25 dic 2016

5.4.2.2 Götterdämmerung: Atto III – Scena II – Siegfried come il corvo della favola?


Siegfried comincia a raccontare la sua storia(1), un ennesimo esempio di riassunto di puntate precedenti: come gli altri, ci ripresenta temi già uditi, ma esposti sotto diversa angolazione o (come in questo caso) cantati da altro personaggio: Siegfried al posto dell’Uccellino, di cui si è udito il tema nel primo oboe, in SIb maggiore, a precedere l’invito di Hagen (“So singe, Held!”) E il risultato dell’operazione è di scatenare in chi ascolta indicibili emozioni - la nostalgia per momenti esaltanti vissuti in passato - e allo stesso tempo un rabbrividente presentimento: l’ormai inevitabile tragedia che incombe sul nostro disgraziatissimo eroe, per il quale la miscela di dabbenaggine e presunzione significherà la condanna e la fine.

Dunque, modulando alla relativa minore di SIb (SOL) corni e violini primi rievocano il tema dei Nibelunghi e Siegfried rievoca l’infanzia trascorsa con Mime, che lo allevò con l’idea – una volta adulto - di convincerlo ad uccidere un Drago (clarinetti, corni e fagotti ne accennano il motivo). Sul sottofondo dei Nibelunghi, spiega che il nano gli insegnò (il tema dell’Educazione di Mime sostiene il suo racconto) a temprare e fondere metalli(2), ma che lui stesso dovette ricostruirsi la spada; e qui torna mirabilmente l’atmosfera della scena finale del primo atto del Siegfried, con una subitanea modulazione a DO maggiore, il crescendo del motivo del Grido di Siegfried e l’esplodere nella tromba del tema della Spada, l’arma del padre (“Des Vaters Wehr...”) finalmente riforgiata (“...fügt’ ich mir neu”) parole cantate sulle note di ”Nothung, neidliches Schwert”.

Ora clarinetti e poi corni ricordano il tema della Meditazione di Mime: Siegfried ci racconta infatti che il nano giudicò la nuova arma idonea all’impresa di abbattere Fafner (e il motivo del Drago esce fuori cupo e minaccioso dalle corde degli archi bassi); cosa che puntualmente si avverò.

Ma ora attenzione (proprio così chiede Siegfried agli astanti!) perchè vi debbo raccontare di un vero e proprio miracolo; e il tema dei Wälsi nel primo clarinetto ci dice subito chi ne fu testimone, mentre le biscrome arpeggianti di violini e viole evocano al contempo l’emozione del ricordo e quella del suo racconto: il sangue del drago mi bruciò le dita e, portandole istintivamentee alla bocca, mi accorsi di intendere il canto degli uccelli!

La tonalità vira immediatamente a MI maggiore e gli archi alti creano l’atmosfera inconfondibile dell’Incantesimo della foresta: siamo tornati indietro a Neidhöhle, e riviviamo quell’assolato meriggio quando Siegfried si liberò prima di Fafner e poi di Mime, e infine si incamminò verso la rupe di Brünnhilde! Un uccellino appollaiato su un ramo cominciò a cantare... e qui è Siegfried che ne ripete parole e musica, ricordandone precisamente le tre esternazioni.

La prima delle quali riguarda il suggerimento di prendere dal tesoro di Fafner il Tarnhelm e l’Anello: sono otto versi su nove battute musicali dove, a parte la voce del tenore a sostituire quella del soprano e impercettibili varianti nella tessitura degli archi, soltanto l’assenza del pedale dei celli differisce sostanzialmente dall’originale. Hagen chiede se il consiglio del volatile venne seguito, un ghibicungo si informa se l’uccellino raccontò altro.

La seconda fila di viole accenna al tema dei Wälsi e Siegfried assicura: sì, mi presi elmo ed anello, poi stetti ancora ad ascoltare l’uccellino, che cantava dalla cima dell’albero. Questa seconda esternazione viene qui variata, nella rievocazione di Siegfried, rispetto all’originale: dopo i primi 4 versi immutati ne abbiamo altri 4 in luogo dei 5 originali, dove il contenuto cambia, pur mantenendo sostanzialmente il significato di avvertimento al ragazzo nei confronti delle trame di Mime. Musicalmente abbiamo pure una deviazione, con accorciamento di una battuta (9 al posto di 10). Ancora il tema dei Wälsi (nel clarinetto basso, poi ancora nel primo clarinetto e nelle viole) accompagna Hagen che domanda a Siegfried se seguì il suggerimento, mentre alcuni dei guerrieri ghibicunghi chiedono notizie sulla fine del nano.

Ora il MI maggiore dell’Incantesimo della foresta lascia il posto ad una cupa transizione, prevalentemente in SOL minore, con brevi incisi in maggiore. Sigfried racconta del tentativo di Mime di avvelenarlo, ma di come il nano tradì le sue intenzioni, e così con la sua Nothung lui gli chiuse la bocca. Hagen, sghignazzando sul motivo dei Nibelunghi (tutto suo padre!) ironizza sul povero zio, che dovette assaporare gli effetti di quella spada che pur lui non aveva saputo forgiare(3).

Due uomini, in sequenza, chiedono a Siegfried cosa gli raccontò ancora l’Uccellino, e qui Hagen – lui conosce già perfettamente il seguito della storia! - versa nel vino del malcapitato eroe un estratto di erbe, una specie di contro-filtro che serve ad eliminare del tutto l’effetto dell’altra droga che aveva fatto scordare Brünnhilde a Siegfried. E i temi dell’Elmo magico prima (nei corni) e poi dell’Inganno magico (nei clarinetti) sottolineano tempestivamente quel gesto, che ha effetto immediato: ce lo testimonia, dopo che il corno inglese ha esalato ancora il motivo dei Wälsi, l’apparizione, nei violoncelli che rimodulano verso il MI maggiore, del tema di Brünnhilde donna! E su quelle note Siegfried riprende il suo racconto... che lo porterà alla rovina.
___
Note:
1. Siegfried racconterà, succintamente ma fedelmente, tutta la sua vita, fino all’incontro con Brünnhilde. Un unico, importante particolare verrà però tralasciato: l’incontro-scontro con il Viandante, cui pure Siegfried ha fatto indiretto riferimento nel dialogo di poco prima con le Ninfe. Una possibile spiegazione risiede nella volontà di Wagner di evitare una divagazione rispetto alla sequenza delle esternazioni dell’Uccellino, che costituiscono la base (anche e soprattutto musicale) del racconto di Siegfried.
2. A dir la verità: non è ciò di cui siamo stati testimoni nel Siegfried. Là Mime affermava di aver insegnato la furbizia al ragazzo che però, sul fronte della professione di fabbro, ci è stato presentato come un autentico naìf, che l’arte forgiatoria si è inventato di sana pianta e di sua testa, e vi ha avuto successo proprio perché non condizionato dalle ormai obsolete practices di Mime. Evidentemente questo racconto, inserito da Wagner nella stesura originaria della Siegfrieds Tod, riporta (fin troppo) fedelmente ciò che si legge nelle saghe, dove effettivamente Sigurd figura come apprendista del fabbro Regin (che peraltro gli forgia anche la spada Gram). Successivamente, al momento di comporre il Siegfried, Wagner deve aver pensato bene (e quanto!) di cambiare le carte in tavola, dimenticandosi però di sistemare coerentemente le cose in Götterdämmerung. 
3. Per tradizione, qui gli interpreti di Hagen aggiungono arbitrariamente una risata aggiuntiva, sul ritmo nibelungico, risata sicuramente di grande effetto, ma che per la verità Wagner non ha vergato in partitura. 

Nessun commento:

Powered By Blogger
Helle Flammen scheinen in dem Saal der Götter aufzuschlagen. Als die Götter von den Flammen gänzlich verhüllt sind, fällt der Vorhang.
(Chiare fiamme sembrano prorompere nella sala degli dèi. Come gli dèi sono dalle fiamme totalmente avvolti, cade il sipario.)
(Götterdämmerung – L’ultima immagine del Ring)
*****
fram sé ec lengra um ragna röc (da lontano scorgo il destino degli dèi)
(Edda Poetica – Völuspá - Profezia della Veggente)
*****
orð mér af orði orðs leitaði (parola da parola mi condusse a parole)
(Edda Poetica – Hávamál – Píslir og rúnir, Discorso Runico di Odin)
*****
Il principio degli esseri è l'infinito… in ciò da cui gli esseri traggono la loro origine, ivi si compie altresì la loro dissoluzione, secondo necessità: infatti reciprocamente scontano la pena e pagano la colpa commessa, secondo l'ordine del tempo... (Anassimandro, 600 A.C.)
*****
L'"intento" degli dèi sarebbe compiuto quand'essi giungessero ad annullarsi nella creazione dell'uomo, quando cioè essi si spogliassero d'ogni influsso immediato sopra la libertà della coscienza umana. (RW: Abbozzo in prosa del 1848)
*****
La tetralogia L'Anello del Nibelungo può considerarsi un'epopea cosmogonica la cui prima e la cui ultima parola è l'elemento assoluto manifesto e pensabile come «acqua» ed esprimibile come «musica» cioè suono del beato silenzio: è l'enorme pedale in MI bemolle, di cui la tonica isolata è sostenuta per molte battute, al principio della prima Giornata del dramma, L'Oro del Reno, ed è la frase finale di due battute sull'accordo di terza di RE bemolle, al termine dell'ultima Giornata, Il Crepuscolo degli dei. (Augusto Hermet 1889-1954 - “La Parola Originaria”)
*****
…musica che è già in sé drammaturgia assoluta e autosufficiente, e chi ha un barlume di intelligenza sa che la musica è prima del mondo, e che è il mondo a modellarsi sulla musica… (Quirino Principe)

Perchè Wagner va studiato

Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi (in buona misura) si possono godere senza particolari prerequisiti (studi di musica o musicologia): un buon “orecchio” e un minimo di predisposizione sono più che sufficienti per apprezzare le loro opere e godere delle infinite “perle musicali” che contengono. Poi, lo studio servirà certamente ad approfondire i particolari delle composizioni, i retroscena, i nessi causa-effetto, e in fin dei conti ad apprezzare ancor più e meglio quelle opere.

Con Wagner la cosa non funziona proprio, così come difficilmente funziona – nel campo della musica strumentale – con Mozart o Beethoven o Bruckner, per fare solo qualche nome. È francamente difficile poter comprendere ed apprezzare fino in fondo una sinfonia di Beethoven, se non si ha un minimo di conoscenza delle forme musicali, del linguaggio sinfonico e, soprattutto, del “programma interno” che sta alla base della composizione. Senza di questi, si potrà magari godere una frase musicale particolarmente accattivante (come accade, per dire, ascoltando un balletto di Ciajkovski o un walzer di Strauss) ma difficilmente si potrà raggiungere quella particolare condizione di piena e completa “conoscenza-coscienza” di quell’opera d’arte.

Le opere di Wagner (parlo qui delle sette ultime, Ring, Tristan, Meistersinger e Parsifal, ma in qualche misura ciò vale anche per Lohengrin) sono un insieme inscindibile di poema, musica e didascalie di scena, insomma: tutto ciò che troviamo scritto sulla partitura. E quindi: limitarsi ad ascoltare la musica, senza comprendere le parole che vengono cantate (o declamate) fa correre il rischio di non capir nulla (come minimo) e di annoiarsi, quando non addirittura di cadere in uno stato di esasperazione e maledire Wagner per il resto dei propri giorni, rifiutando ogni e qualunque successivo contatto. Sì, perché Wagner non scrive “musica che si serve di parole (più o meno pertinenti) per manifestarsi”; ma si esprime in parole-musica, un insieme del tutto inscindibile. Allo stesso modo, per un regista o scenografo, ignorare – o, peggio ancora, contraddire – le didascalie poste da Wagner in partitura, significa ignorare o addirittura stravolgere le intenzioni dell’autore, e distorcerne totalmente il pensiero e il messaggio artistico.

Il Ring (“L’Anello del Nibelungo”, detto volgarmente “Tetralogia”, essendo costituito da quattro opere) è certamente l’esempio più completo e palpabile della wagneriana “Gesamt-Kunst-Werk” (Opera d’Arte Totale).

daland

Mani-avanti / Disclaimer

Questo blog non è, nè vuol essere, nè intende diventare, una testata giornalistica. Viene aggiornato senza alcuna periodicità, a mera discrezione dell’autore.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Con l'atto della pubblicazione, l'autore di ciascun commento dichiara la propria esclusiva responsabilità per i contenuti dello stesso, sollevando questo blog ed il suo autore da ogni e qualsivoglia responsabilità.
Tutti i contenuti del blog sono prodotti ai soli fini divulgativi e di analisi critica; nel caso di violazione del diritto di copyright saranno immediatamente rimossi previa comunicazione da parte del titolare.

Any copyrighted material on these pages is included as "fair use", for the purpose of study, review or critical analysis only, and will be removed at the request of copyright owner(s).