27 apr 2017

6.1 Commiato – Le quattro versioni del finale.


1.      (1848, l’originaria Siegfrieds Tod) ottimistica, anzi diremmo malignamente catto-comunista; dove la visione cristiano-luterana (l’avvento del Cristo) e quella rivoluzionario-bakuniniana (l’avvento di una comunità anarchico-egualitaria) si fondono in un’utopica prospettiva di amore e di pace perpetua. Era l’originaria idea portante di Siegfrieds Tod: l’eroe morto risorge, si riunisce – come Holländer a Senta! - a Brünnhilde appena arsa sul rogo e viene da lei, ritornata alle sue mansioni di valchiria, consegnato a Wotan come nuovo capo degli dei, destinato a guidare il nuovo ordine universale. Ecco come Brünnhilde, prima di lanciarsi nelle fiamme, chiude la sua perorazione indirizzandosi a Wotan: “Padre onnipotente! O tu magnifico! / Rallegrati del più libero degli eroi! / Io reco a te Siegfried / concedigli un’amorosa accoglienza / lui è il garante dell’eterna potenza!” Una variante a questo finale fu quasi subito immaginata da Wagner: prevedeva il trionfo di Siegfried, ma la fine di Wotan come soluzione alle sue ansie esistenziali (“Fuori dalla tua ansiosa paura / ti annuncio una felice redenzione nella morte!”) Per la verità questa visione non era necessariamente o soltanto legata a derive rivoluzionarie di Wagner, come spesso si sospetta(1). Comunque: un finale da autentico Grand Opéra, come Wagner aveva originariamente concepito un’opera di tal fatta (nel 1848 ancora non aveva maturato Oper und Drama…) e che fortunatamente (possiamo ben dirlo!) fu messo in dubbio dopo che nella mente di Wagner si fece strada il colossale palinsesto dell’intera Tetralogia.

2.      (1852, influenza di Feuerbach) utopistica: questa versione del finale viene certamente influenzata dalle letture di Feuerbach e contempla la definitiva scomparsa del mondo degli dei, in sostanza della Religione, considerata dal filosofo una costruzione illusoria e fallace dell’uomo, volta a combatterne l’ansia esistenziale legata alla consapevolezza della propria mortalità; solo l’amore deve regnare sovrano e regolare tutti i rapporti fra gli uomini: “Beato nel piacere e nel patire / fate solo che esista l’amore!” è l’ultima esternazione di Brünnhilde prima dell’olocausto e dell’incendio del Walhall.   

3.      (1856, influenza di Schopenhauer) pessimistica (“Enden sah ich die Welt”, canta Brünnhilde, ho visto il mondo finire) certamente condizionata dalle letture di Schopenauer e fondamentalmente nichilista; la fine dell’individuo e il ritorno alla quiete primordiale della Natura(2);

4.      (1876, versione definitiva) agnostica, nel senso più cinico e opportunistico del termine. Wagner non stese in partitura nessuno dei tre testi che aveva predisposto in precedenza, lasciando alla sola musica il compito di esprimersi. Ma ciò equivale a dire: dato che nemmeno io, Wagner, a questo punto so bene che pesci pigliare, allora eccovi qua dei suoni, cari amici, così vi accontento tutti: decidete pur voi come interpretarli secondo il vostro gusto o le vostre convinzioni!

E la sola musica, priva di testo, lascia di fatto aperte tutte le interpretazioni sul significato ultimo dell’opera, e non per nulla i diversi esegeti vi hanno trovato spiegazione (e financo – a creder loro – dimostrazione) di tesi del tutto antipodiche: si parte dal nichilismo più assoluto per arrivare all’avvento del Cristo!

Invece lo scenario del finale è tutt’altro che cristallino, anzi è caratterizzato da più di un’ambiguità. Intanto, come già osservato, l’epilogo della Tetralogia non è necessariamente il puro e semplice ripristino dello status-quo originario, giacchè ciò che torna al Reno è l’Anello – opera dell’uomo con finalità negative - e non già l’Oro, elemento naturale e purissimo. Ciò che Wagner ha vergato nelle didascalie di scena non ci garantisce che le tre ninfe potranno, o sapranno, o vorranno riportarlo allo stato di materia prima incontaminata, come reclamato da Brünnhilde al momento di deciderne la restituzione.

Ma d’altra parte non si può non osservare come nella sua ultima reiterazione il tema della Maledizione, che segue immediatamente nei tre tromboni le parole di Hagen, venga troncato di netto alla fine della sezione ascendente! Che significa ciò? Che la maledizione è stata definitivamente neutralizzata, e il mondo liberato da ogni scelleratezza prodotta dall’ideologia dell’Anello?

Mah: nell’ultima loro apparizione, proprio mentre sta crollando la reggia ghibicunga ed andando in fumo il Walhall, ancora vediamo le Figlie del Reno trastullarsi con l’Anello…  e non già ammirare ed omaggiare l’Oro puro, come facevano all’inizio della grande favola! E la musica – che resta pur sempre il faro che ci deve illuminare e chiarire la prospettiva, e nella quale sola si debbono cercare e trovare ragioni e spiegazioni - che cosa ci dice? Al termine del Preludio del Rheingold, proprio all’apparire delle ninfe, la tonalità era passata dal MIb dell’acqua alla sottodominante LAb delle creature acquatiche; poi, all’apparire dell’Oro la tonalità era passata dapprima a SOL e poi allo splendente DO maggiore! Ora ritroviamo quel LAb (tema delle Figlie del Reno) nel momento in cui Flosshilde recupera l’Anello mentre le sorelle affogano Hagen; ma subito dopo anche quello stesso tema modula ulteriormente alla sottodominante REb, sulla quale si chiuderà il Ring (del SOL e del DO dell’Oro nemmeno l’ombra...): insomma è come se ciò che torna con le ninfe nelle acque del grande fiume (l’Anello) sia un inquinante che ha precisamente il sapore (leggi: la tonalità) del... Walhall!

Inoltre: si è già fatta notare quella impercettibile, ma chiara cesura che separa dal resto le ultime sette misure dell’opera (quelle occupate, nella versione decisa da Wagner, dall’ultima esposizione del tema cosiddetto della Redenzione); fino a lì, come già abbiamo udito in diretta, l’orchestra aveva riassunto, in tempo maestoso, vari temi legati a Siegfried (compresa la Redenzione) con quelli del Walhall, delle Figlie del Reno e del Crepuscolo; e a quel punto Wagner, invece delle sette misure citate, avrebbe potuto benissimo musicarne altre, in funzione delle prime tre opzioni sopra elencate.

In particolare (opzione 1, trionfalistica) avrebbe potuto chiudere con la prima sezione del tema di Siegfried adulto, magari ampliandola ulteriormente nel tempo, e armonizzandola col Walhall di Wotan, aggiungendovi una cadenza finale da dominante a tonica… oppure (opzione 2, utopistica) avrebbe potuto chiudere con il motivo dell’Eredità del mondo contrappuntato da quelli dell’Amore e di Freia; o ancora (opzione 3, nichilista) avrebbe potuto far seguire al tema del Crepuscolo quello dell’Elemento primordiale, esposto in moto retrogrado, a sfumare poi nel rumore di fagotti e contrabbassi, con tanto di ritorno al Ginnungagap!

Invece Wagner decise di… non decidere, chiudendo il Ring in modo piuttosto enigmatico, quanto meno dubitativo, per non dire sibillino: riproponendoci il tema cosiddetto della Redenzione, ma con melodia e armonizzazioni assai complesse e multi-significanti, come abbiamo potuto osservare(3) esplorando la partitura nei minimi dettagli.

E a questo punto, finalmente, una domanda è lecita, anzi doverosa: cosa ci rappresenta, questo tema, a dispetto della consolante (quanto gratuita) etichetta? Esso era comparso, in precedenza, solo in una ben precisa ed isolata circostanza: l’annunciazione (da parte di Brünnhilde) a Sieglinde della sua prossima maternità; ed allora, perché non pensare che il tema null’altro rappresenti e impersoni se non il Siegfried appena concepito, e quindi - visto il successivo svolgersi dei fatti, non propriamente entusiasmante - una promessa non mantenuta? Serve una conferma? Sapete qual è il salto di tonalità fra l’originale esposizione del tema, in Walküre, SOL e quella di quest’ultima comparsa, REb? Precisamente un tritono, lo sbifido diabolus!
___
Note:
1. Al contrario, l’idea proviene direttamente dall’Edda Antica, e precisamente dalla strofa 59 (Codex Regius) della Völuspa (“baldr mvn coma”) che annuncia il ritorno in apoteosi di Balder, il dio della bellezza e della purezza, figlio di Odin e ucciso – come sappiamo - da un complotto ordito da quel disgraziatone di Loki.
2. Anche qui peraltro troviamo lo zampino della Völuspa, poiché – come accade per ogni veggente, astrologo, sibilla, oracolo, mago di tarocchi o lettrice di mani, carte e sfere di cristallo che si rispetti – nei presagi della Völva c’è tutto e tutto l’esatto contrario (si leggano le ultime due strofe e la descrizione dell’arrivo dell’infernale drago-serpente Níðhöggr per sincerarsene).
3. Ciascuno di noi può fare il processo alle intenzioni a Wagner per spiegare le motivazioni che lo portarono a dare al Ring questa chiusa enigmatica. Oltre al cinico opportunismo e alle citate ragioni di origine filosofica, non è da trascurare la stessa esperienza di vita del musicista, passato dalla fame all’effimero successo, all’infatuazione rivoluzionaria e all’odio per l’establishment, alla fuga e all’esilio, alle crisi familiari, per trovare poi quasi insperatamente la strada verso la notorietà e addirittura l’ingresso in pompa magna in quello stesso establishment prima tanto detestato. Insomma: una vita dove c’era stato tutto e il contrario di tutto!

Nessun commento:

Powered By Blogger
Helle Flammen scheinen in dem Saal der Götter aufzuschlagen. Als die Götter von den Flammen gänzlich verhüllt sind, fällt der Vorhang.
(Chiare fiamme sembrano prorompere nella sala degli dèi. Come gli dèi sono dalle fiamme totalmente avvolti, cade il sipario.)
(Götterdämmerung – L’ultima immagine del Ring)
*****
fram sé ec lengra um ragna röc (da lontano scorgo il destino degli dèi)
(Edda Poetica – Völuspá - Profezia della Veggente)
*****
orð mér af orði orðs leitaði (parola da parola mi condusse a parole)
(Edda Poetica – Hávamál – Píslir og rúnir, Discorso Runico di Odin)
*****
Il principio degli esseri è l'infinito… in ciò da cui gli esseri traggono la loro origine, ivi si compie altresì la loro dissoluzione, secondo necessità: infatti reciprocamente scontano la pena e pagano la colpa commessa, secondo l'ordine del tempo... (Anassimandro, 600 A.C.)
*****
L'"intento" degli dèi sarebbe compiuto quand'essi giungessero ad annullarsi nella creazione dell'uomo, quando cioè essi si spogliassero d'ogni influsso immediato sopra la libertà della coscienza umana. (RW: Abbozzo in prosa del 1848)
*****
La tetralogia L'Anello del Nibelungo può considerarsi un'epopea cosmogonica la cui prima e la cui ultima parola è l'elemento assoluto manifesto e pensabile come «acqua» ed esprimibile come «musica» cioè suono del beato silenzio: è l'enorme pedale in MI bemolle, di cui la tonica isolata è sostenuta per molte battute, al principio della prima Giornata del dramma, L'Oro del Reno, ed è la frase finale di due battute sull'accordo di terza di RE bemolle, al termine dell'ultima Giornata, Il Crepuscolo degli dei. (Augusto Hermet 1889-1954 - “La Parola Originaria”)
*****
…musica che è già in sé drammaturgia assoluta e autosufficiente, e chi ha un barlume di intelligenza sa che la musica è prima del mondo, e che è il mondo a modellarsi sulla musica… (Quirino Principe)

Perchè Wagner va studiato

Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi (in buona misura) si possono godere senza particolari prerequisiti (studi di musica o musicologia): un buon “orecchio” e un minimo di predisposizione sono più che sufficienti per apprezzare le loro opere e godere delle infinite “perle musicali” che contengono. Poi, lo studio servirà certamente ad approfondire i particolari delle composizioni, i retroscena, i nessi causa-effetto, e in fin dei conti ad apprezzare ancor più e meglio quelle opere.

Con Wagner la cosa non funziona proprio, così come difficilmente funziona – nel campo della musica strumentale – con Mozart o Beethoven o Bruckner, per fare solo qualche nome. È francamente difficile poter comprendere ed apprezzare fino in fondo una sinfonia di Beethoven, se non si ha un minimo di conoscenza delle forme musicali, del linguaggio sinfonico e, soprattutto, del “programma interno” che sta alla base della composizione. Senza di questi, si potrà magari godere una frase musicale particolarmente accattivante (come accade, per dire, ascoltando un balletto di Ciajkovski o un walzer di Strauss) ma difficilmente si potrà raggiungere quella particolare condizione di piena e completa “conoscenza-coscienza” di quell’opera d’arte.

Le opere di Wagner (parlo qui delle sette ultime, Ring, Tristan, Meistersinger e Parsifal, ma in qualche misura ciò vale anche per Lohengrin) sono un insieme inscindibile di poema, musica e didascalie di scena, insomma: tutto ciò che troviamo scritto sulla partitura. E quindi: limitarsi ad ascoltare la musica, senza comprendere le parole che vengono cantate (o declamate) fa correre il rischio di non capir nulla (come minimo) e di annoiarsi, quando non addirittura di cadere in uno stato di esasperazione e maledire Wagner per il resto dei propri giorni, rifiutando ogni e qualunque successivo contatto. Sì, perché Wagner non scrive “musica che si serve di parole (più o meno pertinenti) per manifestarsi”; ma si esprime in parole-musica, un insieme del tutto inscindibile. Allo stesso modo, per un regista o scenografo, ignorare – o, peggio ancora, contraddire – le didascalie poste da Wagner in partitura, significa ignorare o addirittura stravolgere le intenzioni dell’autore, e distorcerne totalmente il pensiero e il messaggio artistico.

Il Ring (“L’Anello del Nibelungo”, detto volgarmente “Tetralogia”, essendo costituito da quattro opere) è certamente l’esempio più completo e palpabile della wagneriana “Gesamt-Kunst-Werk” (Opera d’Arte Totale).

daland

Mani-avanti / Disclaimer

Questo blog non è, nè vuol essere, nè intende diventare, una testata giornalistica. Viene aggiornato senza alcuna periodicità, a mera discrezione dell’autore.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Con l'atto della pubblicazione, l'autore di ciascun commento dichiara la propria esclusiva responsabilità per i contenuti dello stesso, sollevando questo blog ed il suo autore da ogni e qualsivoglia responsabilità.
Tutti i contenuti del blog sono prodotti ai soli fini divulgativi e di analisi critica; nel caso di violazione del diritto di copyright saranno immediatamente rimossi previa comunicazione da parte del titolare.

Any copyrighted material on these pages is included as "fair use", for the purpose of study, review or critical analysis only, and will be removed at the request of copyright owner(s).