen uno dei tanti
momenti di “antisemitismo” del Ring (ne riparleremo a tempo debito).
2. Anche se sembra precocemente invecchiato, Hagen è sicuramente
più giovane di Gunther e Gutrune: intanto perché sarebbe difficile immaginare
che la madre dei tre (Grimhilde) abbia messo al mondo i due figli legittimi dopo aver subito la seduzione di
Alberich. La seduzione, non lo stupro – come spesso si insinua – chè il frutto
di uno stupro difficilmente potrebbe trovare ospitalità e riconoscimenti nella
reggia medesima, accanto ai figli legittimi della regina stuprata. E in ogni
caso sono le parole di Gunther a confermarci che è lui il primogenito. Di lui e
di Gutrune, Hagen parla come di persone nel
vigore maturo dell’estate, il che, tradotto in anni d’età, potrà
significare all’incirca o comunque al massimo... 30. Il che significa che Hagen,
essendo più giovane di Gunther, deve avere a sua volta meno di 30 anni. Proprio
come Siegfried, che sappiamo avere la stessa età di Hagen (massimo 9 mesi in
meno) come si deduce dall’annuncio fatto da Wotan alla figlia nel secondo atto
della Walküre a proposito della gravidanza di Grimhilde...
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