Torniamo
in medias res: poco fa abbiamo udito
il tema del Siegfried-in-carne-ed-ossa armonizzato per terze, il che gli
conferisce un carattere solenne, quasi marziale, eroico per l’appunto. Con ciò rappresentando mirabilmente la virilità
che il ragazzo ha sperimentato grazie all’incontro, anche e soprattutto
sessuale, con la donna. In più: Siegfried è ora anche materialmente gravato della
pesante armatura(1) – con tutta evidenza ereditata da Brünnhilde – che ha
indossato. Ecco: nel nostro caso sono il
tempo e l’orchestrazione a rappresentare il nuovo aspetto materiale di
Siegfried: tempo maestoso (precisamente sehr
ruhig, “molto tranquillo”) in contrapposizione all’allegro del Siegfried;
orchestrazione pesante (tutti gli ottoni in fortissimo!) con armonizzazioni a
dir poco enfatiche (in cui si distingue in tromboni, tuba e archi bassi un
motivo discendente legato al Patto, che abbruna significativamente sul DO
minore il raggiante MIb)... rispetto alla purezza di suono (violini o corno
solo) che, sempre nel Siegfried, caratterizzava l’esposizione del tema del
Grido (e che comunque risentiremo anche nel corso di quest’ultima giornata). Il
quale tema dell’Eroismo viene qui reiterato con aggiunta di una coda, che ricomparirà
- sottilmente variata! - nella successiva “marcia funebre” del terzo Atto.
Bene,
ora i due “sposini”, freschi-freschi di una notte d’amore(2), si preparano a lasciarsi,
non prima di essersi scambiati doni e profferte amorose. Vedremo Siegfried
consegnare a Brünnhilde l’anello(3), da lui strappato ad un drago selvaggio(4),
ricevendone in cambio lo scudo e il destriero Grane, ormai divenuto “terreno” -
proprio come la padrona - e privato delle sue prerogative di “ippogrifo”.
Prima
di seguire più in dettaglio la scena del commiato, domandiamoci ancora(5): ma
perchè due che si amano - e che hanno a mala pena cominciato a stare insieme -
devono subito lasciarsi? Non solo, ma è la donna ad accettare quasi con
entusiasmo questa separazione, riconoscendo di non poter più “dare nulla” al
compagno, ma di poter solamente “acconsentire” alla di lui volontà. E lui si
chiede se è solo per la di lei virtù che dovrà compiere nuove e gloriose
imprese... Beh, molti anni più tardi Freud scriverà cosucce interessanti sull’abbandono, ma ancora una volta Wagner
dimostra di saperla lunga sulla psicologia del rapporto di coppia: un amore non
può “essere consumato e basta”, deve essere rigenerato continuamente, ed ecco
quindi la proposizione della catena: “amore > imprese > amore”, legata però
strettamente ad un’altra: “imprese > rischio > pericolo di morte >
rinunzia all’amore”.
Non
è quindi un caso se è l’equivoco intervallo di settima discendente (frammento dal tema di Brünnhilde donna) che sostiene
le parole “Zu neuen Taten” con cui la donna invita l'amato ad esplorare il
vasto mondo per compiere nuove imprese, che ridiano lustro ed alimento al loro
amore. Anzi, quella settima discendente appare proprio sul sostantivo Taten; ancora una volta: amore
coniugale, imprese e quindi amore in pericolo… tutto concentrato in due note!
Un’altra
riflessione che qui si impone riguarda l’Anello, ora in possesso di Brünnhilde:
Siegfried lo dona alla compagna come simbolo delle sue passate eroiche gesta(6)
e come pegno d’amore. Attenzione però: Siegfried poco o nulla sa dei
retroscena, maledizione inclusa(7), che riguardano quel manufatto; e
l’Uccellino gli ha parlato sì di un “anello che rende padroni del mondo”, ma
lui non saprebbe nemmeno come impiegarli, quegli arcani poteri…
Invece Brünnhilde
sì che conosce tutto per filo e per segno: ha appreso dalla viva voce di Wotan
(Walküre, Atto II, Scena II) tutta la storia, nei minimi particolari; sa da
dove viene l’anello, sa che sui suoi possessori grava la maledizione di
Alberich e che soltanto la restituzione dell’anello al Reno potrà salvare Wotan
e il relativo “ordine costituito”, di cui in fin dei conti fanno parte –
volenti o nolenti - anche lei stessa e Siegfried!(8) Sa anche che il tesoro,
anello compreso, era custodito da Fafner(9). E adesso sa che l’anello donatole
da Siegfried è esattamente quell’anello,
che il ragazzo le ha confidato di aver prelevato dal tesoro custodito dal drago(10).
Dovremo ricordarci di questo importante particolare nella terza scena del primo
Atto, al momento dell’incontro di Brünnhilde con la sorella Waltraute.
___
Note:
1. Siegfried - come avverte la
didascalìa - si presenta “in vollen Waffen”, armato di tutto punto.
2. Quante ne avranno passate di notti insieme, i nostri
due piccioncini? Come già in precedenza sottolineato, il testo non ci fornisce
indizi inconfutabili, ma tutto ci suggerisce che quella debba essere stata la
prima! Di sicuro non sarà l’ultima, anche se l’ultima arriverà in circostanze
ben poco piacevoli…
3. Per la prima volta nella Storia,
l’Anello viene spontaneamente ceduto, e non forzatamente sequestrato! Ciò è
reso possibile dall’ignoranza, da parte di Siegfried, delle proprietà e dei
retroscena che lo caratterizzano.
4. Questa informazione è di capitale
importanza, come vedremo fra poco trattando del comportamento di Brünnhilde al
riguardo.
5. Abbiamo
trattato nel Siegfried il legame - apparentemente ambiguo e contorto - fra
amore e rinuncia, come esposto da Wagner in varie circostanze.
6. Qui, correttamente,
Siegfried afferma che il possesso dell’anello è la conseguenza, l’effetto delle
sue gesta, non già la causa e il fine originario. In effetti lui non ne
conosceva nemmeno l’esistenza, lo ha avuto come premio – su indicazione
dell’Uccellino - per il suo coraggio e la sua bravura. Vedremo come Siegfried
modificherà sostanzialmente la sua versione dei fatti nel dialogo con le Ninfe
all’inizio del terzo Atto (ancora sotto l’effetto del filtro di Hagen) per poi
ritornare su quella corretta - una volta “tornato normale” - nel ricordo
finale.
7. Per la
verità il morente Fafner ha genericamente parlato a Siegfried di “oro
maledetto”.
8. In
effetti, nel finale del Siegfried, Brünnhilde aveva sparato a zero sul Walhall
e sul mondo degli dèi, ma allo stesso tempo il suo “morte ridente” era una
chiara premonizione di un futuro poco rassicurante.
9. E del
resto persino la sorella Schwertleite, nel terzo atto di Walküre, aveva dimostrato
di conoscere perfettamente questo particolare.
10. Se per
assurdo Brünnhilde, conoscendo tutto il male che ne può derivare, decidesse di
chiedere a Siegfried, come testimonianza d’amore, di gettare subito l’Anello
nel Reno… tutto il Ring andrebbe a farsi benedire! È ciò che paventerà fra poco
Alberich nella sua notturna apparizione ad Hagen.
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