8.0 Appendice – Materializzare il mito.

Ecco infine – per chiudere in modo leggero e distensivo questa lunghissima maratona - qualche curiosità assortita sul Ring e alcune wagneriane contraddizioni (oltre a quelle già rilevate in presa diretta...)

Una prima curiosità riguarda i tempi del Ring: trattandosi di un soggetto (apparentemente?) mitologico, che doveva servire a Wagner per farne un’allegoria universale dell’umana esperienza, potrebbe sembrare impresa stucchevole e persino bambinesca il cercare di stabilirne la durata totale. Meno ancora avrebbe senso provare a collocare l’intera vicenda in uno o più periodi storici definiti (è stolta operazione che lasciamo volentieri a registi creativi): come si è già capito, il Ring spazia in pratica dalle origini del mondo, a quelle dell’uomo e arriva quasi ai giorni nostri. Tuttavia vedremo come sulla durata di singole porzioni dell’immenso dramma si possano almeno fare illazioni, basate sui riferimenti (a volte labili, altrove più precisi, spesso anche incongruenti) che Wagner ha disseminato qua e là all’interno dei suoi quattro testi.

Strettamente legato ai tempi del quadripartito dramma è un inestricabile labirinto riguardante le circostanze del rapporto fra Alberich e Grimhilde, rapporto che dà come frutto la messa al mondo di Hagen: vedremo come non ci sia logica spiegazione in fatto di realismo di tempi e circostanze della vicenda, e come ci convenga credere... all’incredibile.

Dalle risultanze di ipotesi e illazioni fatte fino a questo punto si può arrivare a stabilire – sempre in modo assai controverso – l’età di alcuni dei principali protagonisti del Ring.

Da ultimo, la domanda: ma dove è ambientato il Ring? Di certo sappiamo che Wagner si calò nella realtà sensibile: invece degli immaginari fiumi della mitologia nordica, collocò il Ring dentro e attorno al suo amato e concretissimo Reno. E allora, ecco che ci si può divertire a ipotizzare un possibile teatro naturale per le vicende del Ring.