Gli
uomini che hanno cercato invano, con Gunther, di trattenere Hagen ora gli
domandano per due volte, con voce rotta e intercalati dalle due comparse del
tema della Morte: cos’hai fatto? L’eterno perchè? (l’Enigma!) si alza in tromboni e tromba bassa,
subito seguito nei corni dal motivo dell’Espiazione, mentre anche
Gunther ripete la domanda al fratellastro: cosa facesti? Ancora appellandosi
all’Espiazione (ricordiamo come il tema fosse apparso per la prima volta
in occasione del solenne giuramento di fratellanza fra Siegfried e Gunther, del
quale patto Hagen era stato severo testimone e garante) il figlio di Alberich
rivendica il proprio buon diritto: ho vendicato uno spergiuro! L’inciso dell’Assassinio
e il tema della Morte suggellano con due successive e proterve apparizioni
la pretestuosa giustificazione di Hagen, che ora si volge tranquillamente e si
incammina su per l’altura, ormai avvolta dalle prime ombre della sera. Tromboni
e poi corni, intercalati da eloquenti rintocchi dei timpani sull’inciso dell’Assassinio,
ripetono ossessivamente l’Enigma, quella domanda che mai trova una risposta(1).
Ora
assistiamo ad una scena che molti anti-wagneriani(2) prendono ad esempio per
deridere il musicista rivoluzionario
Wagner, che qui avrebbe impudentemente fatto uso di uno dei mezzucci
triti-e-ritriti del melodramma tradizionale(3): far cantare ad un protagonista
ormai più di là che di qua un’aria
strappalacrime!(4) Ma in realtà quello che ci apprestiamo a vivere è uno dei
momenti più sublimi dell’intero Ring: e ciò che lo rende sublime è il ritorno
di temi musicali che ci ricordano – in un momento di infinita tristezza e
dolore – altri momenti che parevano perdersi nella memoria e che ora tornano in
primo piano e in piena luce.
Teodoro Celli scrisse qui una pagina
indimenticabile, di cui non posso non citare un passo davvero straordinario:
Nel
momento in cui Siegfried “si sveglia alla Morte”, come già Brünnhilde si svegliò
alla Vita, il Sole non è più “nero” ma splende.
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Ricordate
le primissime battute del Prologo? Ripetevano quell’autentico inno al sole (il Saluto al mondo)
che avevamo udito, nel Siegfried, al
momento del risveglio di Brünnhilde. Ma facevano ciö, in funzione di sinistro
presentimento, abbassando la tonalitä dal DO originale al DOb, un semitono
sotto, da qui il sole nero e
abbrunato, citato da Celli.
Ebbene
ora – e ancora per pochissimo – quel sole torna ad illuminare la scena in tutto
il suo splendore! Sugli accordi MI minore – DO maggiore Siegfried, risollevato
a sedere da due uomini, invoca “Brünnhilde”; e subito dopo (MI minore – RE minore)
“heilige Braut!”, la sua sacra sposa. E ancora, DO maggiore: “Wach' auf! Öffne dein Auge!“ svegliati, riapri gli occhi!
Quasi che Siegfried si ritrovasse di fronte la fanciulla nuovamente
addormentata, si chiede e le chiede – mentre i violini esalano per due volte
ancora il motivo dell’Enigma - chi mai e perchè le abbia richiuso gli
occhi. Ma ecco una straordinaria modulazione a MI maggiore: sul tappeto di martellanti
semicrome dei fiati si innalza e si amplia a dismisura nei corni il tema di Siegfried;
sì perchè, Brünnhilde, oggi è tornato chi ti sveglierà con un bacio e ti
scioglierà per sempre i lacci che ti imprigionano! E a lui sorriderà la gioia
di Brünnhilde.
Una modulazione plagale ci porta ora a LA maggiore, dove l’orchestra
intera, in fortissimo, esplode nel Saluto
d’amore, mentre Siegfried contempla quegli occhi, ora e per sempre aperti,
e si inebria del respiro della fanciulla! E ancora, accompagnato dal motivo dell’Estasi
d’amore, che scende dai clarinetti ai violini, si lascia beare da questa
celestiale visione.
Ma ormai la vita se ne sta andando, senza una spiegazione a quel
maledetto perchè? che ancora riappare
sulle labbra di Siegfried; il quale, proprio cantando sul tema dell’Enigma,
riceve l’estremo saluto dalla sua Brünnhilde. E si accascia, morto, portando
con sè tutte le speranze e le illusioni di un futuro luminoso che noi, spettatori
di un dramma teatrale, avevamo coltivato e riposto in lui.
___
Note:
1. Ricordiamo che si
sciolse (temporaneamente) solo alla fine della Walküre.
2. O anche wagneriti perfetti (quanto ottusi!) tipo
G.B. Shaw...
3. Come si è già osservato, il Wagner
artista spesso contraddice il Wagner teorico, e per nostra fortuna! E, al di là
delle più o meno condivisibili teorizzazioni, ciò che è assolutamente certo è
che anche per Wagner il fine ultimo dell’arte e del teatro musicale era di emozionare il pubblico. E qui lo scopo è
mirabilmente raggiunto!
4. Traviata,
Trovatore, Rigoletto, Ballo, Forza, Otello, tanto per limitarsi a qualche
esempio verdiano.
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